Magazzino del Sale

Commissionato dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova all’architetto Renzo Piano, al quale Vedova era legato da lunga e profonda amicizia, il progetto del Magazzino del Sale è stato completato nel 2010.
La Fondazione ha seguito le indicazioni del maestro veneziano che, ancora in vita, aveva potuto condividere la straordinaria idea dell’amico Piano con grande entusiasmo e partecipazione. Lo spazio del Magazzino è stato rispettato senza nessun intervento sulle originarie pareti in mattoni né sulle capriate che sostengono la copertura. Sul pavimento in masegni di pietra è stato appoggiato un impalcato in doghe di larice spazzolato, leggermente inclinato, che accentua la percezione prospettica del Magazzino.

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Sotto la pedana sono stati alloggiati gli impianti che utilizzano fonti di energia rinnovabili. Nella parte iniziale del Magazzino due grandi pareti divergenti, asimmetriche e diagonali rivestite in doghe di larice come il pavimento, a tutta altezza, accolgono i visitatori e contengono le attività di servizio: biglietteria, guardaroba, servizi igienici etc. Nella parte finale del Magazzino sono archiviate, perfettamente allineate nella apposita struttura metallica, le opere. Al centro delle capriate e per quasi tutta la lunghezza dell’edificio è fissato un binario lungo il quale si muovono dieci navette robotizzate. Comandate elettronicamente, dotate di bracci mobili ed estensibili e di un argano che ne permette differenti altezze, prelevano le opere dall’archivio, le portano nello spazio espositivo e le posizionano nel punto previsto. Una macchina realizzata dalla Metalsistem di Rovereto, incaricata dallo studio RPBW – Renzo Piano Building Workshop.

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Gli antichi Magazzini del Sale alle Zattere, sono dei monumentali contenitori ormai pronti ad entrare in un circuito di attività cittadine a forte vocazione culturale. Uno dei nove Magazzini, il primo a sinistra per chi guarda dal Canale della Giudecca, grazie ad una convenzione stipulata tra il Comune di Venezia e la „Fondazione Emilio e Annabianca Vedova‟, sarà lo spazio destinato ad accogliere le opere di Emilio Vedova

UNO SPAZIO DINAMICO
Il progetto si basa su un‟idea molto semplice e frugale: non tradire il carattere originario del Magazzino e contemporaneamente invaderlo con un‟azione espositiva dinamica e, in un certo senso sorprendente. La forza di questa idea non sta nella sua vastità, ma piuttosto nella sua intensità. Il Magazzino resta „magazzino‟: lo spazio viene rispettato nella sua originaria e sobria robustezza, mantenendo inalterate le pareti in mattoni e lo scheletro ligneo della copertura.
Sul pavimento in pietra viene appoggiato un impalcato in legno leggermente inclinato che, contribuendo a contrarre la percezione prospettica dello spazio, permetterà di alloggiare al suo interno gli impianti elettrici e di condizionamento.

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Grazie ad un sofisticato dispositivo robotizzato unico nella sua concezione, le opere vengono prelevate dal loro “deposito” in fondo al Magazzino e lentamente presentate, una per una. Appese ad una navetta dotata di bracci mobili e orientabili scendono lungo le antiche capriate e raggiungono la loro postazione, dominando lo spazio, a differenti altezze, all‟interno di un campo di luce concentrato che ne garantisce una illuminazione ottimale.
È possibile contemplare contemporaneamente una decina di opere: poi esse ritornano nell‟archivio e lasciano il passo ad una seconda serie di opere che si alternano nello spazio espositivo, e poi ancora altre… Le trenta tele archiviate nel Magazzino verranno ciclicamente alternate con altre, secondo cicli espositivi che, nel loro arco temporale complessivo, porteranno alla consultazione dell‟intero lavoro di Vedova.
Le tele si alternano a sculture o a opere tridimensionali pensate per essere disposte a terra: queste vengono appoggiate su porzioni di impalcato orizzontali sovrapposte al piano inclinato della pavimentazione.

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In occasione dell‟esposizione di opere di Vedova di formato ridotto, è previsto l‟utilizzo di pareti temporanee autoportanti disposte sui lati del Magazzino. Il sistema espositivo è pensato, nel suo complesso, per essere dinamico e flessibile. I tre dispositivi espositivi – i bracci mobili a cui appendere dall‟alto le grandi opere, le porzioni di pavimento orizzontali, le pareti autoportanti giustapposte alla struttura muraria originaria – costituiscono gli strumenti per esporre le opere di Vedova ma anche per ospitare contemporaneamente, mostre di altri autori.

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