Progetto Italia-Mit per tecno-casa ecologica

L’Italia è sulla pagina di apertura del sito internet del Mit, lo storico e prestigioso Massachusetts Institute of Technology di Boston. Un’alleanza scientifica lega infatti per tre anni il Mit all’Italia, attraverso la Fondazione Bruno Kessler (Fbk) di Trento, per un progetto di ricerca avanzata in tema di edilizia sostenibile e tecnologica.
E’ di circa 1,5 milioni di euro la cifra che l’Italia investe, con fondi stanziati dalla Provincia autonoma di Trento, che finanzia la Fbk. Nella sede della fondazione l’iniziativa è stata presentata oggi dal direttore del Mel, Mobile Experience Laboratory, del Mit, Federico Casalegno, un italiano, che e’ anche direttore associato del Design Laboratory dello stesso Mit. ”La collaborazione e’ in corso – ha spiegato – e lo scopo è costruire un prototipo a grandezza naturale di un edificio sostenibile, studiandone architettura, sistema energetico, tecnologie e sostenibilità sociale, cioè economica”.
A guardare l’home page del Mit ci si sente un po’ in un film di fantascienza: c’è un edificio dalla forma futuribile, accanto al quale e’ appoggiata una pianta, quasi elemento estraneo. ”Nulla di hi-tech – ha assicurato pero’ Casalegno – se non nelle elevate prestazioni a livello di sostenibilità, a partire dall’uso di energie rinnovabili intrinseco alla struttura e nella capacità dell’edificio stesso di educare chi ci abita alla sostenibilita’: una sorta di personal trainer”.
Per vederlo in concreto bisogna scendere in particolari tecnici.
Quando questi scienziati parlano di architettura sostenibile partono dai mattoni stessi: non quei soliti blocchetti rossi, ma blocchetti che diventano tasselli di un sistema energetico, cioe’ piccoli pannelli fotovoltaici, oppure eolici o celle di altro tipo, da combinare sparsi in una stessa parete oppure di un solo tipo per ciascun edificio, pronto pero’ allora a scambiare energia con altri vicini.
Per questo bisogna studiare le forme adatte a ciascuno, mettere vicini uno all’altro edifici che producano energia in modo diverso a seconda delle ore del giorno o delle stagioni. ”Avete presente – ha spiegato alla platea Casalegno – l’Ora del Garda, quel vento che dopo mezzogiorno e’ uguale a se’ stesso ogni giorno dell’anno? Ecco, noi cerchiamo i modi di sfruttare le risorse dei territori, uno diverso dall’altro, e di adattare l’architettura ai luoghi”. E l’hanno gia’ fatto, in altro modo, per una linea di bus di Parigi, per conto della Ratp, l’ente autonomo dei trasporti di Parigi e dintorni. Hanno creato, tra l’altro, il progetto per una fermata che diventa fulcro del dialogo tra i residenti e i passeggeri, con tanto di parete che simula un albero, capace di reagire bene o male, a seconda dei parametri d’inquinamento. ”Oltre al progetto in se’ – ha spiegato il presidente della Fbk, Andrea Zanotti – quest’alleanza significa scambio di persone, ma soprattutto confronto con un modo di fare ricerca differente: noi proveniamo dalla ricerca specializzata e facciamo fatica a cercare ricadute all’esterno, mentre negli Usa e’ il modo di lavorare consueto”. ”Si’, il nostro motto – ha spiegato Casalegno – e’ di chiedere ai ragazzi di costruire qualcosa di concreto gia’ dopo due settimane di lavoro, anche se non puo’ ancora funzionare perfettamente. Noi diciamo: ‘demo or die’ (la dimostrazione concreta oppure si muore). Enel e Eni sono interessati ai nostri progetti, ad esempio”.
”La scelta reciproca tra noi e il Mit – ha sottolineato l’assessore provinciale competente, Gianluca Salvatori – testimonia una comunanza nell’intendere la ricerca. Vorrei dire che non si tratta di un evento straordinario nel panorama nazionale, ma di un tassello, invece e’ un esempio insolito”.

Fonte Ansa

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