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A cura di: Andrea Ballocchi Indice degli argomenti Toggle L’appartamento passivo certificato: la casa passiva è possibile per moltiVivere in una casa passiva: lo standard PassivhausRistrutturare casa per trasformarla in passiva: i passi necessari La casa passiva si sta diffondendo in tutta Europa: a oggi si contano più di 40mila edifici Passivhaus, quantificabili in circa 3 milioni di metri quadrati già costruiti. Si tratta degli edifici passivi realizzati dal 1991, anno dell’inaugurazione del prototipo progettato dal teorizzatore, il fisico edile tedesco Wolfgang Feist. Sono passati più di trent’anni e oggi le novità riguardanti questa opportunità di concepire l’edilizia, non solo in termini di efficienza energetica, ma anche di salubrità, apre a nuove opportunità. Una in particolare: da un anno e mezzo circa il Passivhaus Institute ha aperto alla certificazione degli appartamenti con lo standard EnerPHit, espressamente pensato per le ristrutturazioni. ZEPHIR Passivhaus Italia sta portando a termine la prima certificazione pilota al mondo di un appartamento Passivhaus in provincia di Bergamo, in collaborazione con l’Arch. Stefano Baretti di Studio Nomos, che ne ha curato la progettazione. Il modello che verrà presentato alla Conferenza internazionale a Innsbruck il prossimo aprile, metterà in mostra la fattibilità di questa possibilità. Tra l’altro, come spiegato da Francesco Nesi, direttore scientifico di ZEPHIR Passivhaus Italia, «l’appartamento in oggetto è stato dotato di un dispositivo di monitoraggio sviluppato da ZPI in collaborazione con l’Università di Zagabria. Esso va a monitorate tutti i parametri indoor importanti per il benessere abitativo (temperatura, umidità, CO2 ecc.) e i consumi globali dell’appartamento. Questo ci ha fornito l’ulteriore testimonianza che una casa passiva consuma poco più del costo di un caffè al giorno». L’appartamento passivo certificato: la casa passiva è possibile per molti L’avvio del primo percorso di certificazione Passivhaus al mondo per il singolo appartamento di un condominio, è una soluzione dall’altissimo potenziale che si innesta in scenari molto diffusi nel mercato, ovvero quelli che interessano la riqualificazione di segmenti di complessi abitativi. Secondo i dati ISTAT, ripresi dalla Camera dei Deputati, il numero di edifici residenziali in Italia supera i 12,1 milioni e di questi i condomini, secondo le stime più diffuse, sono circa 1,2 milioni (in cui vivono 14 milioni di persone). Dispositivo di monitoraggio continuo di consumi e prestazioni Diventa così interessante l’opzione passiva per singolo appartamento. Per evidenziare che ciò è possibile ZEPHIR Passivhaus Italia ha sviluppato, in collaborazione con l’Università di Zagabria, il già citato dispositivo di monitoraggio continuo di consumi, prestazioni e parametri termoigrometrici dell’edificio, proprio confermare in tempo reale l’efficienza energetica e il comfort abitativo della Casa Passiva. Vivere in una casa passiva: lo standard Passivhaus Passivhaus è uno standard di progettazione basato sul benessere dell’uomo. Si basa su tre valori principali: salubrità, comfort ed efficienza energetica. Si tratta, quindi, di un approccio che va ad abbracciare in maniera olistica e interdisciplinare il processo edile, fornendo diversi vantaggi per l’utente, la collettività e per l’organizzazione del processo. In Italia è attivo ZEPHIR Passivhaus Italia che si propone come Istituto di progettazione e formazione nel settore dell’edilizia passiva, che è al vertice del vasto complesso di soluzioni dell’Edilizia Sostenibile. Lo standard Passivhaus consente, infatti, di disporre – come spiega lo stesso Istituto “di edifici dalle prestazioni energetiche, con consumi energetici inferiori del 50% rispetto alle classi A4 e nZEB e del 90% rispetto alla maggior delle costruzioni tradizionali, tramite un investimento contenuto e ammortizzabile già nel primo anno dall’intervento, su edificio nuovo o ristrutturato”. L’aspetto della formazione è molto importante: ZEPHIR Passivhaus Italia forma progettisti sul territorio che vogliono ottenere questo titolo internazionale di progettista certificato Passivhaus o di impresa certificata, oppure tramite la consulenza e la certificazione diretta. L’istituto italiano conta più di cinquemila persone accreditate in 15 anni, come imprese o come progettisti. Ristrutturare casa per trasformarla in passiva: i passi necessari Quali sono gli interventi necessari per ristrutturare una casa e pensare di trasformarla in casa passiva? «Lo standard Passivhaus si può applicare sulla ristrutturazione. Anzi è esplicita volontà del Passivhaus Institute rigenerare il patrimonio edilizio già esistente ed è per questo che è stato realizzato un protocollo specifico per gli interventi dedicati. Questo protocollo garantisce di contare su limiti energetici più ampi da rispettare, poiché si lavora su vincoli preesistenti». È uno standard approcciabile gradatamente oltre che possibile in un singolo intervento, programmandoli nel tempo in un progetto iniziale e suddividendoli in vari passaggi che portano al termine alla realizzazione certificata. Le principali operazioni da considerare quindi riguardano la possibilità di migliorare la coibentazione, operando sui ponti termici – ove possibile, dato che si parla di una struttura esistente – e di ottimizzare la tenuta all’aria interna dell’edificio, ovvero la sua capacità di non disperdere l’energia. Inoltre si dovrà impostare un ricircolo dell’aria con la ventilazione meccanica controllata. Già con questi interventi sarà possibile ridurre il fabbisogno energetico termico. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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