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Tarzo è un piccolo comune collinare situato lungo le pendici delle prealpi trevigiane, a metà strada tra Conegliano e Vittorio Veneto. Meta obbligata del turista alla ricerca delle memorie e della storia locale, Tarzo è anche tappa della celebre “Strada del Vino Bianco” , itinerario tra i più antichi d’Italia, oggi ribattezzato come “Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene”. Suggestiva e piacevole, Tarzo è una cittadina ricordata da molti non solo per la sua vocazione vinicola ma anche come il paese dalle “arie sane”, luogo di villeggiatura privilegiato per le famiglie benestanti veneziane in cerca di relax e riservatezza. Qui si trova anche “Cantina Cenci”, luogo sconosciuto a molti e di proprietà della famiglia Della Pietà, da tre generazioni legata al poco distante “Albergo Ai Pini” . Cantina Cenci nasce come falegnameria all’inizio del 1700 e tra il nome dal proprietario, tale signor Cenci appunto, un italo-austriaco specializzato in minuterie, quasi una sorta di orologiaio del mobile, particolarmente abile nel creare tutta una serie di oggetti precisi quanto ingegnosi. Un esempio è il meccanismo che ha inventato per la prenotazione delle camere, ancora perfettamente funzionante ed esposto in bella mostra. Nel 2003 Giovanni Della Pietà ha dato inizio a un’opera di profonda ristrutturazione durata un anno. Un anno di lavoro, perlopiù notturno, in compagnia del bidello delle scuole elementari che come lui nutriva una smoderata passione per il restauro coltivata in anni vissuti in Toscana. Un lavoro di squadra lungo e minuzioso volto a salvaguardare il più possibile i mobili e l’aspetto originario. In primis, si è provveduto ad una prima scrostatura e pulizia manuale di tutte le parti non originarie aggiunte nel corso dei secoli e alla rimozione del cemento, fonte di umidità, per privilegiare l’impiego di materiali biodinamici come la calce naturale, ottimo isolante termico ed acustico. Ora Cantina Cenci, riportata al suo antico splendore, è una sala degustazione e spazio multifunzionale che ospita meeting aziendali o, più spesso, viene utilizzata come location, per concerti jazz date le sue caratteristiche acusticamente ideali per la musica dal vivo. Nulla è stato lasciato al caso, le piastrelle antiche siciliane del pavimento, insieme di colori, smalti e storia, i grappoli d’uva all’ingresso disegnati con la tecnica dell’affresco. Gioca un ruolo chiave all’ambiente, la presenza del legno, sapientemente lavorato e che conferisce all’interno il calore di un materiale naturale, vivo e ricco di forti valenze simboliche, assolutamente in linea con la tradizione del territorio in cui si trova. In questo contesto, trova posto un sistema per porte scorrevoli circolare impiegato per nascondere all’interno un bagno. Dall’esterno avvicinandosi si ha l’illusione, perfettamente riuscita, di entrare all’interno di una botte. La stessa maniglia della porta scorrevole è uno straordinario esempio di recupero e riutilizzo di un originale tendi corda metallico dei carri da fieno. Per la realizzazione è stato utilizzato un modello Circular, il sistema per porte scorrevoli Eclisse ad anta curva. Questo prodotto viene praticamente realizzato ad hoc a partire dalle misure di luce di passaggio e dal raggio di curvatura. Molte fasi della lavorazione avvengono ancora a livello artigianale. Il telaio viene costruito con doghe di lamiera agganciate, larghe 10 cm, per massimizzare la consistenza della struttura. Il carrello biruota, portata fino a 80 kg, è stato scelto perché si adatta perfettamente alla curvatura, ed è silenziosissimo. Circular è anche straordinariamente flessibile: il raggio di curvatura possibile va da 1 a 5 metri. Maestranze: Si ringraziano i falegnami Giovanni e il figlio Valentino Pizzin di Revine. Preziosa è stata la loro abilità nel realizzare un mobile senza utilizzare alcun pezzo di ferro ma solo incastri naturali. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto