Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Un progetto molto audace e coraggioso, dove è possibile ammirare le specie botaniche provenienti da tutto il mondo, insieme ad alcuni esemplari ormai estinti e quelli sopravvissuti all’evoluzione e ai cambiamenti climatici. In un clima torrido, nel mezzo di una delle aree più desertiche della terra, con temperature che vanno dai 40 ai 50°C in estate e tra i 5 e i 15°C in inverno, sorge il King Abdullah International Gardens Riyadh: un progetto unico, all’interno del quale si potranno vedere specie uniche. Si tratta del regalo che la città di Riyad ha voluto fare al Re Abdullah, e al contempo, un’occasione unica per comprendere le origini e le conseguenze dei cambiamenti del clima e delle trasformazioni dei nostri ecosistemi. Struttura del giardino botanico Al centro del progetto due mezzelune che si vanno ad intersecare, dove sono ricreati differenti ecosistemi preistorici. Sembra impossibile, ma pare proprio che milioni di anni fa, al posto della continuità infinita di sabbia bruciata dal sole, queste aree fossero ricoperte da savane; le piogge erano molto frequenti ed abbondanti. Il progetto del King Abdullah International Gardens Riyadh Il gruppo Paghera è stato chiamato ad intervenire a livello paesaggistico, tentando di ammorbidire le linee e i contorni regolari del piano, cercando di restituire al luogo la propria naturalità, adattare il progetto all’ambiente circostante, in una parola creare la più grande oasi di tutte. Voliera di 6450 metri quadrati all’interno dell’oasi Al di sotto di una duna artificiale, che guarda verso il parco, sono stati collocati 4000 parcheggi. Sopra la duna, alta 50 metri, sorgerà un albergo extra-lusso simile alle dimore storiche dei califfi. Sulle terrazze dell’albergo sono collocati ristoranti, posti sotto le caratteristiche tende arabe, come un accampamento tuareg, da dove è possibile ammirare le mezzelune e il parco sottostante. Intorno alla duna nasceranno prati fioriti, coltivati con essenze floreali provenienti dai deserti più secchi del pianeta. Dall’alto la vista del parco è sorprendente: grazie ad un sistema di cabinovie appositamente refrigerate si può compiere il giro completo, per un totale di sei chilometri con più tappe di osservazione. Nel cuore delle mezzelune è posizionato un grande anfiteatro verde che accoglie il giardino del Wadi, il letto di un antico torrente oramai prosciugato, che verrà nuovamente riempito grazie all’utilizzo di piogge occulte e al riutilizzo di acqua piovana e di falda. A fianco del suo corso verrà ricreato un sistema di oasi, un cammino tra laghetti, aree verdi e cascate. Water Garden L’intero giardino, attraversato da sentieri in terra battuta, sarà utilizzabile a piedi o con mezzi elettrici. Oltre alle due strutture principali, nell’oasi si trovano padiglioni all’interno dei quali si potranno ammirare piante proveniente da ogni parte del pianeta, mentre poco lontano 150mila metri quadrati di serre permetteranno la coltivazione di piante del posto. Non mancherà una voliera di 6450 metri quadrati, per consentire lo studio e l’osservazione di numerose specie di uccelli esotici all’interno di un ambiente che ricrea la foresta pluviale. Ingresso dell’albergo E’ previsto anche un giardino delle farfalle, di 5mila metri quadrati, suddiviso in due ambienti: uno esotico con piante tropicali mantenute a una temperatura costante tra i 21 e i 29°C ed un altro con farfalle native tra le piante autoctone. Ci sarà anche un padiglione dedicato a tutte le piante utilizzate nel mondo a scopi medicinali; il giardino d’acqua che viene studiata in tutte le sue forme, dal ghiaccio, alla neve fino al vapore. Ecosistemi preistorici ricreati nelle mezzelune E per finire un giardino labirinto, con al centro una grande fontana a forma di sfera. a cura di Cristina Finco Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto