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Lo studio statunitense Skidmore, Owings & Merrill si è aggiudicato la progettazione delle residenze degli atleti per la competizione invernale del 2026 e della loro trasformazione in studentato a gare terminate. Un’area di 60mila metri quadrati con edifici a basso impatto ambientale e un quartiere aperto alla città durante e dopo i Giochi olimpici. Modifiche anche al masterplan generale a cura di Pietro Mezzi Immagine invernale del Villaggio Olimpico (credits, SOM) Indice degli argomenti: Il dialogo con la città Edifici sostenibili e materiali riciclabili Il Villaggio Olimpico e i tre settori Il quartiere dopo le Olimpiadi L’aggiornamento del masterplan La sostenibilità degli edifici e del complesso Il quadro normativo dell’operazione urbanistica A Milano, il Villaggio Olimpico del 2026 prende forma. Inizia così a definirsi il primo tassello della grande operazione di rigenerazione urbana dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana, che verrà realizzata da Coima, Covivio e Prada Holding. Nei giorni scorsi infatti è stato presentato il progetto vincitore del concorso internazionale per la progettazione del Villaggio che tra cinque anni ospiterà gli atleti della competizione invernale e della successiva trasformazione in residenza per studenti. Il piano porta la firma dello studio statunitense SOM, Skidmore, Owings & Merrill, giunto secondo al concorso per il masterplan e che in questa occasione ha superato la concorrenza di 27 team di progettazione, per un totale di 71 studi provenienti da nove differenti Paesi. Il dialogo con la città Nel valutare la proposta, la giuria ha giudicato positivamente la ricerca di dialogo e di apertura nei confronti del resto del masterplan e della città. Vista di una piazza del Villaggio Olimpico credits, SOM Con la proposta degli architetti americani cambia in parte l’impostazione iniziale: i sei edifici avranno altezze inferiori a quelle previste dal piano generale, saranno posizionati ortogonali a via Ripamonti, avranno altezze tra loro differenti, ma soprattutto a cambiare sarà l’assetto urbanistico del futuro villaggio. Edifici sostenibili e materiali riciclabili L’area, posta nel quadrante ovest dell’ex scalo ferroviario, ha una superficie di 60mila metri quadrati: sarà compito di Coima trasformare le residenze degli atleti in student housing. Sarà – come chiesto dai promotori e dalle istituzioni milanesi e lombarde – a impatto ambientale zero: un villaggio ispirato ai criteri di progettazione degli edifici Nzeb. L’entrata da est al Villaggio Olimpico credits, SOM Verranno impiegati materiali riciclabili, riutilizzabili e compatibili con l’ambiente, mentre il progetto sarà orientato all’ottenimento della certificazione Leed. Più del 30% dell’energia sarà prodotta grazie all’istallazione di impianti solari termici e fotovoltaici, mentre le acque meteoriche saranno raccolte e riutilizzate, con una riduzione dell’uso di acqua potabile di oltre il 50% e delle emissioni di CO2 del 40% per le attività di riscaldamento e raffrescamento, Il Villaggio Olimpico e i tre settori Come previsto dal masterplan, una volta chiusi i Giochi, sia la zona residenziale sia alcune delle strutture di servizio del villaggio verranno trasformate in residenze per studenti. L’impianto morfologico previsto da SOM richiama e mantiene gli edifici che hanno fatto la storia industriale dell’area: edifici industriali e artigianali di ridotte dimensioni, articolati in diversi corpi di fabbrica. Il piano terra, sia nel periodo di presenza degli atleti sia come studentato, avrà una vocazione prevalentemente pubblica, accogliendo funzioni di servizio aperte alla città. Uno dei cortili dello studentato (credits, SOM) La parte centrale dell’impianto è destinata a servizi e a funzioni proprie della fase olimpica: accoglienza, ristorazione, transport mall, eccetera, che saranno successivamente riconvertiti in servizi privati di interesse generale. Faranno parte di quest’area anche gli edifici industriali esistenti, che il progetto ha deciso di conservare e di integrare nell’impianto come memoria storica dei luoghi, con l’obiettivo che diventino attrattori a scala urbana e creazione del senso di comunità. L’ultimo settore è la piazza olimpica, la cui destinazione rimarrà pubblica. Questo spazio potrà essere configurato sin da subito in maniera permanente, con percorsi di accesso al parco: durante la manifestazione sarà infatti l’unica area del Villaggio aperta al pubblico. La piazza centrale: uno spazio misto di socialità e attività commerciali credits, SOM I percorsi pedonali costituiranno la parte strutturante del sistema, con piantumazioni e allestimenti degli spazi collettivi. Il quartiere dopo le Olimpiadi Per trasformare il villaggio in studentato i tempi saranno piuttosto ristretti: il cronoprogramma stabilito parla di soli quattro mesi dal termine della manifestazione olimpica. Sarà insomma un’occasione per verificare anche la fattibilità di operazioni complesse che si basano sul rapporto pubblico-privato. Vista del complesso da via Ripamonti (credits, SOM) L’idea progettuale è creare un ecosistema vivace, composto di abitazioni studentesche, residenze, co-working, servizi privati di interesse pubblico e spazi pubblici. Un luogo di scambio e di incontro, capace di attrarre giovani, imprenditori, micro-aziende che potranno sperimentare e condividere. Il complesso delle residenze studentesche dopo le Olimpiadi (credits, SOM) L’area sarà gestita attraverso una piattaforma digitale, funzionale al monitoraggio delle performance degli edifici e al coinvolgimento della comunità, con previsione della realizzazione del digital twin. All’interno dell’area i progettisti di SOM hanno previsto la realizzazione di serre e orti per la produzione di cibo: sarà il primo villaggio per studenti con prodotti a chilometro zero. Le abitazioni degli atleti, che verranno riutilizzate come student housing (circa mille posti letto), potranno essere utilizzate anche da altre categorie professionali, al di fuori del periodo accademico. Gli edifici lato parco e ferrovia nell’area della piazza olimpica saranno destinati a residenza libera e agevolata. La piazza sul fronte est del complesso (credits, SOM) L’Olympic Village Plaza sarà la nuova piazza del quartiere, sulla quale si affacceranno i negozi e gli esercizi degli edifici previsti al piano strada, e nella quale si potranno organizzare mercati ed eventi. Il polo sarà sviluppato in continuità con il tessuto circostante: la permeabilità fra spazi aperti e pubblici consentirà la creazione di una comunità che potrà usufruire delle nuove aree integrate nelle preesistenti, mentre lo sviluppo di funzioni miste e servizi accessori renderà vivo il quartiere. I nuovi spazi a livello strada credits, SOM La progettazione del Villaggio olimpico procede in parallelo a quella del masterplan dell’ex scalo: le scadenze del programma di riqualificazione dell’area devono seguire i tempi imposti delle Olimpiadi invernali, che prevedono la consegna nel luglio del 2025. L’aggiornamento del masterplan Il progetto di SOM integra le principali osservazioni emerse dal dibattito con i cittadini, le istituzioni e con i proponenti, avvenuto a valle della consultazione pubblica, avviata il 31 marzo e terminata il 14 aprile 2021, in base ai contenuti dell’accordo di programma sugli ex scali. Il percorso, che ha dovuto tener conto delle tempistiche stringenti imposte dalla timeline di progetto in base agli impegni assunti dal Comune con i comitati olimpici, ha visto un’ampia partecipazione: 2.700 persone collegate alla presentazione del progetto, 1.500 iscritti alla newsletter, 1.695 questionari compilati, 1.685 risposte aperte. La trasformazione dei vecchi edifici artigianali (credits, SOM) Nell’aggiornamento del masterplan proposto dal team Outcomist, Diller Scofidio + Renfro, PLP Architecture, Carlo Ratti Associati e Arup (pubblicato su Infobuild), vengono rafforzati gli elementi distintivi dello spazio pubblico già presenti nel piano generale vincitore, quali l’importanza del parco centrale come elemento in grado di garantire la continuità urbana e le connessioni pedonali e ciclabili con la città esistente, dell’eco-zone, dei corridoi verdi, che potranno ospitare attrezzature anche di interesse pubblico (sportive, aree bambini, orti urbani), delle piazze pubbliche e della foresta sospesa, su cui è in corso la valutazione di fattibilità tecnica ed economica. Il Parco Romana nel masterplan aggiornato credits, Outcomist Le volumetrie del masterplan sono ora distribuite in modo più omogeneo, migliorando il dialogo con le aree circostanti e favorendo l’attivazione del piano terra. La sostenibilità degli edifici e del complesso Per il piano generale sono stati definiti specifici obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Per la sostenibilità si riassumono nella certificazione Leed per tutti gli edifici, in emissioni di CO2 allineate con gli obiettivi 2050 della Comunità europea e nella certificazione Leed for Community per tutto il masterplan. Vista dall’alto del Villaggio Olimipico (credits, SOM) Per gli aspetti sociali, gli obiettivi riguardano la creazione di edilizia sociale convenzionata, spazi di interesse pubblico, programmi culturali ed educativi accessibili per giovani e adulti, mobilità sostenibile, spazi verdi attrezzati per la promozione della salute e dello sport, la certificazione Well for Community, l’attivazione socioeconomica dell’area attraverso l’insediamento di attività commerciali, l’analisi degli scenari di cambiamento climatico e l’integrazione di infrastrutture per la mitigazione. Sul piano della governance, gli obiettivi riguardano il rating Esg indipendente e la valutazione e mitigazione dei rischi di cambiamento climatico. Il quadro normativo dell’operazione urbanistica L’area dello scalo di Porta Romana si inserisce all’interno dell’accordo di programma degli ex-scali ferroviari sottoscritto da Ferrovie dello stato, comune di Milano e regione Lombardia. Mentre per il Villaggio Olimpico, da realizzare per conto della Fondazione Milano-Cortina e del Comitato olimpico internazionale, l’operazione avviene in attuazione di una legge nazionale approvata per accelerare le procedure urbanistiche. Coima, Covivio e Prada Holding, attraverso la partecipazione al bando di gara lanciato nel gennaio 2020 dal Gruppo FS Italiane, si sono aggiudicate l’ex scalo di Porta Romana: un’area che si estende per una superficie di circa 190mila metri quadrati (oltre alla residua porzione di 26mila delle Ferrovie) per una cifra pari a180 milioni di euro. Il masterplan aggiornato: le modifiche si sono concentrate in particolare nella zona del Villaggio Olimpico (credits, Outcomist) Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto