IMPIANTO WELLPOINT PER IL DRENAGGIO

Campo di impiego

Drenaggio dei terreni

Descrizione del prodotto

IMPIANTO WELLPOINT
Generalmente per impianto wellpoint (Foto 1) si intende un insieme di collettori di aspirazione orizzontali cui sono collegati, mediante particolari raccordi flessibili, dei tubi di sollevamento verticali che portano all’estremità un filtro (wellpoint) per l’aspirazione dell’acqua. Una o più pompe con depressore assicurano, con un funzionamento continuo ed ininterrotto, l’emungimento dell’acqua di falda. Il drenaggio con questo sistema viene utilizzato in tutti quei terreni che sono permeabili per porosità, come ghiaie, sabbie, limi ed argille. Il principio di funzionamento si basa sulla deviazione del flusso di falda in direzione di elementi filtranti messi in depressione dalla pompa.
L’impianto wellpoint si divide in:
– Gruppo aspirante: una pompa autoadescante ad alto grado di vuoto in grado di aspirare l’acqua fino a prevalenze elevate. Le pompe possono essere azionate da motori elettrici o diesel, a seconda delle necessità del cantiere; per quelle elttriche sono a disposizione, a richiesta, dei gruppi elettrogeni di emergenza.
– Collettore di aspirazione: tubazione usata per collegare i wellpoints alla pompa. Le varie barre sono unite tra loro con un sistema rapido di giunti sferici in grado di evitare possibili perdite o trafilamenti che comprometterebbero il rendimento dell’impianto wellpoint.
– Wellpoints: punte aspiranti caratterizzate da una serie di filtri metallici (o di materiale plastico) che hanno una funzione fondamentale nell’aspirazione della massima entità d’acqua per unità di tempo, senza l’asportazione di particelle solide dal terreno.
– Tubazione di scarico: l’acqua aspirata, va allontanata dallo scavo. Per distanze ragguardevoli si prevedono delle pompe supplementari di “rilancio” in relazione alla portata da evacuare ed alla prevalenza da raggiungere.

L’impianto Wellpoint, una volta entrato in funzione, provocherà un abbassamento della falda freatica creando un cono di influenza raffigurato in una porzione di terreno drenato a forma di cono rovesciato. (Foto 2)

A seconda della stratigafia del terreno e del tipo di scavo i Wellpoints, termine che letteramente significa punta da pozzo, possono essere posti in opera con modalità diverse: ad anello chiuso, ad “U”, lineare laterale, lineare centrale, laterale a rotazione, a gradoni, esterno a paratie. (Foto 3)

Per la progettazione di un impianto di drenaggio è di capitale importanza l’individuazione del modello idraulico del sottosuolo che può essere ricostruito con la verifica delle seguenti caratteristiche:
– Condizioni stratigrafiche dei terreni interessati rilevate fino ad una profondità almeno doppia rispetto a quella di scavo.
– Permeabilità dei terreni interessati rilevati mediante prova in situ.
– Interdipendenza della falda acquifera con le condizioni idrologiche circostanti (corsi d’acqua, condotte, drenaggi permanenti, etc.) e con la logistica del cantiere.

L’impianto “wellpoint verticale” tradizionale può rispondere adeguatamente alle problematiche legate all’abbassamento della falda freatica in terreni sabbiosi con limi ed argille ed anche in presenze di ghiaie di esigua pezzatura (in questo caso si useranno le “sondine” in sostituzione dei wellpoints)

Per interventi in cui si richiedono forti avanzamenti giornalieri (acquedotti, gasdotti, etc.) si ricorre al “wellpoint orizzontale”. Il pompaggio dell’acqua di falda avviene, in questo caso, attraverso una tubazione in pvc stesa da una posadreni fino alla profondità di 5 – 6 m dal piano di transito del cingolato. Il limite d’impiego di tale sistema è rappresentato, come per il wellpoint tradizionale, principalmente da terreni ghiaiosi, o comunque a granulometria elevata.
Il sistema dei pozzi filtranti diventa, in questi tipi di terreno a forte conducibilità idraulica, quasi una soluzione obbligata. I pozzi solitamente raggiungono un diametro di 800 – 1000 mm. e si spingono, di norma, per gli utilizzi alternativi al sistema wellpoint, fino a 5 – 6 m, quelli superficiali, ed a 10 – 11 m quelli profondi. Per i primi basterà disporre di un normale mezzo meccanico cui verrà collegata una benna mordente, mentre per gli altri va utilizzata un’apposita macchina a rotazione per l’asportazione dei materiali di risulta e di una camicia metallica, all’interno della quale si posizioneranno gli elementi in cls.

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