Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
L’ex ospedale Sant’Agostino verrà trasformato in luogo di produzione culturale. Nella città emiliana nasce AGO Modena Fabbriche Culturali. Il progetto è frutto della collaborazione tra Carlo Ratti Associati, il designer Italo Rota, Francesco Doglioni e la società di ingegneria Politecnica. La nuova piazza a triangolo, con copertura cinetica, sarà il simbolo del nuovo spazio A cura di: Pietro Mezzi La nuova piazza interna e la copertura cinetica di AGO a Modena Indice degli argomenti: La piazza e la copertura cinetica Il rapporto con la Soprintendenza Il progetto architettonico Da ex ospedale a polo culturale. È questo il destino dell’ex nosocomio Sant’Agostino di Modena, che in capo ad alcuni anni diventerà un centro di produzione culturale dove arte, architettura, ricerca, formazione e socialità si potranno contaminare e far incontrare le persone. Il progetto architettonico del restauro funzionale è firmato dallo studio internazionale di architettura CRA, Carlo Ratti Associati, che anche in questa occasione, dopo la progettazione della mensa Mutti a Parma, ha lavorato con l’architetto e designer Italo Rota, e poi con Francesco Doglioni, già docente di restauro architettonico a Venezia, Ferrara e Trento, e la società di ingegneria Politecnica. Il nuovo complesso di 22mila metri quadrati di superficie, voluto da Fondazione Modena, Comune di Modena e università di Modena e Reggio Emilia, si chiamerà AGO Modena Fabbriche Culturali, la cui trasformazione si basa sul rapporto tra restauro e architettura cinetica, vale a dire soluzioni basate sul dinamismo delle forme. La piazza e la copertura cinetica Cuore del percorso, racchiusa tra gli edifici storici, è infatti la nuova piazza a triangolo, che il progetto di Ratti e Rota ha pensato di attrezzare con una copertura cinetica, leggerissima e trasparente, in grado di aprirsi e chiudersi in maniera armonica. AGO Modena Fabbriche Culturali rappresenta, per l’entità dell’investimento, le dimensioni dell’intervento, l’ampiezza e la qualità dei partner coinvolti, uno dei progetti culturali più importanti e significativi degli ultimi anni a livello nazionale. La storia dell’ex ospedale L’ospedale San Francesco nacque come Grande Spedale degli Infermi nella seconda metà del ‘700 per volere del Duca Francesco III d’Este e oggi l’ex ospedale Sant’Agostino è pronto a svelare il suo nuovo volto come polo culturale nazionale e spazio di dialogo tra sapere scientifico e sapere umanistico. Collocato nel cuore di Modena, in una zona significativa del centro cittadino sia dal punto di vista urbanistico che storico e culturale, AGO si qualifica per l’importanza dell’investimento finanziario e per un inedito approccio al restauro dei beni culturali. AGO Modena fabbriche culturali sarà un luogo di produzione culturale e di incontro sociale Una volta concluso l’intervento consegnerà alla città emiliana un luogo straordinario, trasformato in laboratorio di produzione culturale e partecipazione civica, che ospiterà numerosi enti in grado di lavorare in maniera interdisciplinare: la Fondazione Modena Arti Visive, i Musei Universitari, il Museo della Figurina, oltre al Centro Interdipartimentale di ricerca sulle Digital Humanities e il Future Education Modena, il centro internazionale per la didattica innovativa. AGO ospiterà diverse funzioni: progetti di digitalizzazione e applicazione dell’intelligenza artificiale al campo culturale, progetti e sperimentazioni su apprendimento, education e formazione, mostre di arti visive e media arts. Il rapporto con la Soprintendenza Per arrivare al progetto è stata determinante la collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della Città Metropolitana di Bologna e delle province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha permesso di condividere l’approccio al tema del restauro. Gli spazi culturali interni dell’ex ospedale S. Francesco Il progetto complessivo sin dall’inizio è stato scomposto sia a livello spaziale – l’area è stata suddivisa in diversi stralci e lotti – sia per successivi approfondimenti progettuali degli interventi, in modo da semplificarne l’iter di approvazione: da giugno 2020 ad oggi ben tre Soprintendenti hanno firmato le autorizzazioni relative all’intero complesso. L’ultimo placet è arrivato il 23 novembre scorso con la firma, da parte della soprintendente Alessandra Quarto, dell’autorizzazione al progetto preliminare relativamente alla riqualificazione degli edifici della parte demaniale e delle corti esterne. Il progetto architettonico L’intervento di CRA e Italo Rota punta a riattivare un sito storico molto articolato, risalente alla metà del XVIII secolo e già oggetto di un progetto di recupero ad opera dell’architetto Gae Aulenti. Il progetto segue un approccio sperimentale, facendo convergere due poli considerati a lungo come opposti: da un lato il mondo del restauro, dall’altro quello dell’architettura cinetica tipica delle dimensioni installative. Al cuore del percorso di visita si trova il simbolo del progetto: una nuova piazza a triangolo, racchiusa tra gli edifici storici dell’ex complesso dell’ospedale di Sant’Agostino, la quale presenta una spettacolare copertura cinetica realizzata grazie alla collaborazione dell’ingegnere e artista americano Chuck Hoberman, maggiore esperto mondiale di strutture dinamiche, che già aveva lavorato per la Nasa. Hoberman e CRA hanno disegnato una leggerissima struttura pieghevole e trasparente: un origami capace di aprirsi e chiudersi in maniera armonica, trasformando in piazza e area di ritrovo un luogo a lungo dimenticato. Il progetto dà vita a una serie di stanze flessibili e riconfigurabili, capaci di ospitare le differenti funzioni di AGO. Dopo il grande foyer comune a doppia altezza, il cammino si snoda attraverso i corridori delle “tenaglie”, restaurati per ripristinarne la monumentalità originaria, attraverso la reinterpretazione dell’antico sistema di volte a botte e a crociera. Il progetto prevede la realizzazione di un giardino sospeso Entrando nel cuore dell’isolato, attraverso la corte del museo Anatomico si arriva poi alla Corte del Camino e al sistema di edifici non monumentali, ulteriore porzione del complesso restituita alla città. Da qui, grazie a un’altra installazione cinetica, si arriva alla nuova terrazza: un “giardino” sospeso sopra i tetti di AGO. Da questo spazio pubblico, dove si incontrano naturale e artificiale, la vista si allarga sulle cupole e i campanili del centro storico di Modena. Il pensiero di CRA “I luoghi della cultura devono essere pensati come dinamici, vale a dire capaci di incorporare modifiche di uso, sul breve e sul lungo termine. Ripercorrere il passato del complesso S. Agostino significa incontrare una panoplia di storie, personaggi e funzioni: si tratta di una diversità a volte contraddittoria, ma nella cui molteplicità risiede la memoria urbana – spiegano i progettisti di CRA -. Poiché AGO ha avuto tanti passati, crediamo dovrà avere oggi una molteplicità di futuri. Il nostro dovere di progettisti nell’intraprendere un’operazione di restauro diventa allora non tanto quello di “congelare” l’edificio, bensì quello di predisporre una piattaforma capace di accogliere trasformazioni nel corso del tempo”. Scheda tecnica AGO Modena Fabbriche Culturali Località: Modena Committenza: Fondazione Modena, Comune di Modena, università di Modena e Reggio Emilia Progettazione architettonica: CRA, Carlo Ratti Associati Team di progetto: Italo Rota, Francesco Doglioni, Politecnica Funzioni: museale, didattica, formazione, ricreativa, sociale Superficie di intervento: 22.000 mq Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto