La ricostruzione sia fatta con prefabbricati dall’elevato standard antisismico

La recente tragedia nazionale verificatasi in Abruzzo ha posto all'ordine del giorno in modo drammatico il tema della sicurezza delle costruzioni ad uso abitativo e strategico in area sismica.
Senza voler in alcun modo dimenticare la drammaticità di quanto è avvenuto, ma anzi con l'intento di fare chiarezza e offrire un contributo alla ricostruzione delle aree colpite,
ASSOBETON l’Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi di CONFINDUSTRIA, prende una decisa e convinta posizione contro chi, in questi giorni, sta provando a sostenere tesi secondo le quali alcune strutture avrebbero ceduto poiché costruite in calcestruzzo armato. 
Si è infatti assistito ad una vera e propria opera di “sciacallaggio mediatico” in alcune trasmissioni televisive in cui si è proposto il legno come unica e vera soluzione per la produzione di strutture abitative in aree a rischio sismico. Falso! Il confronto tra legno e calcestruzzo armato è d'altro canto assolutamente improponibile per un impiego in edifici pluriplano e per una vita di progetto di 50 o 100 anni.
Nel nostro Paese, infatti, la conoscenza della tecnologia del calcestruzzo è tale che la vita di opere realizzate con questo materiale è straordinariamente lunga in qualsiasi ambiente esse si trovino, compreso quello sismico.  
Una visione più attenta delle tristi immagini giunte dai luoghi del terremoto, inoltre, conferma che le strutture prefabbricate hanno offerto un margine di resistenza, sopportazione dello sciame sismico e tenuta complessiva molto superiore alla maggior parte della altre abitazioni presenti nella zona. 
La prefabbricazione, in quanto processo industriale di produzione di edifici con destinazione manifatturiera, commerciale, terziaria, logistica e, non ultimo, residenziale è in grado di fornire le migliori garanzie per realizzare strutture progettate, costruite e controllate da imprese con processi produttivi certificati per legge.Con sempre maggior frequenza, inoltre, la prefabbricazione viene scelta da progettisti di tutta Italia e del mondo intero proprio perché considerata la tecnologia migliore per garantire tempi certi di realizzazione degli edifici, costi contenuti ed elevatissimi tassi di sicurezza nei cantieri. 
Non si può, infine, non ricordare che ASSOBETON, e con essa i prefabbricatori italiani, sono impegnati sul tema della sismica sin dai primi anni ‘90 attraverso studi e ricerche, effettuati senza sosta, di cui tutto il settore ha beneficiato. Un fattore che, insieme alle prime testimonianze che giungono dai luoghi colpiti dal terremoto, conferma ulteriormente la qualità delle strutture prefabbricate.
In un'ottica di ricostruzione responsabile, quindi, la prefabbricazione, anche ad uso residenziale, rimane una delle opzioni più valide per garantire la sicurezza futura di quei luoghi senza tralasciare alcun elemento chiave alla base di ogni buon progetto.
Se fino a poco tempo fa il “prefabbricato” veniva infatti identificato con il classico “capannone” o con il “centro commerciale”, oggi le soluzioni di residenze prefabbricate in calcestruzzo armato sono ormai una realtà in Italia ed in Europa e stanno guadagnando quote di mercato grazie, non solo alla qualità del manufatto, ma anche alle caratteristiche architettoniche e antisismiche. 
Esistono condizioni minime, per le quali ci siamo sempre battuti e che desideriamo ribadire con forza, per far sì che il mondo del costruito in Italia produca risultati di qualità:
1) Le stazioni appaltanti e le Istituzioni si decidano a lanciare progetti che sin dall’inizio descrivano in maniera compiuta e non approssimativa le caratteristiche e le prestazioni desiderate senza ammettere deviazioni in corso d’opera; 
2) Le direzioni lavori, che devono essere solo e soltanto espressione delle stazioni appaltanti, siano affidate a professionisti o ad imprese specializzate in questo tipo di servizio e, quindi, capaci di esercitare in modo compiuto il delicato e complesso incarico a loro affidato; 
3) Gli organi di certificazione, che consentono agli operatori di lavorare sul mercato nazionale, operino con estremo rigore e siano anch’essi obbligati a rispondere del loro operato a chi è preposto a rilasciare le loro abilitazioni. In assenza di un mercato responsabile e trasparente delle certificazioni, non può esistere qualità nelle costruzioni. 
Anche da una tragedia umana nazionale come quella abruzzese si possono e si devono trarre insegnamenti per evitare che certi errori possano essere ripetuti in futuro. Si devono accantonare proclami strumentali e si deve lavorare seriamente per produrre idee, progetti e tanta qualità che possa dare sicurezza e garanzie a tutti i cittadini. 

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