Manovra, quante critiche dalle associazioni: dall’edilizia all’ambiente, il fronte dei contrari 15/11/2024
Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Realizzare un nuovo tetto o ristrutturare quello esistente: materiali, tecnologie e detrazioni fiscali 18/11/2024
C’è un pezzo di storia del Piemonte, nel castello di Tagliolo. E anche un pezzo di cuore degli abitanti di questo suggestivo e affascinante borgo dell’alto Monferrato, dominato dai 38 metri dell’imponente torre: il castello, nel suo insieme, rappresenta un notevole esempio di architettura fortificata e costituisce un documento essenziale della storia, ancora perfettamente integrato con l’ambiente circostante. Risalente al X secolo, fu costruito all’epoca della dominazione dei Marchesi del Bosco; distrutto in parte durante le lotte tra Genova, i Malaspina e gli Sforza, fu successivamente ricostruito e più volte ampliato. Dell’epoca più antica rimangono oggi parte del torrione trecentesco e le caditoie del ponte levatoio medievale; le rimanenti parti risalgono ai secoli XVI, XVII e XVIII. Nelle sue antiche cantine vengono prodotti, oggi come un tempo, i vini pregiati frutto delle colline che circondano il borgo. Da anni infatti la proprietà, i Marchesi Pinelli Gentile, che lo utilizza comunque come residenza, porta avanti una politica di riuso dell’immobile al servizio dell’attività vitivinicola che ha reso il proprio prodotto noto non solo in ambito nazionale ma anche all’estero, con l’individuazione di una funzione di riutilizzo degli spazi non adibiti a residenza che fosse compatibile con l’edificio antico e con il contesto storico in cui esso ricade. Per questo non bastava ristrutturare e risanare l’edificio con un attento restauro portato avanti ormai da anni; si voleva, si doveva valorizzarlo appieno, migliorandone la fruibilità. A tal fine sono stati individuati nell’antica bigattiera i locali idonei a creare uno spazio di rappresentanza al servizio sia della residenza che dell’attività vitivinicola riportando all’antico splendore una parte del castello da tempo in disuso. Non a caso sono stati scelti i prodotti della Linea Bio-architettura FASSA. Un ciclo completo, creato per rendere più salubre e vivibile qualsiasi realtà abitativa, per costruire e ristrutturare “a misura di natura”. Una linea la cui qualità è certificata dal marchio di tre prestigiosi istituti europei (ANAB, IBO, IBN), che ne attesta la piena rispondenza ai canoni dell’architettura biologica. Soluzioni che hanno consentito il perfetto recupero dei saloni della bigattiera, adattandosi ottimamente alle caratteristiche peculiari dell’edificio nel suo complesso. L’intervento di recupero ha consentito la realizzazione di un vasto spazio di rappresentanza, utilizzabile per convegni, mostre e concerti con la possibilità di renderlo fruibile anche per ricevimenti e catering, composto da due locali di diversa ampiezza. Nel più piccolo, data la notevole umidità (dal 30% al 92%), è stato utilizzato un ciclo completo deumidificante: S 639 e S 650 fino a metà parete, S 605 per la rifinitura. Nel locale più grande gli stessi prodotti sono stati utilizzati soltanto sul lato a contatto con il terrapieno, mentre per i restanti muri, più asciutti, è stato impiegato il bio-intonaco KB 13, rifinito con S 605. L’intervento, progettato e diretto dall’arch. Paola Mascherini e realizzato dall’impresa ‘Società Costruzioni Novesi’, contribuisce al mantenimento ed alla valorizzazione di un patrimonio storico ed architettonico di grande pregio che va conservato e reso fruibile. Iniziative come questa arricchiscono l’offerta turistica del nostro paese e premiano l’impegno di chi, come i Marchesi Pinelli Gentile, ha saputo mantenere inalterato lo splendido borgo dominato dal castello, un vero gioiello del Piemonte. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto