Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Sono stati presentati il 12 aprile scorso a Padova, i risultati dell’indagine statistica 2012 svolta da Co.Aer./ANIMA sul mercato dei componenti per impianti di climatizzazione: climatizzatori d’ambiente, climatizzatori sistemi split e multi split, condizionatori packaged e roof top, unità di trattamento aria, gruppi refrigeratori di liquido con condensazione ad aria e ad acqua, unità terminali. L’indagine 2012 rileva un ulteriore calo di circa il 10% del mercato Italia della climatizzazione, sia residenziale che del terziario, rispetto al 2011. Nel comparto residenziale e delle attività commerciali le vendite di climatizzatori mono split segnano un aumento dell’1%, restando però molto lontane dalle quantità che si registravano fino al 2008: poco più di 700.000 unità mono split installate nel 2012 contro il milione e oltre del periodo pre-crisi. In calo, intorno al 10%, le vendite dei multi split e dei sistemi VRF (-14% rispetto al 2011). Negativa anche la situazione nel comparto centralizzato: i roof top fanno registrare un decremento di oltre il 20%. Più contenuti, invece, i cali delle vendite dei gruppi refrigeratori di liquido con condensazione ad aria (-8%), che costituiscono la maggioranza della produzione, e con condensazione ad acqua (-2%). Nel complesso il mercato Italia della climatizzazione è oggi fermo a meno di 1 miliardo e 100 milioni di Euro (compresi i sistemi split di importazione, che valgono circa 700 milioni di Euro) contro il miliardo e 200 milioni del 2011. La produzione nazionale nel 2012 ha totalizzato circa 700 milioni di Euro, con un decremento complessivo intorno al 3%. Dall’indagine statistica emerge un calo di circa il 5% per i gruppi refrigeratori con condensazione ad aria e un aumento di circa il 22% per i gruppi refrigeratori con condensazione acqua. Insieme ai ventilconvettori, che mostrano un decremento intorno all’11%, i gruppi refrigeratori rappresentano la parte preponderante della produzione italiana. Unico dato “consolante” in questo quadro negativo è quello relativo all’export: l’esportazione ha assorbito il 45% del totale della produzione nazionale, per un valore di 450 milioni di Euro. “Nel campo della climatizzazione e in particolare dei sistemi idronici – ha sottolineato Bruno Bellò, presidente Co.Aer – l’industria italiana continua ad essere molto apprezzata in tutti i mercati, sia europei sia extraeuropei, per l’elevato livello di qualità e per l’eccellenza tecnologica. Questi fattori, pur nella strenua competizione con industrie minori, ci consentono di mantenere un buon livello di esportazione. Purtroppo la mancanza in Italia di chiare politiche governative per lo sviluppo dell’efficienza energetica, delle rinnovabili termiche e, in particolare, delle pompe di calore non ha permesso quegli attesi miglioramenti della domanda interna che avrebbero consentito alla nostra industria di sfruttare adeguatamente i propri livelli di capacità e operatività. Non smetterò mai di ricordare che quello delle pompe di calore è un settore in cui esiste un’industria locale molto preparata e capace, un’industria che se adeguatamente incentivata e valorizzata avrebbe un’importante ricaduta in termini di investimenti e creazione di nuovo lavoro.” Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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