Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Ignorare l’idea di un mondo auto sostenibile non è più sostenibile. Giochi di parole a parte, dalle prime crisi energetiche affacciatesi tra gli anni Settanta ed Ottanta, è cresciuta l’attenzione verso tematiche di efficienza energetica, recupero energetico e in ambito architettonico, progettazione a impatto zero. Indice degli argomenti: Cosa significa NZEB? Come progettare un edificio NZEB Quanto consuma un edificio? Una tematica in forte ascesa L’attenzione dei professionisti del settore, seguita da quella di attivisti, stampa ed infine da quella delle comunità civili, ha portato alla disciplina di suddette tematiche a livello dapprima nazionale ed infine, nel caso dell’Italia, in ambito Europeo. Ogni paese membro ha infatti recepito le Direttive Europee e definito criteri e requisiti per la realizzazione degli edifici a impatto zero. Da gennaio 2021 anche l’Italia ha assunto e determinato come obbligatori tali parametri per tutti i nuovi edifici. Nello specifico, per quanto riguarda la nostra penisola il percorso è iniziato nel 2005, quando il D.Lgs 192/2005 introdusse il tema dell’efficienza energetica. Questo decreto venne modificato dal D.L. 63/2013, che poi divenne legge con la L. 90/2013. Ma cosa significa NZEB? La sigla NZEB sta per “Nearly Zero Energy Building”, ovvero “edificio ad elevata efficienza energetica”. Il carattere principale di queste costruzioni è che il loro funzionamento richiede una quantità di energia davvero minima. Gli edifici al giorno d’oggi, infatti, sono ancora responsabili di un elevato dispendio energetico nonché di una grossa quantità di emissioni. Proprio per questo motivo il risparmio energetico, nel settore delle costruzioni, è considerato l’obiettivo primario per lo sviluppo sostenibiledi un Paese. Questo significa intervenire sull’esistente e progettare con attenzione le costruzioni future. Per favorire la crescita del numero degli edifici NZEB, si pensò anche ad un vero e proprio piano d’azione finalizzato ad aumentare il numero degli edifici a energia quasi zero, detto PANZEB. Come progettare un edificio NZEB Non esiste una regola univoca per la costruzione di un edificio NZEB, ma piuttosto valgono alcuni principi di cui fare tesoro per sviluppare un progetto quanto più efficiente. Secondo la normativa, un edificio NZEB ha un basso fabbisogno energetico, sia in regime invernale che estivo, grazie alle sue buone prestazioni termiche (bassa trasmittanza ed elevata inerzia termica) e fa buon uso di fonti rinnovabili. Progettisti e tecnici, quindi, ricorrendo a determinate soluzioni tecnologiche e progettuali, devono tentare di azzerare tali consumi, per poi soddisfare la domanda attraverso l’energia prodotta da fonte rinnovabile. Pur non essendoci una regola definita, vi sono alcuni parametri e indici di riferimento per il calcolo delle prestazioni di un NZEB, contenuti nel DM del 26 giugno 2015. Nel testo, si trovano valori e definizioni del coefficiente medio globale di scambio termico (H’T), dell’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile (Asol,est/Asup utile) e tre indici fondamentali: l’indice di prestazione termica per il riscaldamento e per il raffrescamento (EPH,nde EPC,nd) indice di prestazione energetica globale non rinnovabile (EPgl,nren) l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio (EPgl,tot) Il passo successivo è il confronto dei valori di questi ultimi tre indici di prestazione dell’edificio reale, con quelli di un edificio di riferimento, rispetto ai quali devono essere inferiori. Da gennaio, quindi, tutti i nuovi edifici realizzati sul territorio italiano devono rispettare queste indicazioni, con lo scopo di assicurare uno sviluppo sempre più sostenibile per il settore. Chiaramente si va per passi. La Sfida prevede delle tappe intermedie, secondo le quali gli standard di riduzione dei combustibili fossili per tutti i nuovi edifici e per le grandi ristrutturazioni dovrebbe essere: dell’80% al 2020 del 90% al 2025 del 100% al 2030, raggiungendo infine il target di edifici che non producono alcuna emissione nociva Rimane chiaro un concetto fondamentale: per realizzare edifici a impatto zero serve la collaborazione del cliente. Esso, infatti, ha l’ultima parola ed ha bisogno di essere sensibilizzato e istruito dal progettista, il quale, non deve cercare l’assenso ad ogni costo del cliente, mettendo in preventivo che l’efficacia energetica potrebbe comportare un costo iniziale maggiore. Quanto consuma un edificio? Un edificio consuma energia al pari di un corpo umano. Compito del progettista, è infatti quello di minimizzare l’incidenza ed il costo di questi consumi: Riscaldamento, nei periodi invernali Raffrescamento, durante l’estate Produzione di acqua calda Energia elettrica necessaria al funzionamento degli elettrodomestici e della illuminazione globale della casa Sistemi di ventilazione per il ricambio dell’aria In media, considerando il patrimonio edilizio esistente, costruito per la maggior parte senza particolari tecniche di risparmio energetico, il consumo per riscaldamento e acqua calda varia attualmente tra i 200 ed i 400 kWh/mq anno. Gli edifici NZEB dovrebbero raggiungere un livello molto più basso di quello indicato, arrivando anche a 30 kWh/mq anno. Ecco quindi fissato un obiettivo per il progettista. Vuoi diventare un esperto di progettazione a impatto zero? segui il Corso di progettazione di Edifici NZEB di GoPillar Academy. 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