Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
A cura di: Raffaella Capritti Indice degli argomenti Toggle Il ruolo dell’edilizia nell’Agenda 2030La direttiva Energy PerformanceMIBA, un solo appuntamento che riunisce 4 fiere dell’edilizia Fiera Milano ha messo insieme una serie di soggetti, protagonisti del mondo delle costruzioni, che hanno ragionato per “fare sistema”. E’ stata presentata ieri, alla presenza di esperti e istituzioni, MIBA, Milan International Building Alliance, un unico appuntamento che dal 15 al 18 novembre 2023 unirà 4 fiere del mondo delle costruzioni: GEE – Global Elevator Exhibition, ME-MADE Expo, SMART BUILDING EXPO e SICUREZZA. Luca Palermo, Amministratore delegato e direttore generale Fiera Milano, ha sottolineato che si tratta di una manifestazione importante che affronta tutti gli aspetti della filiera dell’edilizia, creando sinergia tra tutti gli attori e che ha l’obiettivo di diventare un punto di riferimento in Europa, con un’attesa di circa 1000 espositori. Un palinsesto molto ricco che prevede momenti di formazione, incontri, convegni e dibattiti che animeranno le 4 manifestazioni. Il ruolo dell’edilizia nell’Agenda 2030 L’ambito socio economico che stiamo vivendo è segnato dalle politiche europee verso la sostenibilità e la transizione energetica e dall’Agenda 2030, che vedono nell’edilizia uno dei principali protagonisti. Le costruzioni infatti sono responsabili di circa il 40% dei consumi di energia e del 36% delle emissioni di gas serra. Sono diverse le normative adottate dall’Europa verso la decarbonizzazione e la neutralità climatica al 2050: dal pacchetto Fit for 55% che chiede di ridurre del 55% le emissioni entro il 2030, alla strategia Renovation Wave, che ha l’obiettivo di riqualificare in 10 anni 35 milioni di edifici, fino alla direttiva “Case Green” in discussione giovedì 9 febbraio al Parlamento Europeo. Si tratta di programmi che hanno influenzato gli obiettivi di risparmio energetico fissati a livello nazionale e sostenuti anche con incentivi e detrazioni. In Europa l’85% degli edifici ha più di 20 anni e ad oggi, solo lo 0,2% di questi ogni anno è sottoposto a ristrutturazioni profonde in grado di limitare il consumo di energia di almeno il 60%. L’Italia, come sappiamo, ha un patrimonio edilizio vetusto ed energivoro: dei 13,5 milioni di edifici, per il 92% del settore residenziale, il 50% ha più di 50 anni. Michele Camisasca, direttore generale di Istat, ha ricordato che gli incentivi hanno garantito fino al primo trimestre del 2022 “un +27% di espansione di valore aggiunto rispetto al 2019, con conseguenze molto importanti anche sul piano occupazionale, tant’è che nel settore delle costruzioni nel primi 3 mesi del 2022 si è registrata una crescita dell’1,4%” e la maggior parte delle imprese di costruzioni ha dichiarato nel 2021 un aumento del fatturato rispetto al 2020. Per l’anno in corso ci si aspetta un importante incremento nel settore delle opere pubbliche (+25%) associate ai cantieri del PNRR e un calo degli interventi privati. Ma la riqualificazione del patrimonio edificato deve essere fatta considerando uno scenario più ampio di rigenerazione urbana che preveda uno sviluppo sostenibile e integrato: l’Istat ha recentemente pubblicato un Report dedicato alle 14 Città Metropolitane che mostra chiaramente che, per poter indirizzare correttamente gli interventi per raggiungere gli obiettivi nazionali e internazionali di sostenibilità, è necessario partire dal contesto di riferimento e dalle scelte dei cittadini, considerando le caratteristiche della popolazione, degli insediamenti abitativi e il grado di urbanizzazione dei territori metropolitani. Le città infatti svolgono un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, considerando che circa la metà della popolazione mondiale e 3/4 della popolazione europea vive in arre urbane. La pianificazione urbanistica in questo senso è fondamentale: il Goal 11 dell’Agenda 2030 ha l’obiettivo di ridurre l’inquinamento pro capite prodotto dalle città, migliorando la qualità dell’aria e la gestione dei rifiuti. Il Professore Davide Chiaroni, Co-counder e vice direttore scientifico Energy&Strategy del Politecnico di Milano, ha sottolineato che la transizione energetica va vissuta come opportunità. Dall’Osservatorio sull’efficientamento energetico degli edifici realizzato dallo stesso Energy&Strategy si conferma che il 40% del consumo totale di energia dipende dagli edifici: un patrimonio obsoleto che va riqualificato. Ma ci sono 3 problemi da considerare: i tempi, le risorse e si deve partire dal presupposto che il building non è solo energia: oltre alla parte energetica, bisogna considerare tutti gli aspetti in un unico sistema, della sicurezza, alla digitalizzazione, alla salubrità, fino ai servizi. La strada è molto lunga: “nel periodo 2018/2020 sono stati fatti interventi di ristrutturazione edilizia per 21miliardi di €; guardando il nuovo edificato l’osservatorio dell’E&S Group rileva che solo 1 edificio su 10 possiede tutte le caratteristiche impiantistiche e di digitalizzazione per essere considerato pronto per il futuro”. Quindi anche il nuovo spesso non è coerente con gli obiettivi energetici. Tra il 2020 e il 2022 con il superbonus sono stati fatti interventi su 359.000 edifici per 62 miliardi di €: in 2 anni è stato fatto 3 volte in più di quanto realizzato nel triennio precedente. La prospettiva per il 2026, prevedendo il migliore dei 3 scenari possibili elaborati dall’E&S Group, stima interventi su 220.000/230.000 edifici, sostenuti anche da incentivi, per complessivi 21 miliardi di euro di investimenti, “poco rispetto a quanto si dovrebbe fare, tanto rispetto al passato”. Comunque si tratta di numeri ancora non sufficienti, rispetto ai 13 milioni di edifici presenti sul territorio, a garantire il rispetto degli obiettivi al 2030. “Senza un sistema di supporto si torna a investire circa 10 miliardi l’anno, meno della metà di quello che servirebbe”. Anche Chiaroni ha confermato l’importanza di integrare il ruolo del building con i temi della sicurezza e salubrità, dello smart building e della smart city, perché solo in questo modo si potranno rispettare i target ambientali previsti dall’Europa. Regina De Albertis, Presidente Assimpredil Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza nel suo intervento ha sottolineato l’importanza per il settore delle costruzioni, che comprende molti attori e vale circa il 20/21% del PIL, di riuscire a fare sinergia, “dalla collaborazione nascono edifici efficienti e rispondenti alle richieste del mercato”. E’ fondamentale considerare la sostenibilità del settore a 360°, comprendendo anche legalità e la sicurezza: a questo proposito Assimpredil Ance ha definito un preciso codice di condotta “Cantiere Impatto Sostenibile” suddiviso in 8 impegni misurabili che interessa ogni singolo cantiere e vede coinvolta tutta la filiera. Pierfrancesco Maran, Assessore alla casa e piano quartieri del Comune di Milano, ha ricordato l’evoluzione del sistema edilizia negli ultimi 10 anni, grazie anche alla collaborazione tra pubblico e privato e agli incentivi che hanno fatto ripartire il settore. Un sistema che ha visto Milano quale protagonista di un grande cambiamento con nuovi luoghi di sviluppo e progetti anche di natura sociale, e che per il futuro deve considerare 3 sfide: interventi di miglioramento delle qualità ambientale (ancora di più in pianura padana, tra le zone più inquinate d’Europa), interventi sulla sicurezza, ma anche inserimento di obiettivi sociali. “A Milano ci sono circa 70.000 case popolari che necessitano di interventi di efficientamento”. Infine Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle infrastrutture e trasporti, si è soffermato sugli impegni del Governo, che sta lavorando alla definizione di alcuni Codici molto importanti: Codice Appalti ,che deve essere approvato entro il 31 marzo e dovrà essere duraturo e chiaro Codice Costruzioni, ovvero un testo unico che conterrà un quadro sicuro e definitivo Codice della Strada, perché “3.000 morti all’anno sono troppe” In quadro normativo deve essere chiaro e stabile nel tempo, ma per raggiungere gli obiettivi fissati a livello nazionale ed europeo, “è fondamentale investire sul PPP partnership pubblico privato”. In Italia, ha ricordato il ministro Salvini, ci sono 750.000 case popolari per 2 milioni di abitanti: è necessario mettere mano a un Piano Casa che risolva le emergenze sociali. La direttiva Energy Performance In vista del voto del 9 Febbraio 2023 in Commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento Europeo, non sono mancati gli accenni alla nuova direttiva efficienza energetica degli immobili, che prevede per tutti gli immobili il passaggio alla classe E entro il 2030 e alla D entro il 2033. Secondo il Professore Davide Chiaroni è corretto identificare l’obiettivo, altrimenti è impensabile raggiungere i target di decarbonizzazione. Basti ricordare che nel nostro paese il patrimonio edilizio per il 50% è stato costruito prima del 1970, prima di qualsiasi legge su efficientamento energetico e antisismica. Vanno considerate, secondo Regina De Albertis, le caratteristiche del nostro patrimonio edilizio che sono particolari e differenti dal resto dell’Europa, con la presenza di una piccola proprietà diffusa. Secondo le stime sarebbero necessari interventi sulla riqualificazione di 1,8 milioni di edifici residenziali in 7 anni, circa 182.000 interventi l’anno, prevedendo investimenti di 60 milioni l’anno in un quinquennio: “un obiettivo quasi impossibile senza un adeguato sostegno economico e prevedendo un percorso con tempi coerenti”. Il Ministro Salvini parlando della discussione di giovedì al Parlamento Europeo, ha sottolineato che in un momento come questo “non si possono imporre obblighi, bisogna ragionare in termini di incentivi. I numeri sentiti mi dicono che è assolutamente impossibile il passaggio alla classe E entro il 2030. Mi auguro che si dilatino i tempi. Altrimenti si tratta di una coercizione insostenibile e da respingere”. Si parla di interventi molto importanti e molto costosi, a carico di cittadini e imprese, che il Governo non potrà sostenere. MIBA, un solo appuntamento che riunisce 4 fiere dell’edilizia MIBA,- Milan International Building Alliance mette a sistema tutta la parte di digitalizzazione e domotica, gli smart building, i sistemi di elevazione e tutto quello che era il grande evento di Made Expo. La manifestazione riunisce 4 importanti appuntamenti del mondo dell’edilizia. ME-MADE expo, in programma dal 15 al 18 novembre 2023, propone due Saloni: Costruzioni, dedicato ai software, alle tecnologie per la progettazione e il Building Information Modeling (BIM), a tutte le soluzioni per il cantiere e l’integrazione tra edificio e impianto e Involucro che ospiterà i prodotti, i servizi e le tecnologie più avanzati dedicati a serramenti, finestre e porte; facciate e coperture; componenti e accessori. I focus in entrambi i Saloni saranno innovazione e sostenibilità. GEE, Global Elevator Exhibition, dal 15 al 17 novembre 2023, fiera dedicata alla mobilità orizzontale e verticale, che ha l’obiettivo di diventare un punto di riferimento in tutta Europa per l’industria di ascensori, scale mobili, tappeti mobili e componenti di un comparto sempre più centrale per la riqualificazione e l’efficientamento degli smart building. Si tratta di un settore particolarmente importante in Italia, i dati ANIE del 2021 infatti ci dicono che siamo il secondo Paese al mondo per numero di ascensori, conun milione di impianti installati e un fatturato di 2,4 mld di eurodi cui il 42% derivante dall’export. SMART BUILDING EXPO (15-17 novembre 2023) è la fiera dedicata alla home and building automation e all’integrazione tecnologica, ambiti fondamentali per la transizione efficiente e con soluzioni sostenibili e smart focalizzate su smart building e smart city. SICUREZZA, sempre dal 15 al 17 novembre 2023, è la manifestazione di riferimento in Italia e tra le prime in Europa dedicata a security e fire, con tutte le proposte su videosorveglianza, controllo accessi, antintrusione, rivelazione e spegnimento incendi, ma anche sulle nuove frontiere cyber della sicurezza. La nuova sede del gruppo Intesa SanPaolo, Torre Gioia 22, realizzata in partnership con COIMA, che ha ospitato la presentazione del nuovo evento non è stata scelta a caso: progettata dallo studio Pelli Clarke & Partners, è la prima torre in Italia a rispondere agli standard Nearly Zero Energy Consumption Building (nZEB) e ha già raggiunto gli obiettivi europei al 2050 per la decarbonizzazione 2°C. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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