Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Dalle fabbriche di alcuni decenni fa a zona residenziale con verde e servizi collettivi. Un quartiere della Milano che cambia e che prosegue la sua trasformazione con un’architettura di qualità fatta di volumi e di colori innovativi Un complesso residenziale in cui alloggi in proprietà, in locazione e forme di co-housing coesistono grazie al ruolo delle cooperative di abitazione e a un piano di governo del territorio che punta sul mix abitativo a cura di Pietro Mezzi ©Stefano Anzini Indice degli argomenti: Living in the Blue I numeri del progetto L’architettura Lambrate, zona est di Milano. Un quartiere in rapida trasformazione: da sito produttivo industriale di alcuni decenni fa (dalle fabbriche dell’Innocenti e di De Tomaso sono uscite la Lambretta e la Mini) a zona oggetto di riqualificazione funzionale con nuove residenze (il quartiere Rubattino), aree verdi, laboratori artigiani, un supermercato, grandi spazi commerciali e location per gli eventi del Fuorisalone. Un quartiere, quello di Lambrate, che in poco più di vent’anni ha cambiato la sua identità e che ancora oggi è oggetto di nuove iniziative come il riuso della caserma Mercanti nella zona sud (a confine con l’Ortica, altro quartiere storico di Milano) e i piani integrati di intervento in quella est. Living in the Blue Il progetto di Living in the Blue, commissionato all’Atelier(s) Alfonso Femia da due cooperative di abitazione – la Cooperativa Dorica, del Consorzio Cooperative Lavoratori, e l’Ecopolis Casa, di Delta Ecopolis – trova le proprie basi fondative nella definizione degli spazi aperti e verdi, i quali hanno definito le volumetrie residenziali delle due nuove palazzine. Una vista dalla strada (credits, ©Stefano Anzini) Si tratta di due edifici semplici, che si articolano attraverso le volumetrie dei balconi, ora come sistema a cascata e appoggiato al volume edilizio, ora puntuali come spalti nel cielo, vere prosecuzioni dello spazio interno verso l’esterno. La facciata di uno degli edifici con gli ampi terrazzi (credits, ©Stefano Anzini) I due edifici si compongono e si scompongono in un dialogo continuo con la materia e il suo rapporto con la luce: cangiante con la ceramica, in chiaroscuro con il legno, omogeneo sui muri intonacati disegnati a sequenza geometrica cromatica: un omaggio, quest’ultimo, alle opere Positivo-negativo di Bruno Munari. Le facciate in ceramica di colore blu (credits, ©Stefano Anzini) Altro elemento fondativo del progetto, cuore della trasformazione urbana, è il parco, in quanto elemento capace di mettere in relazione gli spazi aperti, le piazze, i percorsi e le connessioni. I due edifici, con un impianto planimetrico ad “elle” si sviluppano per nove piani fuori terra, delimitando una nuova piazza pubblica aperta verso la città. Il piano terra si caratterizza per la presenza di spazi dedicati al commercio e ai servizi per i cittadini, oltre agli ingressi di tutte le hall dei vani scala. ©Stefano Anzini La grande permeabilità dei flussi, che si renderà possibile grazie a spazi a portico che attraversano completamente gli edifici, permette di collegare la piazza centrale con il parco che perimetra i due edifici a sud e a ovest, creando un continuum tra piazza Vigili del Fuoco e il giardino, di cui la piazza rappresenta lo snodo principale. I numeri del progetto L’intervento sviluppa complessivamente 12.404 metri quadrati, di cui 8.360 di edilizia convenzionata agevolata in proprietà, 3.344 di edilizia convenzionata agevolata in locazione e 700 metri quadrati di spazi commerciali al piano terra. In basso i due ingressi agli edifici (credits, ©Stefano Anzini) L’iniziativa – partita nel 2014, con l’avvio dei lavori nel 2016 e il loro termine nel 2020 (sono di queste settimane le opere di sistemazione delle aree verdi) – accoglierà 104 alloggi di proprietà, 46 alloggi in affitto, 5 spazi commerciali e 2 alloggi plurifamiliari (co-housing) di 26 posti letto. Ai piani terra verranno messi a disposizione dei residenti due spazi per attività e servizi condivisi con una sala polifunzionale per attività comuni ludiche e di incontro, uno spazio officina per attività di hobbystica e una lavanderia comune per il condominio. In basso, l’ingresso e la piazza pubblica (credits, ©Stefano Anzini) I parcheggi sono stati collocati nei due piani interrati situati al di sotto dei due edifici e della piazza centrale. L’ingresso avviene da una rampa situata all’interno dell’edificio a nord: questo permette di non percepire l’auto dalla piazza, dedicandola completamente a pedoni e biciclette e definendo un grande suolo pavimentato per gli abitanti del quartiere, completamente aperto durante le ore diurne, che diventerà porta di accesso al nuovo parco. L’architettura I due edifici si caratterizzano per i loro ampi terrazzi e spazi loggiati, che permettono di vivere lo spazio esterno come una estensione del singolo appartamento; le finestre a tutta altezza enfatizzano ulteriormente la permeabilità tra interno ed esterno. Le facciate dei due edifici raccontano i principi a scala urbana con i quali è stato sviluppato l’impianto di progetto, sottolineando il valore della piazza centrale e caratterizzando le facciate che si affacciano verso di essa con un materiale cangiante e tridimensionale come la ceramica di colore blu, mentre le facciate che si confrontano con il contesto urbano si caratterizzano per l’uso dell’intonaco in campiture di colori differenti che scompongono il grande volume delle facciate. Particolare del rivestimento in ceramica di una delle facciate (credits, ©Stefano Anzini) Il costo medio degli alloggi a metro quadrato è di 2.150 euro (il riferimento è a un piano di abitazione medio). Il costo degli affitti è di 75 euro a metro quadrato l’anno (il valore medio a Milano è di 130 euro/mq/anno; nda). Infine, il costo di un posto letto in co-housing varia da 250 euro in camera doppia a 450 euro in camera e bagno singoli. Il fronte sud del complesso (credits, ©Stefano Anzini) Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto