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Le regioni rosse frenarono, chiedendo di discuterne. Sui temi dell’urbanistica l’ultima parola spetta agli enti locali, che approvano normative in base alla legge-cornice del Parlamento. Dopo due mesi e mezzo, l’unica regione ad aver varato una legge in materia è la Toscana. I consigli regionali di Umbria, Veneto e Sicilia stanno discutendo i disegni di legge; la giunta del Piemonte ha varato ieri il suo testo. Altre amministrazioni di centrosinistra (Emilia Romagna, Lazio, Marche) oltre a Lombardia e Friuli Venezia Giulia si apprestano a presentare i provvedimenti. La provincia autonoma di Bolzano ha delegato la materia alla giunta. Il resto d’Italia attende lo sblocco del decreto legge di semplificazione edilizia fermo alla Conferenza stato-regioni. Le regioni recepiscono i cardini della proposta del premier: aumento del 20% di superficie o cubatura per gli immobili non condominiali, abbattimento e ricostruzione con «premio» del 35% di volumetria nel rispetto di rigorosi standard di risparmio energetico. Ogni parlamentino regionale può imporre limiti o decidere deroghe. Piemonte. Il ddl consente di intervenire in deroga agli strumenti urbanistici se si ottiene un forte risparmio energetico e si migliorano qualità architettonica, sicurezza e accessibilità. Ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni riguardano le unità edilizie uni e bi-familiari non superiori a mille metri cubi. Sono esclusi i centri storici, le aree d’interesse paesaggistico e gli edifici tutelati. Lombardia. Entro la settimana il ddl avrà il via libera della giunta. Punti salienti: ampliamento fino al 20% degli edifici mono e bi-familiari; sostituzione di vecchi edifici residenziali, industriali o rurali con incremento volumetrico del 30%; recupero degli spazi edilizi inutilizzati; riqualificazione dei quartieri di edilizia abitativa pubblica in deroga ai piani urbanistici; sostituzione edilizia anche nelle aree storiche o di rilievo naturalistico-ambientale. Provincia autonoma di Bolzano. Gli interventi dovranno raggiungere lo standard energetico Casa-clima C. I dettagli saranno definiti dalla giunta di concerto con i comuni. Provincia autonoma di Trento. Ha competenza esclusiva in materia urbanistica. Le ristrutturazioni sono incentivate con finanziamenti; i comuni decidono sugli aumenti di cubatura. Veneto. Consentito l’ampliamento dell’esistente fino al 20% del volume; in caso di demolizione e ricostruzione il premio di cubatura può raggiungere il 40% con l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Previsti sconti sulle opere di urbanizzazione. Consentiti anche lavori nei centri storici e nelle zone di pregio se autorizzati dai comuni. Friuli Venezia Giulia. Si prevede di liberalizzare gli ampliamenti di pertinenze di abitazioni fino al 10% del volume esistente, mentre viene sottoposto a Dichiarazione di inizio attività l’ampliamento fino al 20%. Non si pagano gli oneri di urbanizzazione per ampliamento fino al 20% della superficie imponibile. Emilia Romagna. Ai primi di giugno sarà presentata una proposta di legge con requisiti severi su sicurezza e risparmio energetico. Toscana. Autorizza a maggiorare i volumi immobiliari fino al 20%, a demolire e ricostruire vecchi fabbricati, residenziali e commerciali, aumentando la superficie del 35%. Sono esclusi i centri storici, gli edifici tutelati, le zone inedificabili. Il risparmio energetico deve superare del 20% (50 in caso di ricostruzione) quello previsto per le nuove costruzioni nel 2010. Marche. La bozza di ddl non è stata ancora resa pubblica ma sottoposta ai capigruppo di maggioranza ed enti locali, costruttori, categorie. Umbria. Consentiti ampliamenti fino al 20% della superficie se accompagnati da miglioramento dell’efficienza energetica. Demolizioni e ricostruzioni (con premio del 25%) devono ottenere il certificato di sostenibilità ambientale di classe B. Lazio. La bozza di ddl è al vaglio dei tecnici e riservata. Sicilia. Gli ampliamenti riguardano dal 15 al 25% del volume (a seconda della cubatura) con ulteriore premio del 5% se si utilizzano fonti rinnovabili. Aumento di volumetria del 35% in caso di abbattimento e ricostruzione secondo criteri di bioedilizia. Previste agevolazioni sui contributi. Per i lavori nei centri storici occorre il parere della sovrintendenza Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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