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L’Halle 26 è stato uno dei primi padiglioni destinati ad accogliere la manifestazione tedesca ad essere concluso. Collocato nel cuore dell’Expo, la Plaza Centrale, si contraddistingue per le straordinarie caratteristiche dimensionali: 25000 m2 di superficie hanno consentito la realizzazione di un edificio di 220 m di lunghezza, 115 m di larghezza, 29 m di altezza per un volume complessivo di 410740 m3. Sono state impiegate 4300 t di acciaio per le strutture, 17150 m3 di calcestruzzo e 81600 m3/19820 m3 di legno per le coperture. Esigenza fondamentale espressa dalla committenza era quella di esprimere una realizzazione architettonica con un elevato grado di rappresentatività. Lo spazio interno, inoltre, doveva essere il più possibile flessibile e dotato di comodi accessi e di aree interne per la sosta e la ristorazione. Al di là dei risultati formali dell’intervento ciò che rende questo progetto significativo è la precisa volontà del suo ideatore di realizzare un edificio con e per l’ambiente che lo circonda. L’obiettivo, infatti, è stato quello di interagire armonicamente con il contesto sfruttandone le peculiarità e compensandone le eventuali carenze attraverso l’impiego delle più moderne tecnologie. Riprendendo simbolicamente il profilo tipico delle tensostrutture, nella copertura Herzog ha espresso al meglio le sue capacità tecniche e formali. Il progettista ha optato per un sistema di copertura sospeso basato su quattro ordini di tralicci metallici collegati tra di loro da catenarie sulle quali poggia la copertura. Sul versante di materiali sono stati impiegati speciali pannelli in legno dotati, al loro interno, di uno strato di isolante, di un interstizio di vapore parziale e di uno strato di ghiaia che aumenta il peso specifico dell’intero pacchetto. Quest’ultimo accorgimento è il frutto della necessità di studiare un sistema di appesantimento del manto per prevenire eventuali deflessioni non desiderate della struttura sospesa. La necessità di creare uno spazio flessibile internamente flessibile ha condotto il progettista alla ricerca di un sistema strutturale il meno vincolante possibile a livello distributivo. La struttura portante è realizzata con profili di acciaio a nastro sospesi posti a un intervallo l’uno dall’altro di 5,5 m a coprire una luce di ben 55 m. Alla struttura sono poi imbullonati i pannelli di legno che costituiscono la copertura in modo da reagire staticamente come un’unica superficie in grado di contenere la spinta del vento sulle facciate e trasferirla ai piloni di sostegno attraverso travi reticolari. Proprio i grandi piloni a cavalletto, disposti in 4 file parallele da sei elementi ognuna, consolidano la struttura sia in senso longitudinale che trasversale. Le file dei tralicci costituiscono sia i punti massimi che i minimi dei conseguenti tre gruppi di catenarie. Proprio queste ultime formano tre grandi volumi ripetitivi perfettamente in grado di soddisfare le esigenze della ventilazione naturale ascendente. Lo spazio viene suddiviso in tre grandi campate libere dai quattro ordini superiori di supporti. Il sistema ha così permesso di creare una sorta di grande pianta libera ai cui lati sono disposti sei gruppi di servizi. Le funzioni specifiche (tre punti di ristoro, i locali tecnici e gli impianti sanitari), infatti, sono collocati in parallelepipedi cementizi indipendenti disposti perimetralmente. Per ciò che riguarda l’illumanizazione, l’intradosso concavo delle tre coperture modulari viene di fatto utilizzato come un efficace riflettore che amplifica e diffonde la luce naturale. In un’ottica di risparmio energetico proprio la luce naturale viene convogliata da speciali deflettori solari esterni che vengono utilizzati, in tutti quei casi in cui la luce naturale è insufficiente, per diffondere in maniera uniforme la luce artificiale. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto