A Gorzegno, nell’Alta Langa, un interessante esempio di ristrutturazione e ampliamento di una piccola costruzione di campagna. Il restauro dell’immobile è avvenuto nel rispetto delle tradizioni costruttive locali e con il minimo impatto ambientale. Il progetto, tra i finalisti del Wood Architecture Prize, è dello studio di architettura Ellisse di Torino
A cura di: Pietro Mezzi
I ciabòt sono piccole unità fondiarie, sparse in tutta l’Alta Langa, utilizzate nel lavoro dei campi.
Sono costituiti di un’unica cellula funzionale, abitualmente sviluppata su due piani.
In Alta Langa la pietra, un’arenaria compatta e calcarea, viene utilizzata sia per i terrazzamenti che per i tetti e i muri degli edifici, sia pubblici che religiosi, sia rustici che civili, con tecniche non dissimili.
Nonostante la loro semplicità, i ciabòt possono essere considerati l’unità minima delle costruzioni del territorio, da cui riprendono caratteri e tecnologie costruttive.
Uso rispettoso delle tradizioni costruttive
L’intervento di rifunzionalizzazione realizzato a Gorzegno, nell’Alta Langa, aveva come obiettivo il restauro dell’immobile nel rispetto delle tradizioni costruttive locali e con il minimo impatto ambientale, che ha significato uso di risorse locali, quali le pietre e il legno di castagno, di materiali a basso impatto ambientale, quali calce idraulica di provenienza italiana, pannelli di canapa o di fibra di legno per l’isolamento, e minimo consumo di energia sia in fase di costruzione che di uso.
Le funzioni quali cucina e servizi igienici, che richiedono un forte adeguamento tecnologico, risultano poco compatibili con la preesistenza e quindi sono state ospitate nell’ampliamento.
L’ampliamento volumetrico – collocandosi sul prospetto est del fabbricato esistente e seguendo idealmente la pratica della tradizione locale di allungare la manica da una delle facciate corte – rispetta proporzioni e principi costruttivi dell’edificio originale.
Il progetto firmato dallo Studio Ellisse Architetti è tra gli 8 finalisti del Wood Architecture Prize, il primo premio nazionale che verrà assegnato al Klimahouse di Bolzano (8/11 marzo 2023), è un importante riconoscimento a progetti di edifici che trovano nel legno e nella sostenibilità i suoi protagonisti
Le opere edilizie e impiantistiche
Le opere previste per il recupero del ciabòt sono consistite nella manutenzione straordinaria della copertura, con ripasso della piccola orditura e la realizzazione dell’assito e dello strato impermeabilizzante.
Sempre in copertura si è provveduto alla posa di uno strato isolante interno e alla ricollocazione del manto in lose.
Al piano terra è stato realizzato un vespaio aerato e la nuova pavimentazione in pietra.
Per ricavare il nuovo accesso al volume in ampliamento, la finestra sul prospetto est è stata trasformata in una porta.
Con l’impiego di malta in calce idraulica è stata eseguita la stilatura dei giunti dei muri in pietra. Sono stati sostituiti i serramenti esistenti con altri in acciaio di colore brunito-acidato, dotati di vetrocamera ad anta singola.
L’impianto elettrico è stato realizzato senza intaccare l’integrità delle murature in pietra.
È stata infine installata una piccola scala interna di collegamento tra i due livelli.
L’ampliamento volumetrico
Per la realizzazione dell’ampliamento sono stati eseguiti degli scavi e, per ottenere la complanarità del terreno, è stato effettuato un contenuto movimento della terra. I cordoli in cemento armato di fondazione sono stati gettati in opera.
Sono stati successivamente realizzati la struttura portante in legno, la copertura e i tamponamenti verticali e orizzontali, con interposto strato isolante in fibra di legno.
Poi è stata la volta della posa dei serramenti in acciaio, dotati di vetrocamera ad anta singola.
A completamento delle opere sono stati realizzati gli impianti idraulico ed elettrico e di smaltimento delle acque nere. Infine, è stata posato il rivestimento di facciata realizzato con tavole di castagno.
I ciabòt
Queste strutture edilizie, presenti nei vigneti e in campagna, assolvevano a diverse funzioni. Per i contadini erano dei ripari dal sole e dalla pioggia; servivano anche per raccogliere, attraverso i pluviali, l’acqua piovana, che veniva conservata all’interno di appositi pozzi nei periodi di siccità per bagnare il terreno delle viti; infine, servivano come presidio abitativo nei periodi più intensi di lavoro (da qui la nascita di ciabòt con strutture più elaborate a più piani, con camino e minimi arredi).
Studio Ellisse Architetti
Nasce, a Torino, dalla collaborazione di due architetti, Nadia Battaglio e Lorenzo Serra, e dalla passione per i materiali tradizionali quali il legno, la calce e la pietra, il recupero dei fabbricati rurali e il design degli interni. Quella di Battaglio e Serra è una progettazione che avviene nel rispetto dei principi della qualità del prodotto e del benessere ambientale. Nel corso degli anni, lo studio ha saputo creare una rete di artigiani di fiducia e di tecnici professionisti con cui collabora stabilmente.
Scheda Progetto Ciabòt Ninin
- Località: Gorzegno, Cuneo
- Progettazione e direzione lavori: studio Ellisse Architetti
- Progettazione strutturale: Enzo Chiale
- Analisi del terreno: Marco Frasca
- Carpenteria in legno: Walter Patella e Merlino Zeldenthuis
- Impresa edile: Giovanni Bertola
- Superficie area:1.000 mq
- Superficie coperta: 53 mq
- Valore delle opere: 55.000 euro
- Inizio e fine lavori: dicembre 2015 – settembre 2018
- Fotografie: ©Fabio Oggero
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