Opere pubbliche: e crisi

Italia fanalino di coda . Quale fetta di Pil si ritagliano rispetto a quanto avviene nei principali Paesi Ue? La risposta arriva da Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili, che così sintetizza lo stato delle cose: gli investimenti in tale settore sono inferiori dell’ 1,2% rispetto alla media degli 8 principali Paesi europei. Eloquente, poi, la “classifica” dei magnifici otto: con riferimento ai dati delle previsioni 2002: le prime tre postazioni sono detenute da Svezia, a quota 4,2%, seguita da Spagna (3,9%) e Danimarca (3,4%), mentre agli ultimi tre posti si piazzano Francia (2,3%), Regno Unito (2,1%) e, come detto, Italia (1,5%). Tornando alla realtà italiana, cosa fare? Precisi alcuni suggerimenti di Ance, che partono dalla constatazione che le opere pubbliche continuano a rappresentare un fattore importante per la crescita: per non ampliare ulteriormente il gap con l’Europa, è necessario che l’ Italia impieghi in opere pubbliche una quota di Pil almeno analoga a quella media europea (2,7%), obiettivo raggiungibile investendo ogni anno 15 miliardi di euro in più rispetto ai circa 18 effettivamente investiti .

Tabella
Rapporto % tra investimenti in opere pubbliche e Pil

Paese 1998 1999 2000 2001 (1) 2002 (2)
Germania 2,9 2,8 2,8 2,7 2,6
Regno Unito 2,0 2,0 2,0 2,1 2,1
Francia 2,2 2,2 2,3 2,3 2,3
Italia 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5
Spagna 3,3 3,4 3,5 3,7 3,9
Belgio 2,5 3,0 3,1 2,7 2,7
Svezia 4,3 4,1 3,9 4,1 4,2
Danimarca 4,2 3,6 3,5 3,4 3,4
Media (3) 2,8 2,7 2,7 2,7 2,7

(1) stime; (2) previsioni; (3) Italia esclusa

Fonte: elaborazione Ance su dati Fiec

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