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Il restauro della Torre di Castellino Tanaro (CN) è stato diretto e coordinato dal Prof. Arch. Cesare Renzo Romeo che qui racconta le caratteristiche del delicato intervento di restauro di un edificio del XIII secolo dalle dimensioni ragguardevoli di circa 33 metri di altezza e di circonferenza pari a circa 33 metri. L’elevata torre che domina l’intera zona circostante presenta due sole aperture poste a differenti livelli, la prima, ancora oggi ben definita come una stretta ed alta finestra, mentre la seconda più grande purtroppo risulta fortemente danneggiata nel profilo della muratura. A coronamento della struttura oggi vediamo completamente restaurate tre file di archetti pensili realizzati in mattoni su mensole in pietra. Ma come si presentava la Torre di Castellino Tanaro nella condizione ante intervento? Un tempo punto privilegiato d’osservazione sulle valli circostanti, prima dell’intervento la Torre di Castellino Tanaro si presentava in buone condizioni da un punto di vista statico e della tessitura muraria. In particolare nella zona nord / nord-ovest della Torre è stato possibile preservare delle quote storiche grazie all’uniformità del microclima. La muratura in pietra di Langa e pietra arenaria presentava i segni del tempo che normalmente caratterizzano questo tipo di pietra sedimentaria, ovvero le conseguenze del gelo e con notevoli porzioni di distacchi dei piani paralleli del litotipo. Alcuni problemi sono stati invece riscontrati in corrispondenza della sommità della torre: il coronamento risultava, infatti, lacunoso in diverse zone, tanto che l’ultima fila di archetti pensili appariva quasi completamente distrutta. Infine, tutta la torre era interessata dalla presenza di muffe, licheni e piante infestanti che è stato necessario debellare. Alla luce di tale situazione iniziale, quali sono state le operazioni attuate durante il restauro? Oltre alla pulitura dagli infestanti, l’intervento è stato puntato al consolidamento della muratura esistente, compresa la reintegrazione del materiale ove necessario, avendo cura di tutelare la riconoscibilità dei punti d’intervento, e ad equalizzare la sommità della torre. Per restaurare a regola d’arte e per la messa in sicurezza del paramento murario del cornicione in laterizio si è proceduto con la scarnificazione dei giunti e delle fugature di malta sia incoerente sia quella maggiormente degradata ed inconsistente, al fine di ricreare l’unitarietà strutturale dell’intera muratura. È poi stata inserita la malta da allettamento e stilatura a base di calce NHL5 RÖFIX 952 di Rofix per consolidare e ripristinare la consistenza materica delle malte di allettamento e, di riflesso, di tutta l’apparecchiatura muraria per il complessivo suo spessore. Le fughe superficiali sono state invece ricostruite con l’intonaco a mano per restauro a base calce idraulica naturale NHL5 RÖFIX 695 che è stato applicato con il metodo della spugnatura a tampone per fare emergere nel modo migliore la componente di inerte simile a quella originale. È stata anche realizzata una caldana in malta di calce idraulica opportunamente inclinata e impermeabilizzata verso le estremità al fine di evitare l’accumulo di acque meteoriche. L’utilizzo di prodotti alla calce è stato preferito in quanto questi materiali evitano l’insorgere di problemi di distacco e crea un legame forte con il sottofondo. Inoltre, la calce è una risposta adeguata al problema dell’umidità e delle eventuali infiltrazioni idriche in quanto è altamente traspirante. Una curiosità è che sono state rintracciate e mantenute alcune buche pontaie che servirono in passato per inserire elementi in legno di aiuto per la costruzione della torre, interessante testimonianza storica. Naturalmente, apposite reti metalliche sono state applicate per evitare l’intrusione all’interno della struttura di volatili. Particolare attenzione ha sicuramente richiesto il restauro della sommità della Torre di Castellino Tanaro, decorata con tre file di archetti pensili realizzati su mensole in pietra che sono state ricostruite nelle parti mancanti e ripristinate dove possibile. Il risultato è percepibile anche a distanza: la Torre, che s’indovina molto elevata fin da lontano, si impreziosisce del fine decoro sulla cima. I lavori di restauro della pregevole Torre di Castellino Tanaro (CN) sono stati progettati e diretti dal Prof. Arch. Cesare Renzo Romeo, con la consulenza tecnico-strutturale del Prof. Ing. Guglielmo Guglielmi e supportati dai contributi di Compagnia San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione CRT e Banco Azzoaglio. Cenni storici La torre medievale di Castellino Tanaro è stata ricordata da Carducci nella poesia “La Bicocca di San Giacomo”: in stile gotico, con blocchi di pietra di Lanca, dalla sommità si gode un panorama mozzafiato. La chiesa parrocchiale (1735) è intitolata a Maria Assunta e conserva affreschi del XV secolo. Visto il dislivello rispetto alla strada sottostante si è resto necessario realizzare l’alta scalinata. In precedenza, la chiesa parrocchiale, anche per Igliano, era il Santuario della Madonna della Neve, dov’è conservata una stele romana. Numerose le cappelle compestri: chiesa di S.Carlo (già oratorio dei Disciplinanti, trasformata dal comune in biblioteca e sala polivalente), cappella di San Cristoforo, chiesetta di San Rocco (molto antica con vari affreschi), cappella di Sant’Onorato (costruita nel 1582). Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto