Dopo anni di attesa partono i lavori per la realizzazione del Centro civico polivalente di via Grottaperfetta a Roma. Previsti anche una biblioteca e un asilo nido per 60 posti. È l’esito di un concorso internazionale di progettazione vinto dallo studio romano di Alvisi Kirimoto
a cura di Pietro Mezzi

Indice degli argomenti:
- Il contesto urbanistico
- Il concept progettuale
- Le altre strutture
- Aspetti energetici ed energie rinnovabili
- Il racconto di Alvisi
Al via i lavori per la realizzazione del Centro civico polivalente con biblioteca e asilo nido di via Grottaperfetta a Roma. Il progetto porta la firma dello studio di progettazione Alvisi Kirimoto.
L’intervento, la cui consegna dei lavori è prevista il gennaio del 2023, prevede di realizzare un nido per 60 bambini e spazi destinati a verde pubblico.
L’aggiudicazione del concorso internazionale, dal titolo “Meno è più di 4”, risale al 2007, ma a causa di una serie di vicissitudini i tempi si sono protratti per anni e solo da poco sono iniziati i lavori veri e propri.
Il contesto urbanistico
Il progetto si inserisce all’interno di un comparto di nuova edificazione a destinazione prevalentemente residenziale, delimitato a nord da via di Grottaperfetta, a est da via Berto, a ovest dal parco pubblico di Forte Ardeatino, da lottizzazioni private e dal centro commerciale i Granai e a sud dal limite naturale del Fosso delle Tre Fontane e da via Ballarin.
Sin dai primi schizzi, è stata evidente l’intenzione progettuale di assecondare la morfologia del luogo, in parte adagiando il complesso sul terreno e in parte sollevandolo.
Il concept progettuale
Il concept si traduce in una struttura a guscio unitaria e continua, che abbraccia sinuosamente e armonicamente l’intera area di intervento.
Il terreno, partendo da una zona centrale in quota, si eleva e diventa copertura dei due edifici posti all’estremità.
Nell’asilo nido, a sud-est, la superficie ampiamente forata si piega ulteriormente raccordandosi al terreno e creando, da un lato una maggiore protezione verso la strada carrabile, dall’altro un’apertura totale verso il verde.
A nord, nel centro civico, la copertura si alza totalmente, favorendo l’attraversamento dell’edificio in corrispondenza dell’atrio, mettendo direttamente in comunicazione il parco con il piano stradale.
Le due funzioni, assolutamente distinte e autonome, si ricongiungono concettualmente e fisicamente nella copertura-percorso che avvolge il Parco al centro del progetto.
Le altre strutture
Il centro civico comprende un infopoint, una biblioteca, una sala conferenze, una sala espositiva e alcune sale polivalenti a servizio degli abitanti del quartiere.
L’asilo nido, progettato per accogliere 60 bambini, ospita tre sezioni con i relativi spazi di servizio, gli uffici amministrativi e i locali cucina.
Al centro si estende invece il parco, che costituisce il punto di partenza e di vista per l’area adiacente di Tor Marancia. È collegato attraverso percorsi pedonali e ciclabili alle aree limitrofe, come la piazza che copre i ritrovamenti archeologici, la pista ciclabile proveniente da via di Grottaperfetta e i parcheggi pertinenza del centro civico e dell’asilo nido.
Aspetti energetici ed energie rinnovabili
Entrambi gli edifici sono stati concepiti per sfruttare al massimo le opportunità offerte dall’utilizzo delle energie rinnovabili, abbinate alla particolare conformazione architettonica dell’edificio e all’uso di impianti, tecnologie e strategie sia attive che passive, con il fine di ottenere la migliore prestazione energetica e il miglior comfort all’interno dell’edificio.
Sono previsti infatti un impianto di pannelli fotovoltaici, l’uso di pompe di calore e, nell’asilo, anche recuperatori a flussi incrociati, un impianto geotermico e un buffer nel volume a cilindro posto a sud, che capta la radiazione solare e contribuisce al comfort termico degli ambienti interni, schermabili con tende.
Il racconto di Alvisi
«Con l’inizio dei lavori di Grottaperfetta – afferma l’architetto Massimo Alvisi – si completa un percorso certamente lungo e faticoso, ma che testimonia la straordinaria stagione di fermento creativo legato alla trasformazione della città di Roma dal 2000 al 2008, che poneva la nostra città a modello europeo. Questo inizio sancisce anche il fatto che i concorsi si devono fare – nonostante le difficoltà burocratiche – e si devono realizzare. Costi quel che costi. Perché sono l’opportunità più grande che tutti gli architetti e soprattutto i giovani hanno di esplorare nuove idee e confrontarsi apertamente in campo internazionale. Sono fermamente convinto che Roma tornerà al centro delle scelte europee di trasformazione del territorio quale modello consapevole di rigenerazione delle periferie, riattivazione dei centri storici non solo in chiave commerciale, e nuove architetture strategiche».
Alvisi Kirimoto è uno studio internazionale che si occupa di architettura, urbanistica e design. Fondato da Massimo Alvisi e Junko Kirimoto nel 2002, si distingue per l’approccio sartoriale alla progettazione e l’uso sensibile della tecnologia. Lo studio ha realizzato numerosi progetti in Italia e all’estero, tra questi lo stabilimento industriale Medlac Pharma ad Hanoi (2011), il complesso di piccole e medie industrie Incà a Barletta (2010), il restauro del Teatro comunale di Corato (2012), la ristrutturazione dell’Alexandrinsky Theatre a San Pietroburgo (2013), la Cantina Podernuovo a Palazzone (2013), il restauro e l’ampliamento di Villa K, un casale storico nelle Langhe (2018), l’Aula Magna della Luiss Guido Carli a Roma (2018), il complesso di abitazioni sociali Viale Giulini Affordable Housing a Barletta (2020).
Massimo Alvisi nasce a Barletta nel 1967 e si laurea a Firenze nel 1994, con una tesi di laurea internazionale in collaborazione con l’École d’Architecture de La Villette. In Germania a Darmstadt studia sostenibilità ambientale con Thomas Herzog. Dal 1995 al 2002 è stato design architect per Renzo Piano Building Workshop fino al completamento dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Junko Kirimoto nasce in Giappone nel 1970 e si laurea presso l’università Kyoto Seika nel 1992. La sua tesi gli è valsa il Premio d’Oro Tesi di Laurea indetto dal Japan Institute of Architects. Ha collaborato con diversi architetti, tra cui Shin Takamatsu, Kazuyo Sejima e Massimiliano Fuksas.
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