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Il convegno è stato sponsorizzato dalla Tenax (Associata Assofom) e organizzato dal Corso di Laurea in Disegno Industriale (prof. arch. Alessandro Ubertazzi) presso il Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design dell’Università degli Studi di Firenze, con i contributi di un comitato scientifico composto da: Giovanni Bonfiglio, Eugenio Guglielmi, Annamaria Ferrari. Dopo i saluti introduttivi del prof. Elio Mosele Presidente della Provincia di Verona, del dott. Alessandro Reggiani Sindaco di Pescantina e dell’architetto prof. Elisabetta Cianfanelli assessore alla moda della Provincia di Firenze, oltre che docente presso la Facoltà di Architettura di Firenze, si sono alternati diversi relatori che hanno apporofondito argomenti molto interessanti. Il convegno è stato introdotto dall’intervento “Un nuovo volto per la pietra” a cura del prof. arch. Alessandro Ubertazzi, cui sono seguiti gli approfondimenti relativi a: le strategie aziendali nella ricerca per il settore produttivo, l’aspetto esterno della materia nella storia, i nuovi scenari del settore produttivo delle finiture, i diamanti industriali e sintetici al servizio dell’industria nella lavorazione e nella finitura tradizionale del prodotto lapideo, la risposta mineralogica dei lapidei ai trattamenti meccanici, il trattamento delle superfici lapidee con l’”effetto carezza”, le attese e l’innovazione nel settore lapideo con riferimento ad un esempio toscano, la bellezza delle superfici progettate, la superficie dell’oggetto come interfaccia per la sua percezione, le prospettive della finitura a carezza nei diversi settori del progetto edilizio, le nuove prospettive nel design con il marmo ed il trasferimento del sapere tecnico dalle aziende al progetto. Di seguito riportiamo alcuni dei principali interventi “I diamanti industriali e sintetici al servizio dell’industria nella lavorazione e nella finitura tradizionale del prodotto lapideo” a cura di Stefano Fioratti – responsabile R&S di Tenax che ha analizzato il tema della lucidatura delle pietre. “La lucidatura esprime il concetto più alto di un materiale lapideo. La brillantezza, la profondità dei cristalli, i colori che sbocciano dalle pietre fanno parte di un mondo affascinante. Materiali grezzi dai colori spenti, quali ad esempio i graniti neri, attraverso il processo di lucidatura assumono tono, profondità e valore. Sicuramente la lucidatura attraverso il diamante ha dato la possibilità di ottenere livelli qualitativi in passato impensabili. Oggi si lucidano pietre, marmi e graniti ottenendo superfici incantevoli, valorizzando i colori le venature della pietra, scoprendone l’intimità più segreta. Ecco quindi che materiali all’apparenza insignificanti si illuminano di colori stupendi, quasi come accendere una lampada in una stanza buia. Ed è proprio la luce il segreto della lucidatura, quella che una volta riflessa risplende nei materiali, più lucido, più luce fino ad accendere i singoli costituenti delle pietre, i vari cristalli che si illuminano e vivono nuova vita. Di fatto ogni piccola parte deve essere il più possibile brillante, fino all’esasperazione, fino alla brillantezza più elevata. I materiali lucidi si fanno notare, affascinanti come i graniti venati, eleganti come i marmi neri, intriganti come le pietre esotiche, preziosi come gli onici. Tutta questa bellezza è ottenuta attraverso una sequenza di utensili contenenti particelle di diamanti sempre più fini. Le avvolgiamo in leghe metalliche per consentire asportazione nelle fasi di sgrossatura, le mescoliamo a materiali compositi per ottenere levigati omogenei e senza il più piccolo graffio le disperdiamo in resine per ottenere lucentezza. Una tecnologia che deriva da polveri selezionatissime, costose ed estremamente efficaci. Il diamante nella sua purezza, come cristallo ottenuto dalla sinterizzazione del carbonio, è quello che consente lavorazioni fino ad ora impensabili. Consente precisione nelle fasi di levigatura, dona brillantezza nelle fasi di lucidatura. Usiamo diamanti con dimensioni fino ad un millesimo di millimetro, ma di fatto lucidando otteniamo un effetto piatto. Le pietre lucide, dai colori più attraenti vogliono solo sguardi, ma noi volevamo andare oltre, non solo il bello e irraggiungibile ma il bello di toccare che crea la certezza di un passato che ti avvolge e ti rassicura senza stancarti. E’ da qui che nasce l’effetto carezza, da questa voglia di contatto”. Luciano Guidorzi, Responsabile commerciale gruppo Tenax ha analizzato le strategie aziendali nella ricerca per il settore produttivo. “Tenax da oltre 50 anni sviluppa e produce prodotti per la lavorazione dei lapidei che vanno dalla cava a tutte le lavorazioni di taglio, resinatura, stuccatura, rinforzo, levigatura e lucidatura, fino ad arrivare ai prodotti di protezione e mantenimento per l’utilizzatore finale. La politica strategica di Tenax è stata sempre quella di essere vicina alle esigenze degli utilizzatori e del mercato. Per fare questo al meglio è nata l’esigenza di aprire delle Business Units in diverse parti del mondo. Inizialmente le ricerche erano indirizzate principalmente allo sviluppo di nuovi prodotti atti a risolvere o migliorare problematiche di materiali e/o di lavorazioni, attualmente la nostra ricerca è orientata anche allo studio di nuove soluzioni per le diverse lavorazioni. Il mercato ha bisogno di presentare i materiali lapidei sotto un altro aspetto che li renda più vicini alle esigenze di vita attuali. Da qui è nata l’idea dell’effetto carezza”. Effetto seta ed effetto carezza – Sig. Daniele Scassarle – Responsabile divisione abrasivi presso Tenax Lapidei: lo stato dell’arte Le caratteristiche estetiche delle superfici lapidee sono spesso causa di resistenze psicologiche da parte del possibile utilizzatore. Esse infatti, se da un lato offrono notevoli doti di durezza e resistenza chimica e meccanica, dall’altro presentano alla vista ed al tatto un carattere piuttosto “freddo” e scostante, specialmente nella versione lucidata a specchio. Per ovviare a questo inconveniente, numerosi trattamenti superficiali alternativi alla lucidatura sono stati elaborati nel corso degli anni, come ad esempio la semplice levigatura, la fiammatura, la sabbiatura o altri più recenti ottenuti meccanicamente o attraverso l’applicazione di agenti chimici. Ora, grazie a TENAX, per le superfici lapidee si aprono nuovi orizzonti, nuove possibilità applicative: finalmente anche le superfici lapidee possono essere “calde” e “morbide”. Caratteristiche della finitura La lavorazione è suddivisa in più parti. Una prima fase viene realizzata con le spazzole Filiflex che grazie alla loro fine e delicata struttura hanno un alto potere di penetrazione nelle parti più tenere dei lapidei, le loro “dita” compiono una delicata azione preliminare di ”scavo”. Successivamente le Airflex Twin, grazie alla doppia composizione, arrotondano rifinendo ed ammorbidendo le parti messe in risalto dalla lavorazione precedente. Questa operazione, al contrario della fiammatura o della sabbiatura, che alterano la colorazione e l’integrità del lapideo, preserva le caratteristiche naturali del materiale. Si arriva ad ottenere una superficie ondulata lavorando a bassissima pressione, accarezzando i minerali. Si possono quindi lavorare materiali di basso spessore, 8-10 millimetri. Piacevoli sensazioni Durante il processo di lavorazione esclusivamente meccanico, le spazzole Filiflex ed Airflex Twin agiscono selettivamente sulla struttura del lapideo, proprio come gli elementi atmosferici fanno in natura. Le parti più morbide vengono scavate più in profondità. Le parti più dure vengono arrotondate e lisciate. Si viene a formare così una superficie irregolare ma liscia e armoniosamente ondulata. L’ampiezza e il profilo delle ondulazioni, apparentemente casuali, sono determinati dal rapporto dimensionale e quantitativo tra le parti di differente durezza. Alla vista, la superficie appare gradevolmente “mossa”. Difficile da sporcare facile da pulire Le superfici trattate con Filiflex e Airflex Twin si sporcano meno e sono più facili da pulire. Non ci sono le caratteristiche scheggiature dai bordi taglienti, tipiche della fiammatura, ad esercitare un’azione abrasiva sulle suole delle scarpe. Inoltre, grazie alla ridotta profondità dei solchi e l’assenza si spigoli vivi, lo sporco tende a scivolare e viene facilmente rimosso dai normali strumenti di pulizia. Anche per questa ragione tali superfici si stanno affermando per interni. Risolto il problema del calpestio Provando a immaginare un corridoio in materiale lapideo lucidato soggetto ad un intenso calpestio, le zone vicine alle pareti rimangono perfettamente lucide mentre quelle centrali presto si opacizzano creando una sgradevole sensazione di sporco. E’ un esempio di come potrebbe essere impiegato il lapideo trattato con Filiflex ed Airflex Twin: un vantaggio funzionale unito ad un maggiore pregio estetico. Lo stesso discorso vale per altre superfici soggette ad usura, ad esempio piani cucina, banconi bar ecc. Brevetti L’effetto carezza e l’effetto seta si ottengono grazie ad una tipologia di utensili assolutamente innovativa denominati Airflex Twin. Si tratta dei primi utensili pluricomponenti che uniscono diverse tecnologie in grado di ottenere sulla superficie lapidea inedite finiture. Oltre all’effetto seta e carezza presentati nel corso del Convegno, tale tipologia di spazzole permette di lavorare in maniera selettiva su differenti porzioni della superficie e di ottenere così finiture ed effetti diversi sullo stesso materiale. Lucido e effetto carezza possono essere combinati, infatti, sulla stessa superficie per creare decori particolari ed unire così la lucentezza alla vista del primo con la morbidezza al tatto del secondo. Questo brevetto rappresenta la prima forma di industrializzazione del sistema descritto, permette di superare i limiti nelle finiture tipici delle superfici lapidee, fino ad ora solo lucide o mosse. Per ulteriori informazioni www.tenax.it Levigati dai diamanti. Effetto carezza sui materiali lapidei 17 novembre 2007, Villa Quaranta Park Hotel di Ospedaletto di Pescantina (VR) Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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