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A Peccioli, borgo della Valdera, il Comune prosegue la sua ricerca nel campo della sostenibilità e del recupero dei centri minori. Il masterplan di C+S Architects di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini propone un nuovo complesso di edilizia sociale basato sull’arbicoltura e la rigenerazione del paesaggio: dodici micro fattorie. Un esempio che guarda al futuro A cura di: Pietro Mezzi Render del masterplan di C+S Architects per il comune di Peccioli Indice degli argomenti Toggle Il campo di sperimentazioneLe nuove residenze socialiParla la progettista Maria Alessandra SegantiniUn modello innovativoUn progetto per una nuova cultura Siamo a Peccioli, nel Valdera, in provincia di Pisa, in uno dei borghi più belli del nostro Paese, dove si sperimenta la possibilità di rinascita dei centri minori di cui è ricca la nostra Penisola. Qui, da alcuni anni convivono e dialogano il presente e il passato, l’arte e la storia dei luoghi, di una comunità che punta su cultura e ambiente. Un esempio di qualche anno fa di questa ricerca è l’intervento di riqualificazione di Palazzo senza Tempo, che porta la firma di Mario Cucinella, con la sua spettacolare promenade sospesa nel vuoto. La ricerca di borgo resiliente continua e questa volta a dialogare con il sindaco Renzo Macelloni è lo studio C+S Architects, degli architetti Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, con il loro masterplan per Peccioli: prototipo di borgo popolare in equilibrio tra ambiente costruito e habitat naturale. Il campo di sperimentazione Il campo di sperimentazione sono 12 alloggi popolari, da costruire su 11 ettari di terreno, con una capacità edificatoria di circa tremila metri cubi. Lo stato attuale dell’area di Santo Stefano a Peccioli La novità, in linea con le politiche dell’amministrazione comunale, sta nell’aver proposto una visione all’avanguardia, in cui attraverso l’arbicoltura i futuri abitanti si riconnettono alla terra. Le nuove residenze sociali Le dodici residenze sociali richieste dall’amministrazione sono state disegnate come una comunità di micro-fattorie, che traducono il sistema dei casali storici toscani in forme contemporanee. Le dimensioni variano da 80 a 130 metri quadrati; ogni unità è caratterizzata da uno spazio di soggiorno-cucina e una, due o tre camere, secondo i canoni classici dell’edilizia sociale. Le dodici case coloniche previste dal masterplan Ogni unità è disegnata da un recinto in terra cruda, che definisce anche un suolo coltivabile. Qui si innesta il concetto agricolo innovativo del “pixel-farming”, dove sono la varietà delle specie e la biodiversità a garantire un’alta produttività. La parola d’ordine è quindi un’innovazione che si nutre delle radici tipologiche reinterpretando in chiave contemporanea il casale dell’appennino Toscano e allo stesso modo lo riconnette alla coltivazione introducendo la tecnica innovativa del “pixel farming”. Parla la progettista Maria Alessandra Segantini «Si tratta – spiega l’architetta Segantini – di un intervento capace di rispondere a un bisogno di casa sociale e nello stesso tempo di generare cibo di qualità a prezzi accessibili, rigenerare paesaggi depauperati, costruire comunità multietniche e multiculturali coese, de-carbonizzare il settore delle costruzioni e innestare innovazione costruttiva e sistemi circolari in grado di rimettere in equilibrio costruito e natura. Abbiamo lavorato con il paesaggio agricolo su scale diverse. Alla scala macro abbiamo recuperato il tema dell’arboricoltura – un’alternanza di frassini maggiori e pioppi con impianto policiclico multi-obiettivo o misto – che ridisegna un paesaggio che si rigenera naturalmente diventando una risorsa anche economica per il Comune, in linea con alcuni esempi locali e quindi anche di facile gestione. Il nuovo paesaggio è disegnato da una serie di boschi circolari serviti da sentieri per le manutenzioni e taglio, bacini di raccolta dell’acqua per l’irrigazione e ricoveri per le attrezzature agricole. Tale soluzione ha permesso di ridare vita agli edifici rurali che mal si adattavano alle vecchie funzioni e che sono stati trasformati in accoglienza con offerta turistica e spazi collettivi per la nuova comunità che abiterà l’area di Santo Stefano». Un modello innovativo Molteplici sono le innovazioni introdotte con questo progetto. In primo luogo è il modello proposto che coniuga la casa sociale all’agricoltura. Lo schema tipologico dell’insediamento rurale Poi, innovative sono le tipologie agricole proposte che connettono le diverse scale del progetto, le tecniche costruttive: terra cruda o stampa 3d, legno per le strutture orizzontali e verticali, rame ossidato o zinco per le coperture che sono state disegnate come foglie appoggiate alle murature: tecniche costruttive che promuovono la decarbonizzazione nel settore delle costruzioni. Innovativo è anche il sistema di prefabbricazione delle nuove residenze di Peccioli, che sono state studiate come un kit di montaggio da poter riciclare a fine vita degli edifici. Innovativa è la costruzione di una comunità multietnica che si nutre del legame con la terra, che avrà a disposizione cibo di qualità autoprodotto e da condividere, mescolando conoscenze, ma anche semi locali con quelli provenienti da altri Paesi del mondo. Un progetto per una nuova cultura Peccioli, con il masterplan “Land-Crafted” (Community Reinvent Affordable Food Through Ecologic Design), propone una risposta ai temi ecologici, economici e sociali nei processi di trasformazione contemporanea di città e paesaggi e propone un uso del suolo in equilibrio tra il mondo vegetale e quello animale. Un progetto che promuove nuova cultura e senso di appartenenza, nella prospettiva di una generazione giovane che guarda all’Italia come il Paese dove costruire il proprio futuro. L’inserimento delle case coloniche nel paesaggio C+S Architects Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini vivono e lavorano tra Treviso e Londra dove ha sede lo studio C+S ARCHITECTS da loro fondato a Venezia nel 1994. C+S Architects lavora da molti anni sui temi della rigenerazione urbana e del paesaggio, tra cui ricordiamo la rigenerazione sostenibile dell’isola di Sant’Erasmo, la riconversione della ex-Manifattura Tabacchi e del Fondaco dei Tedeschi a Venezia, solo per citare i più conosciuti. Rispettivamente professore associato e ordinario di composizione architettonica e urbana, Cappai e Segantini hanno tenuto corsi come visiting professors in varie università degli Stati Uniti. Attualmente sono visiting scholar a Cambridge. Lo studio ha ottenuto premi, riconoscimenti e pubblicazioni internazionali e ha presentato il proprio lavoro in una serie di istituzioni internazionali, tra cui il MoMA a New York, il RIBA a Londra, la Biennale di Architettura di Venezia, il Museo di Oslo, il MIT di Cambridge e la Triennale di Milano. I nuovi volumi dell’insediamento rurale Masterplan Località: Peccioli Committente: Comune di Peccioli Progettazione: C+S Architects Superficie: 11 ettari Volume: 3.000 mc Edifici: 12 case coloniche Dimensione alloggi: 80 – 130 mq Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto