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Pubblicato dall’Ufficio Studi della Camera il Rapporto aggiornato al 31 maggio 2018 dedicato alla programmazione infrastrutturale e alla realizzazione delle opere e degli interventi, considerate le modifiche introdotte dalla norma L’Ufficio Studi della Camera dei Deputati ha pubblicato il Rapporto, realizzato in collaborazione con il Cresme e con l’Autorità nazionale anticorruzione, aggiornato al 31 maggio 2018 “Infrastrutture strategiche e prioritarie. Programmazione e realizzazione”, che propone un aggiornamento dello stato di attuazione, programmazione e realizzazione delle infrastrutture strategiche, considerando gli aggiornamenti normativi. Il primo capitolo è dedicato all’analisi della programmazione, considerando la normativa sulle infrastrutture prioritarie presente nel Codice dei contratti pubblici, sia i diversi allegati ai DEF, che sono stati trasmessi al Parlamento nel corso degli ultimi anni. Nei capitoli 2-5 si analizza nel dettaglio lo stato di avanzamento delle infrastrutture strategiche e prioritarie, grazie alla collaborazione con i tecnici del Cresme e ai dati ed alle informazioni forniti dall’Anac. Il sesto capitolo approfondisce i dati che riguardano il mercato delle opere pubbliche. Un primo importante dato che emerge è che per la realizzazione delle opere programmate in un elenco di infrastrutture siano necessari 317 miliardi di euro, tra infrastrutture prioritarie e non. 166,3 miliardi (il 52,5% del totale di 317) sono relativi alle opere considerate prioritarie, in cui siano comprese alcune infrastrutture strategiche già programmate negli anni passati e nuovi interventi prioritari individuati con l’allegato al DEF 2017. Per la loro realizzazione sono disponibili 130 miliardi. I rimanenti 150,8 miliardi (sui 317 totali) si riferiscono a opere non prioritarie inserite comunque nella programmazione delle infrastrutture strategiche, per queste la copertura finanziaria è di 60 miliardi, 26 dei quali di risorse private. Il documento evidenzia per le infrastrutture prioritarie uno stato di avanzamento più maturo rispetto alle non prioritarie: sono partiti più lavori e comunque è maggiore la percentuale degli interventi con obbligazioni giuridicamente vincolanti (30,6% contro un 7% per le opere non prioritarie). Le opere prioritarie comprendono infrastrutture ferroviarie (con interventi anche relativi all’adeguamento tecnologico e la velocizzazione delle linee esistenti, la sicurezza sotto il profilo sismico ed idrogeologico ), stradali, metropolitane, porti, interporti, aeroporti e il Mo.S.E. Nell’ambito dei nuovi interventi prioritari cresce il ruolo degli aeroporti (con interventi principalmente relativi allo sviluppo degli aeroporti di Fiumicino, Malpensa e Venezia), dei porti e degli interporti (con la realizzazione di interventi per i collegamenti ferroviari e stradali e il miglioramento della accessibilità marittima). Le opere non prioritarie comprendono infrastrutture stradali, ferroviarie, metropolitane, porti, interporti, aeroporti, schemi idrici, reti energetiche ed edilizia pubblica. Il costo delle infrastrutture prioritarie per il 55% interessa le regioni del centro Nord, pari a circa 92 miliardi di euro; il 29%, circa 48 miliardi, le regioni del sud e nelle isole. Per il 16% si tratta di interventi non riconducibili a uno specifico territorio perché riferiti ai nuovi programmi di interventi diffusi sulle reti ferroviarie e stradali inseriti nei contratti di programma di RFI e di Anas. In generale il mercato delle opere pubbliche evidenzia segni di ripresa sia per quanto riguarda le progettazioni che sul fronte delle gare e dal 2018 anche per quel che concerne le aggiudicazioni. Si segnala inoltre la progressiva crescita, dal 2016, delle procedure di gara che prevedono l’utilizzo di metodi e strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, in cui rientra il Building Information Modeling (BIM), con riferimento ai bandi per servizi di sola progettazione e ai bandi di progettazione ed esecuzione dei lavori. Secondo i dati, tra il 2016 e il 2017, il numero di bandi è cresciuto del 19,4%, mentre l’importo in gara è più che raddoppiato (+118,9%). Il trend è proseguito anche nei primi 6 mesi del 2018, rispetto allo stesso periodo del 2017, il numero di bandi è aumentato del 28,8% e gli importi del 29,9%. In crescita, dopo la flessione del 2016, anche i bandi per la realizzazione di opere pubbliche: +11% per il numero di gare, +5% per gli importi. In aumento nei primi 6 mesi del 2018 anche le aggiudicazioni di opere pubbliche superiori al milione di euro. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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