Architettura futuristica sul lungofiume di Lisbona.
Lisbona è una città davvero ricca dal punto di vista culturale: si affaccia nel panorama di questa effervescente città il MAAT, nuovo museo di arte, architettura e tecnologia progettato dallo studio AL_A dell’architetto inglese Amanda Levete. Il nuovo centro culturale sorge lungo la sponda del fiume Tago ed è rivolto a ospitare un programma transdisciplinare di mostre ed eventi: Lisbona si appresta a diventare punto di riferimento per la cultura europea, grazie a un museo in cui tre discipline contemporanee dialogheranno tra loro.
Il progetto di Amanda Levete è inserito nel più ampio contesto di rigenerazione urbana del quartiere di Belèm: l’architettura diventa punto d’incontro e dialogo tra l’antica Lisbona e la zona del fiume Tago, esclusa dalle dinamiche culturali a causa della presenza della ferrovia e di una super strada.
15.000 mila piastrelle compongono la copertura del MAAT creando una superficie totalmente calpestabile: il tetto diventa parte integrante dell’edificio donando alla cittadinanza uno spazio pubblico da vivere per una passeggiata lungo il fiume. L’edificio di Amanda Levete non è pensato per essere a se stante, ma per essere un elemento immerso nella complessità della città.
È proprio la copertura dell’edificio l’elemento che colpisce maggiormente l’attenzione: questo spazio pubblico è caratterizzato da tratti dolci e curvi che declinano fino a “fondersi” con il Tago, simboleggiando così l’unione tra terra e fiume.
Tra terra e acqua, tra fiume e città
L’architettura trae ispirazione dal contesto: l’acqua diventa l’elemento focale della ricerca progettuale di Amanda Levete. L’architetto ha ricreato il movimento delle onde, così come ha scelto le ceramiche bianche in grado di riflettere le luci e le vibrazioni dell’acqua immergendosi nel Tago.
Gli oltre 7 mila metri quadrati progettati dallo studio AL_A ristabiliscono la connessione tra le due zone della città, creando un nuovo spazio per i turisti e i cittadini e rilanciando così il lungofiume.
Gli interni sono altrettanto interessanti: troviamo la sala ovale da cui partono le quattro gallerie che si snodano nella struttura sotto il livello del suolo, in un percorso che segue le curve morbide e spigolose del museo.
Fabiana Valentini
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