Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Indice degli argomenti: La facciata La struttura, gli interni e il ristorante E’ stato recentemente inaugurato a Lallio in provincia di Bergamo il nuovo show room di Pentole Agnelli, prestigioso marchio che da oltre un secolo produce padelle e strumenti per la cucina di alta gamma. L’Architetto Marco Acerbis ha progettato sia lo show room che Bolle, l’elegante ristorante annesso dello chef Filippo Cammarata, che abbiamo avuto l’onore di provare. Si tratta di un importante intervento di riqualificazione in una zona industriale, che offre un viaggio nei sensi e dà la possibilità di conoscere la storia di una prestigiosa azienda, oltre che di apprezzare gli strumenti per la cucina prodotti. @Marco Introini L’intervento di demolizione e ricostruzione di un vecchio capannone industriale degli anni 50 ha interessato uno spazio complessivo è di 2000 mq di capannone, la parte della palazzina si sviluppa su 800 mq . La parola chiave nell’intervento è trasformazione: un capannone ormai da demolire trasformato in un edificio performante dal punto di vista climatico, lo chef trasforma la materia prima arrivando a servire dei piatti che sembrano quadri, il disegno della facciata racconta il senso della trasformazione, dando l’idea di qualcosa che, muovendosi lentamente, crea i disegni. La facciata Elemento distintivo e di grande impatto è la facciata fortemente voluta da Marco Acerbis, che colpisce per la matericità e per il contrasto tra pieni e vuoti. Il volume architettonico è stato ricostruito con un sistema in calcestruzzo prefabbricato, dal quale separa visivamente e strutturalmente la palazzina dello showroom e del ristorante. @Marco Introini La facciata riflette proprio il senso della trasformazione: fondamentalmente è un intonaco che è stato lavorato col frattone, lo strumento tipico del pittore, che ha lavorato a mano, su disegno del progettista. “La difficoltà per l’applicatore – ci dice Acerbis – è stata proprio quella di seguire il disegno per tutta la lunghezza, considerando che sono 600 metri di facciata e gli abbiamo chiesto di partire dall’alto e disegnare una striscia di 10 mt senza interrompersi perché l’intonaco non si doveva asciugare”. L’Architetto Marco Acerbis durante i lavori – @Marco Introini La facciata è stata poi dipinta in un color argento che ricorda l’alluminio fuso, materiale alla base delle imprese della famiglia Agnelli, o anche la pietra fossile. La scelta dei cerchi in facciata non è naturalmente casuale, elemento che fa pensare alla trasformazione e omaggio allo chef che da subito ha deciso di chiamare il ristorante Bolle perché, come spiega lo stesso Filippo Cammarata – che nonostante la giovane età ha già lavorato con chef di fama internazionale e stellati come Massimo Bottura, Niko Romito e Virgilio Martinez di Lim – “Il nome è legato alla pentola dell’acqua, dove la materia è in movimento e in cambio di stato”. Anche le finestre del primo piano sono tonde e di dimensioni diverse, a differenza dell’ampia superficie vetrata al piano terra che rappresenta una vera comunicazione con l’esterno rispetto allo show room. @Marco Introini L’esperienza visiva cambia tra un piano e l’altro: se infatti quando si entra nella parte pubblica dell’atrio si vede fuori, coerentemente con il desiderio della committenza Agnelli di aprirsi alla comunità, una volta che si è seduti al ristorante, al di là di piccoli scorci, è tutto abbastanza intimo senza troppi stimoli visivi esterni, le finestre portano infatti luce ma non fanno vedere fuori, anche perché il contesto non è particolarmente attraente. C’è anche un secondo piano che è nascosto, il tetto è infatti un piano a tutti gli effetti ed è coperto da impianti, facilmente manutenibile e non dà alcun fastidio, ma ci dice Acerbis non è stato banale da progettare. Nella controsoffittatura sono invece ricavati i lucernari, permettendo alle finestre in facciata di estendersi per tutta l’altezza dell’edificio. La struttura E’ interessante notare come il capannone e lo spazio dello showroom e del ristorante, nonostante la continuità volumetrica, siano separati. Il primo infatti è realizzato in calcestruzzo prefabbricato, mentre il secondo in calcestruzzo armato gettato in opera post compresso, tecnica particolarmente utilizzata nelle costruzioni di grandi dimensioni, che in questo caso ha assicurato una luce libera maggiore visto che ci sono sole due colonne, che reggono l’intera soletta del primo piano. @Marco Introini Gli interni e il ristorante L’Architetto Acerbis ha progettato anche tutto l’interior design compresa l’illuminazione. Lo showroom che si apre sulla sinistra è separato dall’atrio tramite un sistema di librerie con ripiani in legno che funziona da allestimento, è molto luminoso, elegante e dà modo di apprezzare l’intera collezione delle pentole Agnelli grazie a espositori in alluminio alveolare piegato con moduli sinusoidali. @Marco Introini Addentrandoci nello spazio a doppio volume, l’ambiente al piano terra, esterno allo show room, è illuminato da finestre a soffitto, sullo sfondo si trova la reception con il desk in ferro naturale cerato, utilizzato anche per il parapetto della scala d’accesso al primo piano, che è volutamente rivolta in direzione opposta all’ingresso, per distinguere, anche visivamente, la separazione tra i due piani. @Marco Introini “Allontanandosi dallo showroom – sottolinea Marco Acerbis – si comincia a salire le scale appositamente progettate nel senso opposto a quello dell’ingresso. Una scelta audace che costringe il visitatore a fare un dietro front, quasi a resettare il pensiero per concentrarsi sull’emozione successiva. La mano si appoggia al corrimano per scoprire con il tatto la presenza del legno, allontanando l’impressione che tutto sarà freddo e grigio come il ferro dei parapetti”. @Marco Introini Gli interni del ristorante, che ospita 60 coperti, sono minimal, rigorosi ed eleganti, ma allo stesso tempo estremamente accoglienti. Sono caratterizzati da divisori circolari e rotanti di 3 metri di diametro, che ricordano gli oblò della facciata, realizzati in stucco veneziano su struttura metallica e cartongesso. Per garantire il miglior isolamento acustico nel soffitto sono stati utilizzati pannelli Rockfon Mono Acustic con proprietà fonoassorbenti. @Marco Introini Tutto, dai tavoli, alle consolle in sala, ai divisori alle tovaglie, è stato realizzato su disegno di Marco Acerbis, che ha collaborato anche con il ceramista Roberto Domiziani nella realizzazione di alcuni pezzi della stoviglieria, che si caratterizzano per i toni neutri, dal bianco al beige, in modo da far risaltare ancora di più i colori delle pietanze, forti e suggestivi. @Benedetta Bassanelli La luce è diffusa e di taglio, con dei faretti che illuminano principalmente i tavoli. L’obiettivo – riuscito – era di creare un ambiente minimale e in qualche modo austero, in cui i protagonisti fossero i piatti dello chef. I piatti sono studiati nel dettaglio e legati alle stagioni e a ciò che la natura mette a disposizione, per i veri appassionati è disponibile lo chef table, il tavolo all’interno realizzato in muratura rivestita da una resina scura dove poter ammirare lo chef all’opera e, di fatto, mangiare con lui in cucina. @Benedetta Bassanelli Vogliamo chiudere dandovi un consiglio: andate a vedere il progetto di riqualificazione, fate un giro nel bellissimo show room, scoprite la qualità dei prodotti Agnelli per la cucina e gustatevi una cena nel ristorante Bolle, si tratta di un viaggio nei sensi, i piatti sono studiati in ogni dettaglio e rimandano ai profumi della natura, a volte perfino dimenticati, ogni assaggio è una vera esplosione di gusto. Emozione pura. Una conferma della raffinatezza del percorso enogastronomico arriva a novembre 2022: il ristorante Bolle di Lallio ha ricevuto 1 Stella Michelin nel corso del tradizionale evento “Michelin Star Revelation 2023”. Scarica piante e sezioni del Progetto Credit foto: Marco Introini – Benedetta Bassanelli Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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