Quando Le Corbusier poneva le fondamenta di Chandigarh, città costruita interamente secondo la corrente brutalista, probabilmente non immaginava che il suo pensiero si sarebbe formato completamente solo dopo la sua morte. Infatti, verso la fine degli anni ‘60 e negli anni ’70, del XX secolo troveremo esempi migliori dell’architettura brutalista nel mondo, come Habitat 67 in Canada; Torres Blancas a Madrid o Royal National Theatre a Londra. Anche in Italia abbiamo ottimi esempi di questa corrente, come Casa del Portuale a Napoli, Chiesa di San Giovanni Bono a Milano, Memoriale Brion in Veneto oppure Quadrilatero a Trieste.
Brutalismo sottovalutato
Nonostante gli iniziali successi, negli anni ’80 del XX secolo, si è iniziato ad abbandonare il brutalismo. Da una parte la motivazione è stata la forma abbastanza cruda e fredda di quest’architettura. Dall’altra parte si è rivelato che il cemento non invecchia molto bene. La pioggia, i venti e le contaminazioni corrodono il cemento grezzo. Appaiono annerimenti e crepe che compromettono il valore estetico dell’edificio.
Questo stile è stato spesso applicato per costruire grandi complessi residenziali, i cui abitanti hanno dovuto invece far fronte ai problemi di carattere criminale ed economico. Sul cemento grezzo, che ha perfettamente svolto il ruolo di tela, sono comparsi i primi atti di vandalismo.
Il concetto stesso del brutalismo come corrente, che doveva sottolineare l’uguaglianza sociale e mettere su un piedistallo il materiale di costruzione come asse dell’edificio, non è stato implementato dagli architetti. Tuttavia, adesso comincia ad esserci una luce in fondo al tunnel per questa corrente.
Vetro e metallo come brutalismo moderno?
La premessa principale del brutalismo non è stata l’apoteosi del cemento, ma la struttura del materiale di costruzione a vista, messa al centro del valore estetico. Il cemento crudo e il cemento armato in quel periodo erano materiali di costruzione più popolari e considerati più resistenti. Anche se non sono stati gli unici: esistono esempi di architettura brutalista dove al posto del cemento viene usato il legno, la pietra o il metallo.
Da qualche anno si può osservare un crescente interesse verso l’architettura brutalista. Sia nella sua forma tradizionale, cemento grezzo, applicazione di trame di vario genere nell’ambito dello stesso edificio oppure gioco di texture; ma anche negli aspetti leggermente più innovativi, dove il cemento viene sostituito da metalli e vetro.
Indubbiamente su questo interesse ha influito il libro SOS Brutalism: A Global Survey di Oliver Elser, il quale ha voluto risvegliare la sensibilizzazione verso il patrimonio architettonico che il brutalismo porta con sé.
Un approccio interessante relativo al ritorno all’architettura brutalista è anche quello di Brad Dunning, giornalista del GQ britannico, il quale afferma che forse questa corrente sta tornando di moda, perché l’architettura brutalista è resistente e robusta. Gli edifici costruiti secondo i principi di questa idea sono difficili da distruggere o riprogettare. Sono stabili e la stabilità e l’immutabilità sono valori che nel nostro mondo attuale, caotico e continuamente mutevole, ci mancano molto.
Riferimenti contemporanei al brutalismo
Il denominatore comune brutalismo vecchio e quello nuovo è la semplicità della forma, la tridimensionalità, la forma grafica degli edifici.
Nel progetto della cantina Lahofer nel distretto Znojmo in Repubblica Ceca notiamo forme perfettamente iscritte nel paesaggio dei pendii della Moravia, riferimenti alla forma tradizionale delle cantine ceche e struttura modulare che rispecchia l’ordine a file tipico delle vigne. Tutto ciò in una forma semplice, utilizzando il vetro, l’alluminio e il cemento.
Nel progetto sono state utilizzate finestre e porte a taglio termico nel sistema Aluprof MB-86 SI e sistemi di pareti a montanti e traversi MB-SR50N, che garantiscono un alto isolamento termico delle finestre e porte, risparmio energetico e permeabilita e perfettemente si sono iscritte nell’idea estetica dell’edificio – spiega Marcin Giedosz, Regional Manager Aluprof.
Gli elementi del brutalismo possono anche essere osservati nelle ristrutturazioni e nelle rivitalizzazioni degli edifici.
Nella ristrutturazione di un antico mulino di Budapest sono state applicate soluzioni che permettono di conservare il carattere storico della struttura, ma al contempo garantiscono determinati parametri tecnici (maggiormente termici) e rinfrescano il suo aspetto. Sfruttando nel progetto di Jazz Loft Aparments i sistemi MB-70 e MB-86 SI dell’azienda abbiamo ottenuto un ottimo risultato, che richiama leggermente il modernismo – spiega l’esperto Aluprof.
Vediamo, inoltre, soluzioni interessanti anche nel caso di palazzi residenziali individuali. Forme semplici e molto crude trovano sempre più sostenitori.
Il brutalismo può iniziare a vivere il suo rinascimento. Bisogna solamente dargli una chance e, mantenendo gli ideali di questa corrente, incorniciarli con materiali di costruzione contemporanei, che parleranno all’immaginazione degli architetti.
Articolo sponsorizzato da Aluprof
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