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Progettare i luoghi senza barriere Posted on 21 Ottobre 2011 (28 Agosto 2022) by Infobuild Oggi, rispetto al tema dell’accessibilità e del benessere ambientale, si registra una generale e accresciuta sensibilità, ma occorre investire ancora molto, anche sul versante culturale, non solo per recuperare il ritardo che si è registrato nel nostro Paese (sono quarant’anni che si parla di accessibilità e barriere architettoniche) ma soprattutto per cogliere e valorizzare le nuove domande che scaturiscono da una maggiore attenzione e sensibilità alla qualità della vita e alla vivibilità dell’ambiente. Tuttavia occorre rimarcare come tale compito, derivato da esplicite e vincolanti disposizioni normative emesse a livello sia nazionale che regionale, resti ancora molto lontano dalla sensibilità diffusa di amministratori, tecnici, progettisti e cittadini. Non solo, si assiste spesso a nuove realizzazioni ancora prive delle minimali caratteristiche di accessibilità. Il concetto di accessibilità diffusa, basata sulla considerazione che rendere accessibili spazi e strutture pubbliche non vuol dire solamente abbattere le barriere architettoniche che impediscono l’accesso ai disabili, ma più estesamente significa migliorare la fruibilità di tali spazi per chiunque, è ancora oggi così lontano dalla cultura progettuale nel nostro Paese. Questo fatto, unitamente alle rilevanti dimensioni economiche in gioco e ai costi sociali, è il moti- vo per il quale le previsioni legislative restano ancora in gran parte disattese. Abbiamo quindi voluto affrontare l’aggiornamento del precedente manuale “Superare le barriere architettoniche”, pubblicato sempre dalla Maggioli Editore, con un’edizione completamente rivistasecondo tre precise convinzioni: – sono oltre 20 anni che la norma esiste e si dà per scontato che ormai è presente negli scaffali – che occorre un modo diverso di trasferire la cultura tecnica dal testo spesso “logorroico” e concettuale in immagine immediatamente percettiva e memorizzabile, quindi uno strumento di facile lettura e applicazione soprattutto per i tecnici progettisti; – l’evoluzione, attraverso l’immagine, del concetto di disabilità, cercando di far comprendere che la disabilità è una risorsa, un valore. Ci auguriamo quindi che questo manuale rappresenti un vero e proprio contenitore di idee e soluzioni funzionali al raggiungimento di un progetto tecnico e al tempo stesso etico. Quindi, non si vuole la città “a misura di handicappato”, come qualcuno ancora sostiene, maabbiamo bisogno di una città il meno discriminante possibile, costituita da cittadini consapevoli di una presenza, largamente rappresentata, di soggetti anziani, donne e bambini, tutti e tutte portatori di differenti disabilità ma con pari diritti, quindi una “città tollerante” che ripropone lareciprocità del rispetto come base del rapporto umano.