Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
La nuova sede della facoltà di Architettura di Porto, che può ospitare fino a 500 studenti, è situata all’interno del campus di Campo Alegre, su un terreno terrazzato tra la foce del fiume Douro, la via Panoramica e il ponte di Arrabida, uno dei principali accessi alla città, all’interno di una proprietà rurale comprendente una casa padronale, le stalle e un ampio giardino. Nel 1985 Alvaro Siza progettò l’adattamento in sede amministrativa della casa e la costruzione di un nuovo padiglione, intitolato a Carlos Ramos. Gli elementi del complesso sono allineati secondo direttrici che seguono la topografia del terreno, e anche l’articolazione e la collocazione del nuovo padiglione sono state studiate per integrarsi con il giardino circostante. Il piccolo corpo del nuovo ingresso est e il vecchio portale che conduce al padiglione Carlos Ramos, agli uffici tecnici e alla direzione, determinano una doppia giacitura e, di conseguenza, l’allineamento degli edifici a forma allungata dei servizi, che comprendono l’amministrazione, un auditorium, la biblioteca e una sala esposizione semicircolare, disposti a nord, e la collocazione delle quattro costruzioni per le attività didattiche, orientate a sud. I quattro corpi di fabbrica disposti a sud, accolgono ai piani inferiori gli uffici per i professori, e sono collegati tra loro e con il resto dei servizi da percorsi sotterranei situati all’interno della piattaforma triangolare formatasi tra i due allineamenti e delimitata dai muri di sostegno in pietra. Sulla superficie esterna della piattaforma, una piazzetta semiaperta verso il paesaggio diventa uno spazio per la socializzazione, e il punto focale del complesso. Gli spazi vuoti tra i vari edifici articolano il complesso per mezzo di piattaforme e percorsi, integrando le nuove costruzioni anche con le preesistenze. Particolari: Il Padiglione intitolato a Carlos Ramos, architetto che fu direttore della Scuola Superiore di Belle Arti negli anni ’40, è stato studiato assieme alla sistemazione del giardino, e la struttura dell’edificio, a due piani, rigirante a formare una corte, trova proprio nel contesto la giustificazione per le torsioni e le deformazioni che ne caratterizzano la geometria. La struttura del padiglione è mista, costituita da appoggi puntuali in cemento armato sull’interno della corte, e da muratura portante sul perimetro esterno. Su questa struttura insistono le solette in cemento armato del primo piano e della copertura. Sul perimetro esterno inoltre la muratura portante in blocchi di laterizio si apre creando uno svuotamento del volume dell’edificio, pare giustificato dalla preoccupazione di non intaccare le radici di un grande albero, e l’aggetto che si viene a formare, di forma triangolare, raggiunge uno sbalzo di quattro metri. La grande apertura è sostenuta da architravi in cemento armato, e ferri d’acciaio corrono tra un filare e l’altro della muratura per ancorare la struttura all’intorno. Il punto d’attacco dei solai è rinforzato allo stesso modo, mentre dove il muro è in aggetto la muratura armata è realizzata con ferri distesi su tutti i filari e i vuoti all’interno dei blocchi in laterizio sono riempiti con malta di cemento. L’inserimento di quattro tiranti, che collegano le due solette, permettono alle pareti in aggetto di comportarsi come travi a sbalzo. Il tirante maggiore è posto all’estremità libera, mentre gli altri tiranti sono posizionati all’interno di tracce verticali. La soluzione impiegata da Siza è particolarmente interessante, in quanto l’inserimento di un’armatura all’interno di una muratura tradizionale rende possibile la realizzazione di elementi formali quali possono essere le vaste aperture e gli aggetti solitamente realizzate con strutture in acciaio o cemento armato. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto