Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
A cura di: Fabiana Murgia Indice degli argomenti: Edifici alti, facciate e problemi connessi alle costruzioni Chiusure di ambito degli edifici civili e norme tecniche antincendio Valutazione dei rischi e Mini Codice negli ambienti di lavoro a basso rischio incendio Gli interventi delle aziende: tra normativa, software e soluzioni L’attenzione per la prevenzione è cresciuta in particolar modo a seguito dei recenti eventi, come l’incendio del 7 novembre che ha colpito un grattacielo di 35 piani a Dubai, a seguito dei quali sono entrate in vigore numerose misure che hanno modificato le regole della prevenzione al fuoco e della sicurezza degli edifici. Infoweb e Prospecta Formazione hanno affrontato il tema in maniera esaustiva nel corso di un convegno e di una serie di webinar che hanno caratterizzato la Giornata Tematica del 23 novembre organizzata con l’intento di fornire ai professionisti tecnici un quadro esaustivo a riguardo. Il convegno della mattina è stato interessato da tre interventi che hanno affrontato temi legati alle normative, alle problematiche legate all’architettura degli edifici e alla sicurezza: “Edifici Alti, facciate e problemi connessi alle costruzioni” dell’Ing. Davide Luraschi “RTV 13: Norme Tecniche per le chiusure d’ambito degli edifici civili” dell’Ing. Felice Iracà “La valutazione dei rischi e il Mini codice negli ambienti di lavoro a basso rischio” dell’Ing. Roberto Masciopinto Nel pomeriggio, invece, si sono tenuti i webinar delle aziende durante i quali si è parlato di prevenzione incendi con riferimento alle specifiche soluzioni proposte in merito. Protezione dal fuoco e requisiti di sicurezza negli edifici: il convegno Edifici alti, facciate e problemi connessi alle costruzioni L’ing. Davide Luraschi ha aperto l’intervento parlando degli aggiornamenti in ambito normativo che hanno interessato il 2022, anno di grandi cambiamenti. Nello specifico la protezione dal fuoco degli edifici è regolamentata dalle seguenti normative: RTV V.13 RTV V.14 DM 14 OTTOBRE 2022 MINICODICE – DM 3 Settembre 2021, entrato in vigore il 29 ottobre Se in precedenza gli edifici di piccole dimensioni erano trascurati adesso è entrato in vigore un testo unico che ne considera la sicurezza antincendio. Perché il 2022 è un anno decisivo a livello normativo? Perché sono avvenuti una serie di incidenti che hanno reso necessario un aggiornamento della normativa; si tratta certamente di norme migliorabili, ma che segnano un grande passo avanti nell’ambito della prevenzione incendi. Sono, infatti, diversi gli incidenti che hanno interessato edifici in tutto il mondo, non solo in Italia, e che hanno comportato in alcuni casi la perdita di vite umane; si pensi, ad esempio, all’Address Building di Dubai o alla Grenfell Tower di Londra. Sequenza dell’incendio alla Grenfell Tower – Fonte BBC Gli obiettivi fondamentali che le norme puntano a raggiungere sono tre: preservare la vita umana proteggere gli edifici salvaguardare l’ambiente Quando si pensa a un incendio non bisogna considerare solamente la propagazione del fuoco, ma anche le conseguenze secondarie come la caduta di pezzi dall’edificio, fattore che ostacola i soccorsi dall’esterno in molti casi e che contribuisce alla propagazione dell’incendio stesso. Per elaborare una norma completa è necessario, quindi, considerare tutti i fattori. I dati parlando chiaro: dal 1990 al 2019 gli incendi sono progrediti esponenzialmente e, al contrario di quanto si potrebbe pensare, questa crescita non è strettamente legata allo sviluppo in altezza degli edifici, nonostante questa caratteristica sia determinante. Ma cosa si intende per edificio alto? Un edificio, in Italia, è definito alto se si sviluppa per oltre 24 metri; si tratta della tipologia di edifici maggiormente normata, a differenza degli edifici sotto i 12 metri non regolamentati, nonostante si tratti della tipologia di edifici prevalente nel nostro Paese. La domanda sorge, quindi, spontanea: perché gli edifici alti sono potenzialmente più pericolosi? La risposta è triplice: contengono più persone, è più lungo il tempo di evacuazione a causa delle dimensioni, è più difficile prestare soccorsi a differenza di edifici più bassi in cui l’accesso con scala esterna è più agevole. Altro fattore da considerare è la presenza di più vento man mano che si sale in altezza, con conseguente maggiore propagazione delle fiamme. Nonostante queste considerazioni, però, la realtà restituisce un quadro differente: la maggior parte degli incendi avviene nell’edilizia civile, interessando maggiormente edifici bassi; le medie annuali 2009-2013 parlano di una percentuale di incendi in edilizia pari al 62%. Gli edifici alti sono, quindi, meno pericolosi e la motivazione è molto semplice: vi è una normativa che ha portato a prestare maggiore attenzione alla sicurezza in fase di progetto e di realizzazione. Gli edifici alti hanno, quindi, più probabilità di avere una struttura resistente al fuoco, mentre appartamenti bassi solo il 6% di probabilità. Anche i sistemi di spegnimento incendi son prevalenti negli edifici alti, come hotel, mentre solo il 15% delle case è dotato di questi sistemi: in caso di incendio saranno i pompieri a dover spegnere il fuoco e non si potrà, quindi, contare su un intervento immediato contro le fiamme. Altro aspetto che bisogna considerare è quello della compartimentazione, generalmente presente negli edifici multipiano, che abbassa la probabilità di propagazione delle fiamme: solo il 4% si estende oltre la porta. Ora che abbiamo gli strumenti necessari per contrastare il crescendo di incidenti legati agli incendi è bene utilizzarli, installando sistemi di rilevamento fumi e spegnimento del fuoco. Per quanto riguarda, invece, le facciate degli edifici possiamo “giustificare” la mole crescente di danni subiti dagli edifici moderni avanzando delle considerazioni: storicamente le facciate degli edifici avevano solo funzione di rivestimento, oggi le facciate assumono forme anche complesse volte a un fattore estetico e si vestono di materiali infiammabili per rispondere a una serie di requisiti nuovi legati all’efficientamento energetico. La maggior parte degli edifici, oggi, presenta in facciata materiali infiammabili, come polistirene espanso, che possono raggiungere i 250 C° in tempi rapidissimi. La normativa, a tale proposito, definisce quali materiali possono essere utilizzati e quali no. È bene prestare attenzione anche ai ponteggi, assimilabili alle facciate ventilate, anche se la normativa non definisce il materiale da utilizzare. Si pensi al caso di Shanghai in cui sono morte 53 persone a causa di un ponteggio che ha preso fuoco. Chiusure di ambito degli edifici civili e norme tecniche antincendio L’ing. Felice Iracà ha trattato il tema delle chiusure di ambito negli edifici civili, ossia la frontiera esterna dell’edificio ad andamento verticale e orizzontale, quindi facciate e coperture, con riferimento alle norme tecniche, sottolineando la necessità di ridurre il rischio incendio negli edifici alti dal momento che le nostre città sono caratterizzate da uno sviluppo sempre più verticale e che la propagazione è più rapida verso l’alto a causa dell’effetto camino. Possiamo rappresentare la combustione attraverso un triangolo i cui lati sono costituti da tre elementi necessari che devono essere presenti simultaneamente per dare luogo all’incendio: Combustibile Comburente Sorgente di calore È necessario, quindi, avere una visione sistemica della progettazione senza perdersi troppo nelle valutazioni puntuali, riducendo il più possibile le fonti di innesco e l’uso di materiali combustibili, chiedendosi quali siano le potenziali fonti di innesco che possono interessare l’edificio e i materiali combustibili impiegati. Si pensi al cappotto termico, risultato dell’accoppiamento di alcuni elementi coibenti che, rispetto a una semplice lana minerale, incrementano il rischio incendio: se da una parte rende efficiente l’edificio, dall’altra può compromettere la sicurezza antincendio. Altro aspetto fondamentale è la gestione dell’emergenza, talvolta scarsa: le statistiche sugli incendi ci dicono che la maggioranza degli incendi non avviene per una carente progettazione antincendio, ma per una gestione inadeguata delle attività lavorative e non. Le fasi che interessano un incendio sono fondamentalmente quattro: Fase di ignizione Fase di propagazione Fase di incendio generalizzato Fase di estinzione e raffreddamento Se si riuscisse ad intervenire sui primi momenti dell’incendio sarebbe possibile cambiarne la dinamica, mentre una volta superata la terza fase i materiali bruciando propagano l’incendio rendendo difficoltoso il controllo. Il quadro normativo è definito principalmente da: DM 16/05/1987, modificato e integrato dal DM 25/01/2019 DM 30/03/2022 (RTV V.13) Per quanto riguarda le possibili fonti di incendio in facciata si possono distinguere: Fonti esterne all’edificio Fonti interne all’edificio Valutazione dei rischi e Mini Codice negli ambienti di lavoro a basso rischio incendio L’ing. Roberto Masciopinto ha parlato di valutazione dei rischi e Mini Codice negli ambienti di lavoro a basso rischio incendio. Fondamentale è definire cosa è effettivamente il luogo di lavoro, dal quale sono esclusi, per esempio, i mezzi di trasporto. Questi aspetti sono definiti chiaramente dalla normativa. Il DM 03/09/2021 definisce nuovi criteri di valutazione del rischio incendio riconoscendo due livelli di rischio: basso e non basso. In caso di rischio basso si può usare il Mini Codice, mentre in caso di rischio alto si usa il Codice Prevenzione Incendi. La domanda sorge spontanea: da questo ottobre è necessario aggiornare tutte le valutazioni di rischio antincendio in base ai nuovi criteri nelle aziende a rischio basso? La risposta è no, ciò avviene solo nel caso in cui si verificherà una delle condizioni riportate all’interno di tale decreto, quali modifiche del processo produttivo o dell’organizzazione del lavoro che possono influire sulla salute e sulla sicurezza del lavoratore. DM 3 settembre 2021 – Schema per stabilire approccio normativo da seguire per la progettazione antincendio Il Mini Codice rappresenta un’opportunità perché va a colmare le lacune legate alla mancata attenzione per il rischio basso che si traduce in minore probabilità che si manifesti l’incendio. Anche se il rischio è basso il manifestarsi di un incendio può causare gravi danni: vi è quindi necessità di regolamentare. Per comprendere pienamente le disposizioni dei tre decreti INAIL ha diffuso una guida nella quale viene sottolineato che il rischio basso deve essere dimostrato e confermato dai tecnici di prevenzione incendi. La valutazione deve essere fatta in relazione alla complessità del luogo di lavoro, considerando ogni aspetto del luogo e confrontandosi con il titolare dell’attività, e comprende in sintesi: Identificazione dei pericoli Valutazione dei rischi Gestione dei rischi Comunicazione dei rischi Gli interventi delle aziende: tra normativa, software e soluzioni AF Systems Come si misura la resistenza al fuoco e qual è l’obiettivo della protezione passiva al fuoco? AF Systems ha risposto a questi importanti quesiti nel corso del webinar tenutosi nell’ambito della Giornata Tematica spiegando come ottenere una protezione antincendio ottimale attraverso soluzioni ignifughe da applicare negli attraversamenti. L’obiettivo della protezione passiva al fuoco è fare in modo che le strutture resistano per un certo arco di tempo in modo da poter permettere l’evacuazione dell’edificio. Questo aspetto è legato alla compartimentazione dell’edificio all’interno del quale sono presenti elementi passanti che creano di fatto collegamenti continui. Come fare? AF Systems utilizza soluzioni sviluppate specificatamente per ogni situazione intervenendo sulle discontinuità, ossia in qualsiasi punto in cui è presente un attraversamento. Si può utilizzare un prodotto o un mix di prodotti nel caso di più discontinuità differenti. Quando parliamo di varco ed elemento passante una voce fondamentale è quella della geometria. Le normative chiedono, infatti, di analizzare e testare la forma e il tratto, non è sufficiente ottenere la verifica su una singola forma; per esempio, un test effettuato su condotta circolare non sarà valido per una condotta a sezione quadrata.Trend e dinamiche della protezione passiva: durabilità, che non riguarda solo la protezione in sé ma anche la sostenibilità ambientale e la sicurezza dell’installazione, convergenza, richiedendo al materiale più performance in merito a diversi ambiti, digitalizzazione, per poter simulare scenari realistici e modellare ottimizzando le scelte di protezione passiva e attiva al fuoco; la progettazione BIM restituisce, per esempio, un elevato grado di dettaglio. Le tendenze che riguardano in modo specifico l’antincendio sono riferite alla normativa e alla responsabilità del progettista per definire in modo autonomo e consapevole quali sono i requisiti di sicurezza dell’edificio. Da un sondaggio lanciato durante il webinar è emerso che la rivoluzione digitale rappresenta la tendenza che avrà il maggiore impatto perché permette maggiormente di tenere conto dei requisiti di prodotto e di applicare la complessità normativa in modo efficace ed efficiente. A tale proposito AF Systems ha sviluppato un plugin per la progettazione in BIM che analizza e identifica tutti gli attraversamenti che devono avere un certo grado di sicurezza al fuoco e posiziona le soluzioni adeguate alla protezione. Saint Gobain L’obiettivo del decreto entrato in vigore a luglio è quello di garantire una maggiore sicurezza degli edifici civili ed evitare che vi siano cadute di pezzi dalla facciata in caso di incendio. Vengono individuate 3 categorie di edifici che si differenziano in funzione dell’altezza, come già visto, e viene fatta una distinzione in base al numero di abitanti. Dopodiché il decreto detta delle regole per la verifica di prescrizioni, protezioni e reazioni al fuoco. Per edifici di altezza superiore ai 12 metri devono essere rispettate delle prescrizioni per la protezione al fuoco; per edifici da 12 a 24 metri sono indicati gli isolanti da poter utilizzare sia a parete che a soffitto. Il sistema a cappotto viene esaminato considerando anche tasselli e giunture e gli isolanti sono tutti applicabili secondo DM. Per quanto riguarda la resistenza al fuoco è necessario realizzare fasce di separazione in corrispondenza delle proiezioni dei compartimenti, sia orizzontali che verticali. Queste fasce devono essere costituite da materiali che abbiano una reazione al fuoco adeguata alla normativa. Le soluzioni offerte da Saint Gobain sono di due tipi: sistemi di cappotto termico con lana di vetro e lana di roccia pareti perimetrali a secco e sistemi di facciata ventilata Webertherm Comfort G3, è un sistema in lana di vetro e lana minerale che coniuga isolamento termico e acustico e gode di stabilità dimensionale dei pannelli.Le pareti perimetrali a secco rappresentano una soluzione ormai diffusa sia in ambito residenziale che nelle scuole, negli ospedali e negli hotel. Di cosa si tratta? Di manufatti costituiti da una sequenza di lastre in cartongesso, strutture metalliche e isolante. Il sistema studiato è compatibile con le norme, non richiede l’uso di fasce di separazione, è dotato di certificazione e classificato EI 120. Questo elemento ha un isolamento termoacustico molto elevato, oltre a una resistenza elevata alle intrusioni e una spiccata resistenza antisismica grazie alla struttura metallica interna che assorbe le deformazioni indotte dal sisma. Per edifici oltre i 24 metri bisogna prevedere fasce di separazione anche in copertura, nello specifico tutta la copertura deve avere classe di resistenza al fuoco da 30 minuti. Namirial Namiral ha parlato di valutazione dei rischi e Mini Codice considerando sia la parte teoria che quella pratica mediante l’utilizzo del software CPI win Attività, riconosciuto dalla Rete delle Professioni Tecniche come software di riferimento.Attraverso questo software è possibile eseguire diverse operazioni, dalla semplice valutazione del progetto alla creazione del piano di emergenza, dal calcolo del carico di incendio alla valutazione integrata all’interno del progetto di attività. Il programma è caratterizzato da un elenco di voci da selezionare in base alle necessità di progetto, successivamente vengono inserite le informazioni necessarie al calcolo, come il numero di piani dell’edificio o la presenza di luoghi sicuri. Riporta, inoltre, i requisiti da rispettare per poter definire un’attività lavorativa a basso rischio. Cliccando sulla sezione dedicata al carico d’incendio, per esempio, è possibile effettuare una verifica tabellare o statistica. In sintesi è possibile ottenere automaticamente, e in maniera integrata per tutte le attività di progetto, la relazione e tutta la documentazione obbligatoria associata per espletare le pratiche dei Vigili del Fuoco secondo gli schemi e le modalità previste dall’attuale normativa, compreso il passaggio al SUAP. Consente, poi, di gestire i criteri di progettazione, realizzazione ed esercizio della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro secondo classificati a basso rischio di incendio, sia secondo le indicazioni dell’allegato I al D.M. 03/09/2021 sia secondo il D.M. 03/08/2015. WILO Nell’ambito della gestione della acqua la normativa tecnica più importante è la UNI 12845 che descrive come progettare gli impianti sprinkler e introduce la definizione delle tipologie di Alimentazioni Idriche. La UNI 10779, invece, richiama i principi della precedente e dal 2008 è stata introdotta una norma specifica sui locali tecnici. Quando devo pensare di disporre di un sistema di pressurizzazione antincendio? L’acqua che serve agli impianti antincendio da dove deve arrivare e che caratteristiche deve avere? Ne ha parlato WILO.I sistemi antincendio si appoggiano a quelle che vengono chiamate alimentazioni idriche, le quali devono avere dei requisiti: devono essere controllate, pulite, sempre disponibili, non avere alterazioni legate al flusso ecc. È bene che le acque siano sotto controllo dell’utente, cioè di chi ha responsabilità sull’impianto, per poter eseguire verifiche all’occorrenza. In alcuni casi l’alimentazione è rappresentata dalla rete idrica pubblica (acquedotto). L’acqua deve essere pulita, priva di sostanze fibrose o altri materiali in sospensione. Vi sono, però, dei casi in cui non è possibile disporre di una quantità di acqua adeguata ed è possibile usare acqua salmastra purché l’impianto poi venga svuotato e pronto ad accogliere acqua dolce. Sono definite alimentazioni idriche: acquedotti serbatoi d’accumulo fonti inesauribili serbatoi a pressione L’alimentazione può essere singola e provenire da un’unica fonte, singola superiore, di maggior affidabilità, doppia, combinazione di due alimentazioni singole o singole superiori, e combinata, servendo più di un impianto di sicurezza. All’interno della norma sugli idranti c’è una possibilità di semplificazione dell’alimentazione idrica, ossia è possibile usare un’alimentazione promiscua rispettando determinati requisiti; sono, poi, indicate le caratteristiche da considerare per poter scegliere il tipo di pompe da usare. Le pompe sviluppate da WILO sono utilizzate per il pompaggio di acqua priva di sostanze a fibra lunga e abrasive per l’approvvigionamento idrico di impianti Sprinkler, garantendo la massima affidabilità e un’adeguata risposta ai requisiti normativi. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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