Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Il Museum of Islamic Art di Doha rappresenta il primo di cinque grandi musei, la cui progettazione è stata affidata all’architetto cinese Pei, autore della piramide del Louvre, voluti dallo sceicco Hamad bin Khalifa Al Thani e destinati ad ospitare la sua straordinaria collezione d’arte islamica. I.M. Pei prima di iniziare la progettazione vera e propria del Museum of Islamic Art di Doha in Qatar ha preferito intraprendere un lungo viaggio per il Medio Oriente finalizzato alla comprensione dell’architettura islamica e alla ricerca di una fonte di ispirazione, trovata nella moschea di Ahmad ibn Tulun al Cairo. Il Mia è costruito su un’isola artificiale a sessanta metri dalla passeggiata che si affaccia sul mare: un parco di circa 64 ettari di dune e oasi sul litorale alle spalle del Museo offre rifugio e uno sfondo pittoresco. Si tratta di un complesso di 41 mila mq, composto di blocchi quadrati e ottagonali in pietra bianca sovrapposti l’uno all’altro e organizzati in una progressione geometrica culminante in una torre centrale. Costruito con materiali pregiati, quali l’acciaio, il granito, il calcestruzzo, il Museo è costituito da un edificio di cinque piani principale e uno a due piani, che sono collegati attraverso un cortile centrale. Una cortina di vetro sul lato nord del Museo offre una vista panoramica sul Golfo e sulla zona del West Bay di Doha, da tutti e cinque i piani dell’atrio. I soffitti sono impreziositi da cupole a cassettoni. Il risultato è un capolavoro di astrazione e purezza che nulla ha da invidiare ai grandi musei internazionali a cui lo sceicco Al Thani aspirava. L’architetto ha deciso di donare un’aura mistica e spirituale alla sua creazione, ispirandosi alle linee essenziali della moschea di Ilb Tullum del Cairo. Gli interni sono stati invece disegnati dall’architetto francese Jean-Michel Willmotte, che ha reso la perfezione e la ricercatezza dell’arte islamica attraverso pareti intarsiate di inserti di porfido e legno e una illuminazione studiata nei minimi dettagli, per creare un’atmosfera intima. Il progetto dell’illuminazione, infatti, enfatizza il moto ascensionale degli elementi architettonici. Un grande candeliere circolare, reminescenza delle tradizionali lampade ad olio a sospensione, funge da elemento di mediazione spaziale. Il museo vanta una direzione prestigiosa, quella dell’inglese Oliver Watson, proveniente dal Victoria and Albert Museum di Londra, e ospita una collezione permanente di ottocento reperti artistici e storici quali miniature, ceramiche antiche, piastrelle turche, quadri di epoca khadjar, tappeti persiani, velluti ottomani con filature d’oro, strumenti di astronomia d’oro, meridiane di legno, gioielli con rubini e smeraldi. Tale collezione illustra la cultura islamica dal VII al XIX secolo, un viaggio nel tempo e nello spazio partendo dall’ Egitto, passando per il Medio Oriente per approdare infine in India. Odorizzi Porfidi si è prestata a firmare la prestigiosa struttura con oltre m² 6.000 di porfiris® grigio perla levigato e spazzolato, utilizzato come base di appoggio e come pavimentazione che accompagna il visitatore attraverso il tempo e attraverso le testimonianze delle civiltà. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto