Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Maison de la Paixè è un progetto architettonico cuore del Campus de la Paix e rappresenta una piattaforma importante a livello mondiale per le questioni legate alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo. L’obiettivo della Confederazione di rafforzare il ruolo della Svizzera quale Stato ospitante organismi ed eventi internazionali trova concretezza in progetti d’infrastruttura come questo che consolidano l’offerta “intellettuale” di Ginevra. Questo edificio spettacolare di vetro con una forma particolare che ricalca il disegno di sei petali, situato nel cuore del distretto internazionale di Ginevra, nei pressi della sede europea delle Nazioni Unite, nasce per accogliere i dipartimenti di ricerca e amministrazione dell’IHEID, oltre che un campus per gli 850 studenti, prima sparsi in tutta la città. Inoltre, qui troveranno posto tre organismi finanziati dal governo svizzero: il Centro per il controllo democratico delle forze armate (DCAF), il Centro di politica di sicurezza (GCSP) e il Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD). L’edificio ospiterà infine diverse altre organizzazioni che si occupano di promuovere la pace, la sicurezza e lo sviluppo a livello mondiale. Insieme, l’Istituto e i tre Centri, rendono la Maison de la Paix un importante polo di competenza internazionale che rappresenta il contributo della Svizzera alla promozione a livello mondiale della pace e della cooperazione internazionale. La posizione della Maison de la Paix è unica per la sua dislocazione nel cuore della Ginevra internazionale, vicino all’aeroporto e alla stazione ferroviaria centrale, e facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. A seguito di un concorso internazionale di architettura, l’architetto Eric Ott (IPAS, Neuchâtel) è stato selezionato per l’originalità della proposta in risposta alle necessità di spazio e concetti dell’edificio. Il disegno dalla forma rettangolare allungata ricorda i petali di un fiore, tanto che, fin da subito,”Petalo” è diventato il termine per descrivere ogni parte dell’edificio. La leggerezza del volume dell’edificio dunque si materializza in petali diversi tutti riposti su un unico basamento. Le linee curve del vetro che riveste le facciate, e le differenze di altezza di ogni petalo, creano una struttura spettacolare ed elegante, che prende vita e si evolve a mano a mano che il visitatore si muove intorno ad esso. La molteplicità delle curve all’interno dell’edificio, in assenza di un unico muro rettilineo, crea stanze originali e suggestive. Gli ambienti più suggestivi sono l’auditorium Ivan Pictet, la scala a chiocciola nell’atrio del primo petalo e la le connessioni curve tra i due livelli della libreria. Oltre al movimento apportato all’intero complesso, questi spazi conferiscono all’edificio una forte identità basata su di una notevole armonia. L’area riservata per l’Istituto comprende: 600 posti dell’auditorium Ivan Pictet, suddivisibile in due sale più piccole da 400 e 200 posti Un auditorium da 100 posti La Biblioteca Kathryn e Shelby Cullom Davis, che copre 4.500 mq su due livelli con 330 postazioni di lavoro 11 aule e 10 sale per seminari Una caffetteria con 170 posti, nonché una terrazza con 60 posti a sedere La struttura L’edificio è costituito in parte da cemento armato in lastre fondato su una struttura tubolare, rinforzato da travi visibili sulla facciata a forma di croce. L’intera struttura è ancorata a terra con pali fino a 20 metri di profondità. All’ingresso principale, una sporgenza di 21 metri è stata realizzatagrazie ad un traliccio ad arco posto nella facciata del primo petalo. Nella sala principale, l’imponente struttura tridimensionale che poggia su sei colonne consente panoramisconfinati. Infine, i 37 metri diluce libera che coprono le scale sotto il quarto petalo, hanno richiesto un traliccio ad arco nella facciata del petalo (Elementi orizzontali con travi HEM260collegati attraverso ROR 323,9 x 25 mm.). Per quanto riguarda la struttura, realizzata da Stahlbau Pichler, i 6 “petali” sono costituiti da acciaio S355, le strutture portanti verticali sono costituite da tubi tondi ROR 323,9 x 25 mm. Controvento verticale a traliccio a croce di. S. Andrea e dispositivi anti-foratura fanno parte della struttura metallica in forma di strutture trasversali. Tutto l’assemblaggio è stato realizzato sul posto. Le facciate Ancora a Stahlbau Pichler è toccato il prestigioso compito di sviluppare le facciate dell’intera “Casa”. Oltre 15.000 mq di facciate in acciaio a doppia pelle. La facciata dell’edificio è a doppio strato. Lo strato interno è dotato di vetro triplo ad elevate prestazioni, che garantisce protezione termica massima, e un sistema automatico che gestisce la quantità ideale di sole negli uffici, nonché un ottimale irradiamento del calore. Un secondo strato di doppio vetro, separato dal primo strato da una passerella per la manutenzione, offre uno schermo acustico supplementare e protezione dall’inquinamento della ferrovia e della città. Le facciate a doppia pelle sono ideali per creare un microclima interno ed una qualità dell’aria indoor migliore rispetto ad un sistema di rivestimento tradizionale: costituendo una doppia pelle, il paramento esterno è un vetro camera basso-emissivo, e quello interno, apribile per consentire l’accesso all’intercapedine, è costituito da una lastra di vetro singolo. L’intercapedine ventilata include il dispositivo di schermatura della radiazione solare. Il sistema di facciate proposto da Stahlbau Pichlerè in grado di resistere ai carichi di progetto (vento, peso proprio, neve,…) agenti sull’edificio in base alla sua ubicazione, proteggere l’edificio dall’ambiente esterno (variazioni di clima, intemperie,..), garantendo che non ci siano per esempio infiltrazioni di acqua e garantisce le migliori caratteristiche termiche e acustiche, assicura la protezione dal fuoco in diverse forme e le sue prestazioni durano nel tempo conferendo all’edificio un determinato valore estetico nel rispetto della sua funzionalità. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto