Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Inaugurata a Valdagno la nuova sede di Zordan, azienda vicentina specializzata nella realizzazione di spazi retail per brand di lusso. Oltre agli uffici e ai reparti di produzione, l’headquarter della società ospita anche il Museo omonimo per promuovere la cultura dell’impresa contemporanea e della sostenibilità A cura di: Pietro Mezzi La hall di ingresso del quartier generale della Zordan Indice degli argomenti Toggle L’architettura del nuovo edificioGli obiettivi ambientaliLe scelte tecnicheIl museo d’impresa A Valdagno, nel vicentino, nel verde delle sue colline, è stato da poco inaugurato il nuovo quartier generale di Zordan, storica azienda che realizza spazi retail per brand di lusso. Nata nel 1965, da alcuni anni il gruppo vicentino è certificato come impresa B Corp e dal 2016 si è trasformato in società benefit: un risultato che la colloca tra i primi nel settore dello shopfitting. Il progetto del nuovo complesso porta la firma dell’architetto Alessandro Basso (con lui hanno lavorato l’ingegner Andrea Zarantonello e l’architetto Daniela Baretta) che ha tradotto le esigenze della committenza con una progettazione architettonica ispirata ai principi dell’innovazione e della sostenibilità. Ma la nuova sede non si compone solo di uffici e reparti di produzione: l’headquarter ospita anche il Museo Zordan, curato da Marco Montemaggi, esperto in heritage marketing e brand identity. Obiettivo del museo è promuovere la cultura di impresa contemporanea, capace di generare profitto e impatti positivi sulle persone e sull’ambiente. L’architettura del nuovo edificio Per esigenze di carattere funzionale, la nuova sede si presenta con la sua forma compatta e massiva. Sul fronte principale, quello a sud est, è presente un portico con una vetrata a doppia altezza: sia questo che i prospetti laterali sono scanditi da fasce irregolari, con combinazioni di colori naturali che integrano l’edificio nel paesaggio circostante. L’headquarter Zordan è stato pensato e progettato secondo i principi Leed, con l’obiettivo di raggiungere il livello Gold. Per questo scopo il fabbricato è dotato di impianti ad alte prestazioni energetiche: nella zona uffici e nel museo la climatizzazione è ad aria, con apparecchiature integrate alla struttura degli ambienti, mentre nella parte produttiva l’impianto è radiante a pavimento, con riciclo continuo dell’aria tra interno ed esterno per mantenere sotto controllo i valori di CO2 in tutti gli ambienti. “L’edificio è stato realizzato nel verde, al termine della zona industriale di Valdagno, a lato della strada che sale a Piana – afferma l’architetto Basso -. È scandito da fronti a fasce irregolari con combinazioni cromatiche dalle tonalità naturali. L’intento progettuale è diretto al dialogo con l’area collinare e con la vegetazione, in una proprietà non recintata, in continuità con il paesaggio circostante”. Gli obiettivi ambientali Il progetto del nuovo complesso risponde ad alcuni principi, quali l’inserimento e la valorizzazione del contesto territoriale, la preservazione degli habitat di riferimento, il risparmio energetico e idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità e del comfort degli interni, la scelta di materiali a basso impatto ambientale e la valutazione dell’impronta dell’edificio nel suo ciclo di vita. Sulla base di queste premesse, il progetto ha puntato a ridurre del 45% l’utilizzo di acqua indoor e di oltre il 74% il consumo energetico, a utilizzare materiali con informazioni trasparenti sugli impatti nel ciclo di vita, a ricreare l’idrologia naturale del sito, a rigenerare l’habitat, a ridurre le emissioni e rispondere al proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili, a calcolare l’impatto globale dell’edificio stesso nel suo ciclo di vita e, infine, a creare spazi interni confortevoli. Le scelte tecniche Il materiale scavato per livellare il lotto (quattro mila metri cubi) è stato utilizzato per bonificare una discarica di limo (polvere di marmo) a Trissino. Per garantire un ambiente confortevole e per ridurre l’effetto isola di calore, il progetto ha previsto spazi esterni vegetati, sia sul tetto che lungo il perimetro dell’edificio. È stato realizzato un bacino di laminazione per regolare il deflusso delle acque piovane, generando un avvallamento che dà origine a un piccolo anfiteatro naturale che si inserisce nel contesto del verde e che potrà ospitare anche occasioni ricreative per il personale aziendale. Per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua è stato ridotto il flusso dell’acqua su docce, rubinetti e servizi. Il caldo e il freddo sono prodotti da pompe di calore, che sfruttano il calore contenuto nell’aria esterna, alimentate da corrente elettrica autoprodotta per il 55,7% dai pannelli fotovoltaici installati sul tetto. Per ridurre le emissioni climalteranti e raggiungere livelli di prestazione energetica esemplari, gli impianti installati sono ad alta efficienza. L’unità trattamento dell’aria a servizio degli uffici è equipaggiata con un recuperatore di calore con efficienza superiore al 70%. L’impianto illuminotecnico è ad alta efficienza, con luci controllate da sensori di presenza e di illuminamento. L’illuminazione naturale è garantita da pozzi di luce che scendono in verticale dal tetto, portando la luce nelle zone distanti dalle vetrate esterne. A garanzia del comfort del personale, negli ambienti lavorativi sono stati installati sensori che rilevano la concentrazione di CO2 e attivano le necessarie azioni correttive. Tutti gli spazi di lavoro e di riunione sono dotati di sistemi di illuminazione ad alta efficienza e adattabilità in base alla quantità di luce proveniente dall’esterno. Per migliorare la qualità e la salubrità dell’aria il progetto ha posto attenzione anche alla riduzione della concentrazione dei componenti organici volatili attraverso la selezione di materiali basso emissivi o naturalmente non emettenti (pitture, adesivi, sigillanti, pavimentazioni, pannelli, controsoffitti). Con lo scopo di misurare e ridurre l’impatto dell’edificio, la scelta dei materiali è stata oggetto di grande attenzione: oltre 25 tra i prodotti e componenti impiegati sono dotati della dichiarazione ambientale di prodotto (EDP). Nello specifico si è trattato di cartongesso, vetro, pavimenti ceramici e resine, isolanti e guaine, pali di fondazioni e armature, pitture da interni ed esterni e geo griglie di pavimentazione. Più del 25% del valore economico complessivo dei materiali impiegati è composto da materiali riciclati e da legno certificato. Il museo d’impresa Tre le stanze del museo, che illustrano i tre fattori dello sviluppo aziendale. Il museo Zordan al piano superiore del complesso “Nel panorama europeo, quello di Valdagno rappresenta una nuova tipologia di museo d’impresa – spiega Marco Montemaggi –. L’originalità rappresentata da questa esposizione parte dall’azienda e dalle sue caratteristiche produttive peculiari che orientano la concezione della struttura museale. Con questo approccio è stato progettato un Company Museum, che rappresenta un cambio di paradigma espositivo focalizzato non tanto su prodotti iconici, ma sui processi e la funzione progettuale dell’azienda, la sua storia intrecciata al territorio e infine sulla sostenibilità, orizzonte e valore fondante di questo brand”. Nella prima stanza (Timeline), l’intreccio delle linee temporali narrano lo sviluppo dell’impresa e delle sue strategie in un continuo rapporto di interconnessione con il territorio di origine e vuole rappresentare quanto il territorio di appartenenza può contribuire a plasmare l’evoluzione aziendale. Attraverso un viaggio immersivo nella “Camera delle meraviglie” (Wunderkammer), si sperimentano i tre approcci al business che caratterizzano Zordan: l’attenzione nei confronti delle persone (People), l’impegno per la salvaguardia del pianeta (Planet) e il perseguimento della sostenibilità economica (Prosperity). Infine, attraverso i molteplici linguaggi dell’arte le due installazioni della terza area (Art for sustainability) raccontano il tema del cambiamento climatico, con prospettive inedite, testimonianza di possibili approcci di comprensione, educazione e azione. La famiglia Zordan L’arte del saper fare è alla base della storia della famiglia Zordan, che nasce e cresce nei secoli nella stessa area geografica, quella della Valle dell’Agno, nel vicentino. Il primo laboratorio creato dal nonno Alfredo nasceva a meno di 200 passi dalla nuova sede: ciò fa capire la vicinanza al proprio territorio e alla comunità che ha permesso alla Zordan di diventare l’azienda certificata B Corp riconosciuta oggi sul mercato globale come creatrice di iconicità per il mondo dello shopfitting del lusso. Oggi sono i tre fratelli Zordan – Maurizio, Alfredo e Marta – i titolari che guidano l’impresa di famiglia seguendo un efficace modello di business che continua, come nel passato, a mettere la persona al centro della vita aziendale, permettendo così alla comunità locale di crescere grazie alla creazione di bellezza. “Nello statuto aziendale – spiega Marta Zordan – abbiamo inserito di perseguire sei obiettivi: sostenere il territorio, ridurre dell’impatto ambientale, far crescere i collaboratori, sostenere lo sviluppo culturale, promuovere la serenità dei collaboratori, operare in modo trasparente. La realizzazione della nuova sede, in cui tutti questi importanti obiettivi avessero la possibilità di fondersi in un clima sereno, produttivo ed innovativo, era un atto dovuto da parte della nostra famiglia”. Scheda progetto Headquarter e museo d’impresa Zordan Località: Valdagno, Vicenza Committente: Zordan Progettazione architettonica e direzione artistica: Alessandro Basso Progettazione strutturale e direzione lavori: Andrea Zarantonello, Daniela Baretta Progettazione paesaggistica: Roberta Meneghini Certificazione Leed: Habitech, Laura Pighi Curatore del museo: Marco Montemaggi Progetto grafico del Museo: Joseph Rossi Progetto grafico e segnaletica aziendale: Borean Design Consultancy Superficie del lotto: 17.750 mq Superficie coperta: 5.965 mq Altezza edificio: 9,30 m Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto