La filosofia della luce per gli spazi pubblici

L’intervento in cui si colloca il “Multispace MINI-H.C.-NOY“ (Multispace Noy + Habits Culti + Mini) recupera la superficie di 2500 mq. circa di una Autorimessa degli anni 50 situata in centro a Milano nei pressi di Corso Vercelli.
L’obiettivo era di trasformare l’Autorimessa in uno spazio commerciale di nuova generazione che abbinasse tre diverse realtà economiche e di vendita: Noy, sofisticato caffè ristorante; Habits Culti, boutique, emporio di oggetti, complementi di arredo, fiori essenze, prodotti per il corpo e trattamenti nella S.P.A. e MINI Space Ambros Saro, showroom della nota casa automobilistica, e le mettesse in sintonia e comunicazione secondo la chiave di un concept store.
Il filo conduttore è il piacere, il benessere, il design e le emozioni che ruotano attorno all’acquisto. Il caffè-ristorante ospita esposizioni d’arte, il negozio Habits Culti aree di intrattenimento e salotti. Si entra per visitare, incontrare, intrattenersi, consumare un pasto o uno snack, e anche per comprare.
É il nuovo soft trade (consumo morbido): negozi pensati non solo per vendere.
L’edificio è un unico contenitore con più anime dove si incontrano e giocano la stessa partita, associandosi, tre prestigiosi marchi e tre mondi: il mondo freddo dell’automobile, quello più emozionale degli oggetti di arredamento, quello più sensoriale delle essenze, dei profumi, dei fiori, quello del benessere del corpo, quello della buona tavola.
Lo spazio è aperto e fluido, unificato da percorsi comuni. I passaggi da un’attività all’altra non sono delle barriere ma vetrine. É come passare da un ambiente ad un altro in una casa. Ogni ambiente ha la sua caratteristica ma fa parte di un insieme coerente. La grande vetrata che separa lo showroom Mini da H.C. fa si che siano uno per l’altro sia vetrina che sfondo scenografico.
All’esterno, un uniforme rivestimento in piastrelle bianche ripropone in chiave moderna l’architettura delle autorimesse degli anni 50. All’interno invece, il vivace contrasto cromatico e di materiali dei controsoffitti differenzia le tre realtà commerciali: soffitto nero per H.C., volumi azzurri (contenenti gli apparecchi illuminanti e di condizionamento) sospesi sotto la volta rivestita in legno chiaro per il ristorante Noy, volumi bianchi sullo sfondo tinteggiato in nero dell’originario solaio in cemento prefabbricato per lo show-room MINI.
Questo loro carattere non risulta mai in contrasto o antagonismo ma produce emozionanti sinergie. É bello vedere la Mini deformata dai vasi esposti sui bei scaffali dell’H.C., come è molto riuscito l’abbinamento del mondo giovane e un poco frizzante del design Mini con gli oggetti, le luci e le atmosfere dello spazio Habits Culti.
Il Multispace è completato dal caffè ristorante NOY, locale pensato per intrattenersi con grande comodità, con una cucina che mescola alcune raffinatezze fusion a piatti più tradizionali con un invitante posizionamento di prezzo per il pranzo ed il lunch domenicale, in modo da attirare una fascia di clienti allargata.
Elemento centrale per posizione, è la scala che mette in comunicazione i due piani e che conduce al livello inferiore della SPA di Habits Culti. Punto di vista privilegiato su tutte le attività da cui si coglie con stupore l’articolazione degli ambienti. E’ una sorta di spazio ponte che unisce come una cerniera le varie attività ma contemporaneamente è uno spazio autonomo architettonicamente , una piazzetta ricavata sfondando il solaio del piano terra ottenendo un grande volume vuoto.
Marco Pollice della Pollice Illuminazione, che ha curato il progetto illuminotecnico sia per il Noj che per il mini space, ci propone un’interessante analisi sul ruolo e la filosofia della luce negli spazi pubblici. “Viviamo in un’epoca in cui la comunicazione ha assunto aspetti importantissimi e viviamo anche in un’epoca in cui indispensabile saper vendere: le due cose vanno d’accordo, nel senso che per ottenere la seconda, bisogna saper comunicare le caratteristiche di un prodotto e le sue qualità; l’oggetto deve diventare quindi perfettamente leggibile.
Bisogna inoltre comunicare interesse, piacere al guardare, sensazioni accattivanti, pervase dalla sorpresa di vedere cose nuove e piacevoli e dal sentirsi al proprio agio nel guardarle.
Il guardare ha come presupposto la luce ed essa deve essere ben calibrata, motivata e progettata, per garantire che si verifichino tutte le caratteristiche prima descritte. È un’operazione difficile, che sta al punto di incrocio tra il marketing, la psicologia della percezione, la conoscenza delle tecniche e delle tecnologie di progettazione illuminotecnica.
Oggi un negozio è come un palcoscenico, sul quale prodotti e servizi entrano in scena. Un allestimento ben progettato diventa fattore predominante per condizionare positivamente l’esito di una vendita. La luce è insostituibile. La luce sottolinea, accentua, definisce i colori, attira l’attenzione, presenta i prodotti, dà tono al negozio.
Tutte le espressione del nostro quotidiano ci presentano come primario il problema della comunicazione del messaggio, che investe tutti i campi. Si accentuano quindi caratteristiche di specializzazione e di preparazione tecnica sotto tutti gli aspetti. Il ruolo dell’illuminazione è evidente.
È infatti assodato che un determinato ambiente generi in noi una varietà di sentimenti gradevoli o sgradevoli, di benessere, di comfort o di disagio.
Se si riflette bene si può capire l’importanza di una buona illuminazione. L’oggetto illuminato deve attrarre, suscitare desiderio e da qui deve nascere l’acquisto. Il sistema di illuminazione amplifica e sostiene l’intera opera di trasformazione dei punti vendita.
Un’illuminazione basata sulla scientificità, frutto di costante ricerca e di un appropriato studio tecnico, risulterà positiva in termini di significato.
Sarà dunque opportuno mantenere il valore della luce come elemento da privilegiare nell’affrontare l’organizzazione di uno spazio, sia esso un negozio, un centro commerciale, uno stand o una galleria d’arte.
La forma, il colore, il tatto, il movimento e la luminosità sono elementi fondamentali che suscitano emozioni e coinvolgono il cliente.
L’illuminazione non deve mai essere violenta ma gradevole, e non discostarsi mai troppo de quella che è la luce naturale, anzi essere di supporto alla stessa. Inoltre un punto vendita ben illuminato non costituisce soltanto un elemento di vivacità ed attrazione, ma anche di sicurezza, favorendo l’aggregazione nelle ore in cui molte strade sono deserte e buie, e destano sensazioni di disagio.
Il sistema di illuminazione di uno spazio commerciale, deve soddisfare diverse esigenze basilari, e cioè:
• Illuminare l’ambiente generale in modo accogliente ed il prodotto con un sistema che sia attrattivo per chi lo osserva, con un sistema il più flessibile possibile;
• Prevedere ad un sufficiente livello di qualità di illuminazione a seconda della zona da illuminare, esterno, vetrina, spazio espositivo, camerini, etc.
• Fornire cose diverse a persone diverse in momenti diversi: non esistono infatti soluzioni luminose sempre adatte ad ogni momento
• Sottolineare i punti focali e di osservazione, oltre che valorizzare i diversi tipi di materie e texture, al fine di ben sottolineare le caratteristiche del prodotto
• Creare una progettazione equilibrata e stratificata che crei la giusta armonia tra l’illuminazione d’accento e quella d’ambiente per favorire il passaggio dei clienti e tutte le varie attività che vi si possono svolgere
La luce non è solo un costo ma anche un investimento, un elemento di merchandaising. Un’appropriata illuminazione migliora la leggibilità del punto vendita, evidenzia immediatamente le aree di cui si desidera aumentare la produttività, guida nella penetrazione e stimola il cliente all’acquisto.
Fattori ergonomici, estetici, di immagine, di qualità espositiva e di produttività commerciale si fondano sulla ricerca di nuove soluzioni creative e tecnologiche legate all’illuminazione, che diventano un mezzo per differenziare e ravvivare la continuità espositiva, creando animazione”.

Multispace MINI-H.C.-NOY
Progetto architettonico
Architetto Silvio Maglione per tutto il complesso
Daniela Micol Wajskol e Valentina Russo Interior designer per ristorante-lounge bar NOJ
Spazio Habits Culti (sia la Spa sia il negozio) è stato progettato architettonicamente da Silvio Maglione, mentre il progetto di allestimento e arredamento è di Culti.
Per il Mini Space (show room Mini) Maglione ha progettato anche l’allestimento.
Progetto illuminotecnico
Pollice Illuminazione progettista illuminotecnico sia per il Noj che per il Mini Space

Per ulteriori informazioni
www.polliceilluminazione.it

Fonte: www.infobuild.it



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