Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Fin dai primi progetti (anni ’90), gli Architetti Eric Dubosc e Marc Landowski dell’omonimo Studio parigino, testimoniano la possibilità di ottenere risultati validi realizzando complessi abitativi avanzati, sia per gli intendimenti sociologici che per l’impiego di tecnologie e materiali alternativi e innovativi, capaci tuttavia di rimanere nell’ambito di una economicità prestabilita. La motivazione che ha indotto gli Architetti a progettare con elementi costruttivi “a catalogo” si collega al sistema della cosiddetta “costruzione a secco”, dove dall’integrazione di “tasselli” eseguiti in officina con risorse tecnologiche tipiche delle lavorazioni meccaniche, si perviene al completamento del “mosaico”, utilizzando in prevalenza operazioni a secco: la cosiddetta “filiére seche”. La componentistica strutturale in acciaio viene “nobilitata” con un disegno progettuale che, pur ricorrendo all’impiego di profilati tipici di serie e connessioni correnti, conferisce al complesso edilizio una espressività formale che integra l’aspetto funzionale con la valenza architettonica. E’ un nuovo modello di industrial design applicato all’edilizia civile. Non edifici “scultura” difficilmente riproponibili, ma assemblaggio sapiente di componenti prodotti con criteri industriali a qualità costante ed elevata produttività e maggiore sicurezza in cantiere. Anche la copertura è momento significativo dell’edificio. Le coperture a botte in pannelli di lamiera grecata preverniciata dei complessi residenziali di Dubosc e Landowski presentano uno sky-line caratteristico ed originale, con linee avvolgenti e protettive e colorazioni mirate alla funzionalità del sottostante spazio abitato. Le nuove città, come il recupero di quelle esistenti, sono i luoghi di tutti i giorni, ripensati attraverso aggiornati sistemi costruttivi, per offrire edifici residenziali in termini di benessere ed equilibrio energetico. Kronos, su un’isola della Loira a Nantes, insediamento ottagonale richiuso su se stesso come i carri dei pionieri disposti a bivacco notturno, rappresenta un interessante contributo all’innovazione urbanistica ed all’applicazione del sistema “a secco” in quanto a concezione plani-volumetrica, strutturale e cromatica. Le pareti esterne ed il manto di copertura sono in pannelli di lamiera grecata preverniciata color oro. La tipologia geometrica dei pannelli è a doghe lineari (modanatura), con una grecatura a sezione ricorrente. Le travi calandrate dell’orditura della copertura, come le travi reticolari con funzione controventante collocate all’interno della corte, contribuiscono all’impostazione innovativa del progetto, integrando con armonia e sobrietà il sistema strutturale a vista con il manto di copertura ed i pannelli di parete. Il complesso di edilizia residenziale agevolata di Nantes costituisce un riferimento utile per superare l’impasse della mano d’opera non specializzata e per usufruire dell’esperienza di addetti provenienti da settori similari: per questa realizzazione è stato infatti utilizzato il personale di cantieri navali in fase di progressiva chiusura. Con l’impostazione progettuale di Dubosc e Landowski la diminuzione del costo di costruzione si abbina ad un potenziale miglioramento della qualità dei materiali impiegati, con conseguente incidenza sulla pianificazione del life cycle dell’edificio stesso. Componenti prefabbricati con materiali certificati e di lunga durata che non richiedono per loro stessa natura manutenzione straordinaria, significano industrializzazione del processo edilizio ed economicità di gestione. Kronos si colloca adeguatamente nella sua dimensione temporale: tecnologia avanzata per struttura portante, impiantistica ed isolamento termo-acustico, costi contenuti, servizi adeguati con parcheggio in sottosuolo, spazio interno comune a favore della socializzazione. Il piccolo taglio degli 81 appartamenti a pianta libera con pareti mobili prevede un’utenza giovane a rotazione rapida. L’intenso colore delle pareti esterne si propone come alternativa diversificata e in fittizio contrasto nell’ambiente circostante. Le aperture a oblò sulla corte attribuiscono all’edificio l’aspetto familiare dei vicini cantieri navali. Le quattro grandi travi a traliccio che si uniscono nel centro della corte dichiarano un intento ludico, quasi “giostra per giganti”. Infine, la significativa denominazione mitologica vuole costituire un riferimento all’età dell’oro, ricordo mitico di quando gli uomini vivevano in serenità, ma soprattutto proposta ed incentivo al possibile rinnovo dell’habitat moderno per una realtà di benessere quotidiano. Articolo redatto dall’Arch. Maria Luisa Conti Si ringrazia per la collaborazione l’AIPPEG, Associazione Italiana Produttori Pannelli ed Elementi Grecati Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto