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Commissionando il progetto per la nuova Biblioteca della Pontificia Università Lateranense il Rettore Mons. Rino Fisichella aveva chiaramente espresso i suoi intenti. Voleva rendere il luogo della lettura e della consultazione dei testi il fulcro centrale dell’Università. In origine la Sala Lettura della Biblioteca era sita al primo piano nello spazio che ora accoglie il foyer dell’Aula Magna e gli uffici. La nuova Sala Lettura e l’archivio dei libri a libera consultazione sono adesso collocati nel nuovo edificio, più vicino al cuore dell’Università e accessibili dal corridoio principale del primo piano. Le Sale Lettura, prima disseminate in diversi punti dell’Università, sono ora concentrate in un unico volume, in cui sono archiviati 70,000 volumi e 750 pubblicazioni, siti in una torre libraria di sei piani, compartimentata e protetta dal fuoco. La centralità delle attività della biblioteca, archivio e sale lettura, sono architettonicamente esplicitate nel nuovo edificio e nella sua collocazione. Esternamente, il nuovo volume è posto in adiacenza ad un blocco di aulee preesistenti. Sebbene discreto nel cauto allineamento all’edificio esistente e nell’uso degli stessi mattoni in facciata, la nuova Biblioteca afferma energicamente la sua modernità nei volumi sospesi, nei contrasti tra luce e ombra, nei tagli netti tra pieni e vuoti Due, gli effetti immediati: a destra, l’ala dell’Aula Magna dichiara/manifesta con maggior evidenza la sua differenza e importanza rispetto alle ali delle Sale Lettura. Il rivestimento di facciata in travertino, la maggiore altezza , l’intero volume, distinguendosi, acquista di importanza. A sinistra della Biblioteca, l’ingresso dell’Università, ristrutturato circa dieci anni fa, risulta più esplicito, più significante. La loggia in pietra preesistente è stata demolita per far spazio alla nuova Biblioteca e, pur conservando l’ingresso al piano principale dell’Università, tramite l’attraversamento del nuovo corpo, questo risulta secondario, assoggettato gerarchicamente a quello principale. L’Università si apre verso Biblioteca grazie ad una serie di varchi che uniscono le finestre, un tempo affacciate verso l’esterno, e le aperture della torre libraria schermate con vetrate rei. Una scala in basalto conduce dal primo piano dell’Università al primo livello della Biblioteca dove, nell’ampio foyer, trovano spazio la zona di consultazione dei cataloghi informatici, il locale armadietti, la sala lettura destinata ai professori, il banco di distribuzione dei libri. Ai sei livelli di Torre Libraria si accostano 3 livelli di rampa in cui sono poste le pedane con i tavoli lettura; ogni rampa colma due livelli di Torre. L’altezza di piano della Torre Libraria è ridotta al minimo, così da evitare l’installazione di ripiani troppo alti e il conseguente uso di scale per l’accesso ai libri. I sei livelli sono collegati da una scala posta tra il muro di contenimento della Torre Libraria e la facciata della stessa, rivestita da librerie portariviste. Lo spessore della soletta, sottile quasi fosse un ripiano, trasforma la Torre in una grande libreria. La pendenza delle rampe collega la torre libraria con i tagli irregolari in facciata, creando la realtà (non solo l’effetto) di un volume galleggiante nella luce. Vista dall’esterno, di giorno, il netto arretramento delle finestre consente la vista del soffitto sfaccettato e delle 4 colonne di sostegno a mala pena visibili. Di notte i tre blocchi principali galleggiano su lame di luce. Le rampe non sono sospese nel vuoto, ma definite dalla luce che arriva verticalmente dall’alto, dal lucernario centrale, e orizzontalmente, dai tagli sulle due facciate esterne. Sulle rampe, le piattaforme in mogano accolgono i tavoli lettura, anch’essi in listelli di mogano massello. Incassate nei tavoli, le luci ambientali. Le variazioni della luce durante il giorno sono qui più evidenti che altrove: la luce del mattino entra diretta dalle finestre in facciata e più fredda, zenitale dal lucernaio, scaldandosi sempre più, verso mezzogiorno e tornando fredda al pomeriggio, quando però le si affianca la luce calda del tramonto riflessa sugli edifici circostanti. All’apparente movimento di rampe, torre libraria e tavoli si accostano i dinamici cambiamenti di luce. La parte inferiore delle rampe è costituita da lastre metalliche che, sfaccettate secondo la complessa geometria dell’inclinazione irregolare, divengono necessariamente rettilinee sui bordi. Il disegno originario dell’edificio è la risposta strutturale, del paziente e brillante ing. Andrea Imbrenda, ad una serie di vincoli architettonici: utilizzare meno colonne possibili, spessori ridotti di solette e fondazioni che lasciassero il più possibile intatti i resti di una villa Romana, il tutto entro i vincoli di normativa sismica recentemente implementati e di normativa antincendio. Aula Magna L’Aula Magna è stata restaurata in conformità alle moderne norme di sicurezza, ai moderni standard di confort e di equipaggiamento tecnologico, in materia di proiezioni, suono, acustica. E’ stata ridisegnata la gradonata per realizzare vie di fuga a norma e sono stati realizzati un nuovo controsoffitto, pannelli laterali che incorporano i meccanismi oscuranti e nuove sedute. Le sedute ripide inclinate bel rappresentano il senso dinamico, filo conduttore dell’intero progetto. Il controsoffitto inclinato e il muro di fondo del proscenio sono un’unica superficie elastica a doppia curvatura che pare generata dalla spinta della cornice del proscenio sulla parete elastica. Da entrambi i lati del palco, le porte di ingresso sono integrate nel piano curvo che scende dal soffitto per divenire muro di proiezione. I tagli nel soffitto conferiscono plasticità alla superficie e nascondono luci d’ambiente e altoparlanti. Sui muri laterali, uno strato di pannelli fonoassorbenti, una struttura metallica regge listelli in legno fissati secondo angoli variabili, producendo l’effetto cinetico di un’onda. In corrispondenza delle finestre i listelli ruotano sull’asse verticale per regolare il flusso di luce. Sono stati mantenuti e restaurati i pannelli dietro il palco e il mosaico arcuato mentre il leggio e il tavolo degli oratori sono stati ridisegnati usando il miglior legno di noce nazionale. Particolare cura è stata destinata al design delle sedute, sviluppato a partire dall’idea di produrre uno stampo che generasse una forma la più organica possibile. Il modulo è stato inusualmente diviso a metà dello schienale e rivestito in pelle sagomata, plasmata al limite per ottenere la forma desiderata. Strutture: Proges Engineering: Andrea e Pierfrancesco Imbrenda Impianti meccanici: Ovidio Nardi Impianti elettrici: Donato Budano Illuminotecnica: iGuzzini, Baldieri Lighting Design Direzione lavori: Ufficio servizi tecnici Governatorato del Vaticano: Ing.Enrico Sebastiani, assistente: Arch. Roberto Pulitani impresa generale d’appalto: C.P.C.- Technodir Fornitori: Biblioteca: falegnameria e mobili: Devoto Arredamenti pavimentazione alla veneziana: Ricordi s.r.l. opere in vetro:Lilli serramenti illuminazione: iGuzzini, Baldieri Aula magna: sedute (su disegno King Roselli) Poltona Frau falegnameria- palco e foyer: Novarreda Boiserie: Contin (Estel) illuminazione: iGuzzini, Baldieri infissi: Tecnal Fotografie: Santi Caleca Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto