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A cura di: Raffaella Capritti Indice degli argomenti Toggle Un patrimonio edilizio da riqualificareI vantaggi per l’ambiente, l’occupazione l’economia La recente approvazione della Direttiva Case Green – che chiede la riqualificazione del 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e del 22% entro il 2035 – ci pone davanti importanti sfide ma anche significative opportunità legate alla decarbonizzazione del patrimonio costruito. Il tema è stato approfondito nel corso dell’incontro organizzato nei giorni scorsi, in occasione della presentazione del Rapporto “Il valore dell’abitare. La sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano”, promosso da CRESME, Fondazione Symbola, Assimpredil Ance e European Climate Foundation. Un patrimonio edilizio da riqualificare Iniziamo dai dati, aggiornati al 2022. In Italia ci sono 12.539.173 edifici residenziali che ospitano un totale di 32.302.242 abitazioni, in cui per il 78,4% risiedono famiglie. Ma non solo. Ancora oggi molti italiani considerano l’acquisto della casa come il miglior investimento, siamo considerati il “paese del mattone”. Secondo i dati di ISTAT, con 599 abitazioni ogni mille abitanti, siamo il primo paese in Europa per numero di case per 1000 abitanti (la media in Europa è di 506). Il tema della riqualificazione degli edifici, vecchi ed energivori, è centrale nelle politiche per la casa, considerando che il 72% degli edifici ha più di 43 anni ed è stato realizzato prima della legge sull’efficienza energetica (L. n.373/76), che il 68,5% delle abitazioni rientra nelle peggiori classi energetiche (tra la E e la G) e le conseguenze che questo comporta sia a livello di consumi e impatto sull’ambiente, che per la perdita di valore delle abitazioni non riqualificate ed inefficienti. Senza dimenticare il contributo nel diminuire la nostra dipendenza dai combustibili fossili e nel contrastare gli effetti del cambiamento climatico. A questo proposito Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola sottolinea che “L’edilizia orientata al green può produrre un made in Italy che punta su sostenibilità, innovazione, ricerca, e bellezza. Come è scritto nel Manifesto di Assisi, affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro”. I vantaggi per l’ambiente, l’occupazione l’economia Dal Report emerge che migliorare di 2 classi energetiche tale patrimonio edilizio, permetterebbe un risparmio in bolletta del 40% circa, il che significa oltre 1.000 euro (ai costi del 2022), con un significativo impatto anche a livello di valore delle abitazioni: si stima infatti che una casa riqualificata valga in media il 44,3% in più di una da ristrutturare. La % scende al 40,5% nelle zone periferiche e sale al 50,8 nelle zone fuori dalle aree metropolitane. Negli ultimi 3 anni i bonus edilizi (Superbonus in primis) hanno dato una grande spinta sia agli interventi di riqualificazione che al settore edile con una crescita degli occupati fra diretti, oltre 639 mila annui, e indiretti, circa 959 mila nel complesso. Si stima che 556mila di questi siano legati ai soli lavori di riqualificazione energetica. Inoltre nel 2022 c’è stato un miglioramento del +9,2% della produttività oraria rispetto al triennio 2017/2019, a fronte di un miglioramento dell’economia del 2,8%. Quello dell’edilizia è un settore strategico per il PIL del Paese, che coinvolge oltre 1 milione di imprese e circa 2,6 occupati. Un settore che negli ultimi anni ha trainato la nostra economia. Le stime dicono che ogni miliardo di euro di investimenti in costruzioni crei un valore aggiunto di un miliardo e 100 milioni e oltre 15.000 nuovi posti di lavoro. Certo si tratta di una sfida che richiede investimenti importanti, ha ricordato Lorenzo Bellicini, direttore CRESME – “per migliorare le prestazioni energetiche degli immobili (ad esempio, migliorando di due classi energetiche attuali il nostro patrimonio edilizio) servirebbero tra i 260 e i 320 miliardi di euro“. E’ necessario pianificare interventi a partire dalle abitazioni più inefficienti e considerando le differenze climatiche delle diverse aree del paese “con un percorso di medio-lungo periodo, che oltre a garantire un più corretto rapporto tra domanda e offerta, consentirebbe alle imprese di programmare investimenti in grado di porre le costruzioni alla testa del processo di innovazione”. Regina De Albertis, presidente Assimpredil Ance sottolinea che è necessario che a sostegno degli interventi di riqualificazione siano messi in campo “incentivi fiscali adeguati e rimodulati anche in base alla qualità tecnica degli interventi da effettuare, senza accantonare la cessione del credito e lo sconto in fattura, pianificare gli interventi su un arco temporale congruo e porre attenzione sulla necessità di qualificazione delle imprese che devono effettuare i lavori“. Commentando i dati Alessandro Ponti, presidente di Harley&Dikkinson ha sottolineato che “Con la Direttiva Case Green il Consiglio Europeo ha confermato che la riduzione dell’inquinamento deve passare per l’efficientamento del patrimonio immobiliare residenziale europeo. Questo significa che anche il valore futuro delle nostre case risentirà pesantemente dell’impatto che avranno sull’ambiente. A prescindere da quale sarà il recepimento dell’Italia della normativa europea, c’è un aspetto cruciale da tenere in considerazione e su cui basare risposte concrete per il mercato, garantire la fattibilità finanziaria dei futuri interventi, compresi quelli già previsti e non realizzati a causa dello stop improvviso del Superbonus con cessione. Harley&Dikkinson ha studiato e sviluppato una soluzione finanziaria per supportare tutti quei lavori volti alla riqualificazione degli immobili che, nel 70% dei casi in Italia, ricordiamo si trovano in classe E, F o G”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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