Un’architettura che richiama la tradizione della capanna e al contempo apre la mente ad una visione diversa dell’edificio in alta quota: è l’hotel Aeon di noa* network of architecture: due strutture in legno di larice dalle finestre trapezoidali attraversate dalla natura. La struttura non solo si integra perfettamente nel contesto naturale, ma collega mirabilmente passato e presente come un elegante passaggio, una capsula dove convivono in armonia le due tonalità del cielo e della terra
a cura di Claudia Capperucci
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A un primo sguardo le due strutture in legno che compongono l’Aeon ricordano un alveare, con le sue piccole celle regolari e perfettamente assemblate, ma gli architetti di questo hotel di benessere immerso nella natura rigogliosa e monumentale dell’Alto Adige hanno tratto ispirazione da molteplici elementi del presente, del passato e del futuro, come sono soliti fare nei loro lavori.
Il progetto è firmato noa* network of architecture e si sviluppa su un antico insediamento rurale, il Lobishof, dove si trovano alcune strutture storiche, una locanda e una residenza con stalla. La sfida più grande degli architetti è stata quella di inventare un’architettura originale in grado di convivere con il passato, ma accogliente e con gli standard di una struttura ricettiva di lusso, dove rigenerarsi e ristabilire il proprio equilibrio con la natura.
Come spiega l’architetto Christian Rottensteiner: “Creare una dialettica ambivalente fra la tradizione secolare del blocco rurale e un’espressione assolutamente moderna è stato il filo conduttore del processo di progettazione”.
Un progetto originale immerso nella natura
Ecco allora il colpo di genio: due moduli separati e indipendenti, l’uno per l’area pubblica (reception, centro benessere, bistro, bar), l’altra con le 15 suite; in mezzo ad essi il paesaggio, la terra e il cielo, che grazie all’articolazione di legno e vetro che scandisce i moduli trapezoidali delle finestre, riesce a penetrare all’interno.
I due moduli sono però collegati da un corridoio interno celato da una dolce collinetta. La forma degli edifici guarda indietro e rende omaggio alle architetture della tradizione locale, con il tetto a capanna e i contraffissi del fienile.
Il legno di larice proviene dai 50 ettari di bosco della famiglia Ramoser il cui stemma, risalente al 1464 decora il portone d’ingresso dell’edifcio.
Il contrasto cromatico blu-beige
Ma all’interno l’esperienza del passato svanisce, traducendo gli ospiti in una sorta di mondo di mezzo, una sospensione tra passato e interpretazione del futuro che si palesa nel contrasto cromatico blu/beige presente in tutti gli ambienti (nelle pitture come nei tessuti) e all’altezza degli occhi, 1,60 metri.
Il blu rappresenta l’acqua, che si trova al primo piano nell’area benessere e nella scenografica piscina esterna semicoperta con bordo a sfioro e vista mozzafiato che emerge dal lato sud-ovest dell’edificio.
Il beige invece evoca l’elemento della terra, altro protagonista del paesaggio che corre dallo Sciliar al Corno del Renon fino alle Alpi di Merano e alle Dolomiti. Ed è anche il colore che richiama tutto ciò che è organico, naturale.
Nelle camere il letto è collocato nel punto della stanza da cui si gode della vista più ampia e nelle suite grandi (55 mq), con lato esterno e soggiorno supplementare, il letto matrimoniale è sospeso; la vista qui è su entrambi i lati (due diversi panorami di montagna).
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