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Realizzazione di nuove sedi delle Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche dell’Università di Torino La realizzazione delle sedi delle Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino sulle aree che furono di Italgas, rientra in un più ampio programma avviato dall’Università stessa alla fine degli anni Novanta, quando l’Ateneo torinese acquisì le aree dismesse tra la Dora e corso Regina Margherita. A vincere il concorso internazionale bandito dall’Università è stato un progetto firmato dal gruppo composto da Benedetto Camerana, Foster and Partners (lead architect), Tecnimont, Mellano Associati, Giugiaro Design, I.C.I.S. Sulla base di questo piano, una zona un tempo industriale si sta trasformando dunque in un nuovo quartiere culturale, abbellito da spazi verdi, vitalizzato da piazze e luoghi aperti in grado di assicurare una stretta sinergia tra studenti ed abitanti. Ciò in risposta ad uno dei concetti chiave dell’idea architettonica, quello di una chiara tensione verso una vera integrazione della struttura Universitaria con la città. Il complesso si propone con importanti collegamenti con il centro storico ed i principali viali cittadini. Il punto di connessione tra il nuovo insediamento ed il percorso urbano è assicurato dall’ingresso di Corso Regina Margherita con la palazzina dedicata alle segreterie e circondata da una importante area verde. Il nuovo complesso si snoda intorno ad una grande piazza principale dalla forma circolare e comprende due distinti fabbricati, destinati ad ospitare rispettivamente le due facoltà con i relativi dipartimenti e laboratori linguistici, i servizi per gli studenti e la grande biblioteca interdipartimentale, affacciata sul fiume. Gli edifici si aprono sullo spazio esterno attraverso facciate trasparenti dalle linee morbide e si fondono attraverso la copertura costituita da un’unica struttura ondulata. Caratterizzato dalla luminosità e dalla leggerezza, il complesso ripropone a momenti alterni passaggi aperti che fungono da collegamento tra le aree pubbliche ed il giardino interno, cuore circolare verde di tutti i percorsi cinto da portici. I due grandi edifici sono adagiati in prossimità dei lati esterni di maggiore lunghezza, con andamento rettilineo verso l’esterno e curvilineo verso l’interno, avvolti attorno alla splendida piazza centrale. Nell’ala delle facoltà, tra il piano terreno e il primo piano, è stato disegnato un auditorium inclinato, mentre nei piani interrati sono sistemati i parcheggi. Il progetto, grazie anche alla passerella pedonale sulla Dora ed alla sistemazione delle sponde fluviali, sa ben sfruttare il contatto con il fiume, creando relazioni visive e sapienti argomentazioni prospettiche con il patrimonio naturale ed artistico della città: l’arco alpino, le colline, la Basilica di Superga e la Mole Antonelliana. L’impianto progettuale integra anche gli edifici Italgas da conservare lungo Corso Regina Margherita, collocando in essi le segreterie studenti delle due facoltà ed alcuni servizi generali. Il dimensionamento degli spazi relativi alle attività di segreteria è stato attentamente valutato in base alle necessità espresse, individuando una superficie di circa 1020 mq con 10 sportelli, spazi di attesa interni, aulette dedicate, spazi di servizio e di informazione, collegamento diretto con il sottostante archivio. Le dotazioni di servizi per gli studenti dell’intero edificio comprendono, in posizione molto vantaggiosa, la caffetteria con una disponibilità di circa 260 mq e la comodità del collegamento alla soprastante sala studio per complessivi 240 posti su una superficie di circa 680 mq. La grande mensa delle residenze, che potrà essere ampliata rispetto all’attuale dimensione, completa la dotazione di servizi generali per gli studenti che gravitano nel nuovo complesso. La copertura La realizzazione nel suo complesso si caratterizza per la grande copertura a vela, dotata di superficie non regolare, vero e proprio mezzo di connessione con l’elemento aria e tratto identificativo dell’intero organismo. Per questa progettazione strutturale, realizzata da Stahlbau Pichler, sono stati adottati schemi architettonici caratterizzati da estrema irregolarità, distorsioni e forme finali dalla crescente complessità, che hanno generato numerosi sistemi strutturali portanti caratterizzati da molte aste convergenti. La copertura disegna una struttura straordinaria, non solo per la visibilità che se ne percepisce dall’interno del campus, ma anche per la vista godibile dai punti panoramici della città e del suo intorno. La sua fisionomia, che si dipana lungo al fiume, renderà riconoscibile il Polo Universitario all’interno del panorama torinese, anche nottetempo quando, illuminato, il tetto brillerà a simboleggiare il contributo dell’Università, e quindi della formazione, alla vita di Torino. La copertura avrà inoltre il compito di ospitare i principali macchinari impiantistici, al di sotto di un “velario” ottenuto con una tela adagiata e tesata sulla sottostante struttura metallica. La copertura, di superficie approssimativa di 16.700 mq, si sviluppa su un andamento planimetrico pseudo-toroidale, riprendendo ripetitivamente lungo il suo sviluppo un particolare effetto onda, generato dalla membrana strutturale opportunamente tesata su 54 telai tubolari metallici di forma arcuata. Al di là dell’apparente regolarità del sistema ad onde, la superficie di membrana si caratterizza per una geometria a doppia curvatura costantemente differente in ogni parte dell’intero sviluppo, le strutture metalliche di sostegno della membrana di conseguenza risultano anch’esse prive di regolarità geometrica. La progettazione 3D Particolare attenzione è stata posta alla studio preliminare di soluzioni nodali con l’obiettivo di una semplificazione e talvolta allo scopo di una effettiva possibilità costruttiva degli stessi nodi che, in alcuni casi, prevedevano fino a 12 aste convergenti giacenti su piani diversi e diversamente orientate. Essenziale e irrinunciabile è stata la soddisfazione, da parte dei nodi, di una resa statica ottimale nel percorso delle forze nodali; una semplificazione delle operazioni di modellazione grafica tridimensionale e di assemblaggio in officina; la limitazione, per quanto possibile, dell’accavallamento di giunti saldati e dei relativi eccessivi apporti termici; l‘opportuna possibilità di ispezione necessaria per consentire i doverosi controlli non distruttivi alle saldature. Al fine di ottenere tutte queste garanzie è stato fondamentale uno studio progettuale iniziale approfondito sulla possibilità di fare ricorso, per quanto possibile, a giunti bullonati della tipologia cosiddetta a singola paletta con doppio coprigiunto simmetrico e ad aste tubolari circolari (profili CHS), al fine di svincolare le aste dall’avere una orientazione dei propri assi locali d’inerzia definita ed ottenere, nello specifico, la riduzione della problematica del twisting delle aste, con conseguente orientazione agevole delle connessioni ai nodi. Dal punto di vista della concezione geometrica dei singoli nodi, queste due soluzioni hanno consentito di poter sfruttare, di volta in volta, un doppio grado di libertà rotazionale (attorno all’asse longitudinale) nell’orientazione asta/paletta, al fine di poter realizzare quanti più allineanti complanari tra le palette possibili e poterle connettere ai tubi vincenti tramite unici piatti di trasferimento. Per la progettazione delle strutture metalliche di copertura si è reso dunque necessario un forte lavoro in team all’interno dell’azienda Stahlbau Pichler, con una intensa e continua interazione e collaborazione tra il gruppo di lavoro che ha seguito tutta la parte di statica ed i modellatori grafici che hanno operato sulla piattaforma 3D tekla structures per la modellazione delle strutture in acciaio dell’azienda. In tal modo è stato possibile conciliare al meglio le esigenze strutturali con la necessità di tempi stretti per la progettazione costruttiva e la gestione complessiva di procedure e tempistiche dell’officina. Per questa progettazione è stata davvero fondamentale la capacità di gestione di informazioni, nel minimo dettaglio, controllando sempre gli stadi del processo ingegneristico, lavorando tutti in tempo reale su ogni avanzamento. La scelta di una piattaforma 3D avanzata ha consentito di poter condurre l’intero lavoro con precisione pur nello scambio continuo e nel passaggio di informazioni ed idee. Opportune accortezze sono state adoperate al fine di poter eseguire quanta più parte di posizionamento ed assemblaggio possibile già in officina per le fasi di saldatura. Università di Torino: nuove facoltà 2 Università di Torino: nuove facoltà 3 Università di Torino: nuove facoltà 4 Università di Torino: nuove facoltà 5 Università di Torino: nuove facoltà 6 Università di Torino: nuove facoltà 7 Università di Torino: nuove facoltà 8 Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto