La paralisi nel mercato dei lavori pubblici

La paralisi nel mercato dei lavori pubblici

Dall’Ance di Taranto un grido d’allarme sul passaggio al nuovo codice degli appalti e concessioni, che sta determinando un vero e proprio blocco dei lavori pubblici.

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Con l’entrata in vigore, lo scorso 19 aprile del D. Lgs. 50/2016, il crollo è stato verticale.
Gli ultimi dati Cresme parlano in maggio di valori ridotti in media dell’85% con punte del 92% nel Mezzogiorno. Non ci sono i soli dati a parlare, basta aprire le sezioni Bandi di Gara dei portali delle nostre amministrazioni territoriali per osservare una vera e propria paralisi, una quotidianità fatta ormai di sola gestione di procedure avviate prima, con le vecchie regole, e nessun nuovo bando indetto ai sensi del D.Lgs. 50/2016.

Evidentemente, senza alcuna moratoria e senza alcun periodo transitorio, il brusco atterraggio del nuovo codice ha generato confusioni e timori, nelle stazioni appaltanti come nelle imprese, con il prevedibile risultato di un netto blocco delle attività.

Soprattutto nel nostro territorio, inoltre, la cancellazione dell’appalto integrato ha di fatto bloccato e rinviato di mesi gare già pronte con preliminari e definitivi, si pensi ad esempio al nuovo ospedale.

Le imprese dell’appalto pubblico patiscono ormai da anni gli effetti di una crisi lunga e difficile come non mai, ed oggi, questo blocco totale degli affidamenti, se dovesse protrarsi ancora, rischia di provocare ulteriori seri danni.

Comprendiamo le difficoltà delle nostre amministrazioni e dei tanti tecnici degli uffici, pur volenterosi, chiamati a districarsi all’interno di un impianto normativo non sempre chiaro e soprattutto incompleto, in attesa che i circa cinquanta provvedimenti attuativi previsti vedano la luce. La situazione è veramente grave e se, come prevedibile, gli appelli dell’ANCE ad una moratoria fino al primo gennaio 2017 resteranno inascoltati, allora serve una decisa assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni, per far sì che il blocco non perduri oltre, si facciano le progettazioni esecutive e si dia il via finalmente alle nuove gare.

Come sistema territoriale, in forte affanno per il sovrapporsi di tanti focolai di crisi produttiva ed occupazionale, non possiamo permetterci di fermare anche le opere pubbliche ed una intera filiera, ormai allo stremo, che attende invece segnali di ripresa.

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