Nuove regole per gli Architetti dell’Unione Europea

Nuove regole per gli Architetti dell'Unione Europea

E’ stato pubblicato, in Gazzetta Ufficiale, il Decreto Legislativo del 28 gennaio 2016, con le specifiche dedicate riconoscimento delle qualifiche professionali e del regolamento (UE) n. 1024/2012, relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno («Regolamento IMI»).
Vengono dunque riconosciute, nel nostro Paese, le qualifiche dei professionisti provenienti dall’UE secondo la legislazione comunitaria, presente nella Direttiva 2005/36/CE, modificata dalla direttiva 2013/55/UE, specificando che l’autorità competente in Italia, può subordinare il riconoscimento con interventi compensativi come un esame attitudinale o un periodo di tirocinio.

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Cosa che va ad integrare ed in parte cambia il preesistente Decreto 206 del 2007 che confermava la legittimità dei titoli professionali (architetti ed ingegneri) in Italia dei professionisti comunitari e connessi al registro dei prestatori di servizi.

Importanti novità per gli Architetti soprattutto per ciò che concerne la formazione: da oggi servono infatti almeno 5 anni di iter scolastico a tempo pieno, in università o in un istituto simile, chiusi con il superamento di un esame universitario, o in alternativa non meno di quattro anni di studi a tempo pieno,  con successivo esame di livello universitario, con obbligo di tirocinio, di almeno 2 anni, con attestato finale di frequenza.
Il suddetto tirocinio professionale deve essere svolto solo dopo il completamento dei primi tre anni di insegnamento accademico, ed almeno la metà deve riguardare le attitudini, le competenze e le nozioni acquisite nel corso dell’insegnamento; il tirocinio professionale deve essere effettuato sotto la supervisione di un professionista o di un organismo professionale autorizzato, e potrebbe essere svolto in un altro Stato membro a condizione che si attenga alle linee guida sul tirocinio pubblicate dal MIUR.

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