Ricerca e innovazione per l’ingegneria e l’impiantistica italiana

Si è tenuta il 20 maggio a Roma, presso il Grand Hotel Parco dei Principi, la prima parte del II Convegno Nazionale Federprogetti dal titolo “Ricerca e innovazione per l’ingegneria e l’impiantistica italiana”.
Nel corso del convegno si è cercato di delineare il percorso che l’ingegneria e l’impiantistica italiana ed il Paese nel suo insieme devono seguire per competere a livello globale, soprattutto alla luce dell’attuale contesto economico. Il settore impiantistico italiano ha una posizione di assoluto rilievo nel mercato internazionale, tuttavia è necessario un impegno costante per migliorare gli strumenti per competere, investendo soprattutto nella formazione delle persone, nella ricerca e nell’innovazione tecnologica.
A dare il via ai lavori questa mattina è stato Fabrizio Di Amato, Presidente Federprogetti. La tavola rotonda, dal titolo “Ricerca e innovazione: un fattore di successo per aumentare la competitività internazionale del settore”, è stata introdotta dall’economista Giulio Sapelli che ha sottolineato la necessità di rielaborare congiuntamente sia una teoria dell’impresa sia una teoria dell’innovazione tecnologica per competere, non solo a livello dei prezzi, con i paesi che contrastano l’Italia. Al centro della relazione di inquadramento l’educazione tecnica e professionale pre-universitaria per tornare a un apprendistato evoluto e all’orgoglio tecnico operativo. Valori che, sempre secondo Giulio Sapelli, sono andati persi a seguito della riforma universitaria del “3 più 2”.
“Federprogetti – dichiara il Presidente Fabrizio Di Amato – per il secondo anno ha riunito una delle eccellenze italiane: la filiera dell’ingegneria e impiantistica industriale, civile e infrastrutturale. 400 mila persone, 4000 aziende e 145 miliardi di produzione sono una ricchezza inestimabile per il nostro Paese. Condizione indispensabile per non disperdere questo patrimonio è che Federprogetti rappresenti unitariamente la filiera verso le istituzioni, i committenti, il mercato dei capitali, diventando l’interlocutore privilegiato sul tema delle grandi opere e delle infrastrutture energetiche. Tanto è stato fatto a livello federativo su questo tema, ma ora è necessario compiere ancora un passo avanti sulla strada della semplificazione associativa. Inoltre, occorre rafforzare ancora di più l’internazionalizzazione della nostra filiera sui mercati internazionali. L’impiantistica italiana, che opera per una gran parte all’estero, è un sistema di eccellenza, fatto di tecnologia e conoscenze. Oggi lo scenario globale è ancora più competitivo e chiede al nostro sistema di avviare un grande piano di innovazione e ricerca lungo la filiera, per affrontare le sfide del presente e proporre un nuovo modello di sviluppo sostenibile. “
Al dibattito, moderato da Teodoro Chiarelli, inviato de La Stampa, si è discusso di ricerca e innovazione non solo come esportazione del know-how italiano all’estero ma anche come importazione dell’esperienza e della conoscenza straniera nel nostro Paese grazie alla partecipazione di: Pietro Ciucci, Presidente Anas; Paola Girdinio, Preside della Facoltà di Ingegneria Università di Genova; Giovanni Malagò, Advisor HSBC e Consigliere Unicredit; Gianfelice Rocca, Presidente Gruppo Techint; Pietro Franco Tali, Presidente Saipem; Nello Uccelletti, Amministratore Delegato Technip Italy; Livio Vido, Presidente Enel Ingegneria e Innovazione; Giuseppe Zampini, Amministratore Delegato Ansaldo Energia e il Senatore Roberto Castelli, Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti.
A proposito di innovazione a livello infrastrutturale, Pietro Ciucci, Presidente Anas, dichiara: “Cosa significa trasferire in un manufatto stradale – e prima ancora nel suo progetto – i risultati di una innovazione tecnologica? Significa innanzitutto far crescere la sicurezza sia del manufatto in se stesso, ma soprattutto trasferire la sicurezza da elemento passivo a concreta azione di gestione e di controllo delle strade. Quando oggi parliamo di “strade intelligenti” ci riferiamo quindi ad un processo di innovazioni tecnologiche in continuo aggiornamento e che si traduce in un sistema di azioni, che tendono ad offrire all’utente una gamma di nuove applicazioni e nuovi servizi che vanno dall’asfalto drenante, ai nuovi impianti in galleria, dalla riduzione dei “punti neri”, ovvero le strade ad alto tasso di incidentalità, a tutto il settore dell’infomobilità cioè dell’informazione dedicata all’automobilista.”
Sul fronte della formazione intesa come volano per rilanciare la competitività, Paola Girdinio, Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova, afferma: “L’Università è il luogo dove storicamente si sviluppa e si diffonde la conoscenza, pertanto è importante capire qual è il ruolo che l’industria le chiede di ricoprire e quali sono i contenuti che deve produrre. Ciò è vero in particolare in relazione all’innovazione, sia essa di prodotto o di processo, puntuale o sistemica. In particolare poi in ambito nucleare, l’innovazione assume i connotati dell’innovazione sistemica, caratteristica questa in cui risiede la sua capacità di essere soggetto di traino per rilanciare la competitività del tessuto industriale.”
Giovanni Malagò, Advisor HSBC e Consigliere Unicredit aggiunge: “Per crescere è necessario giocare d’anticipo e cogliere nuove opportunità. Non si tratta solo di vendere a nuovi mercati, ma anche di recepire, di capire nuovi modelli di sviluppo e di investimento nati in Paesi lontani. Non limitiamoci a credere che ci sia solo un mercato di nuove centinaia di milioni di persone da conquistare. Pensiamo anche a potenziali partner asiatici disposti a diventare partner in business locali, pensiamo a quotare aziende italiane su mercati asiatici, pensiamo a creare valore unendoci in Joint Ventures in paesi dove il made in Italy è molto forte ma la conoscenza dei player locali lo è altrettanto. Il mercato, la liquidità, le idee, la domanda, si stanno chiaramente spostando da ovest verso est.”
Grande fiducia viene riposta sulla formazione anche da Gianfelice Rocca, Presidente Gruppo Techint, che dichiara: “Nonostante la crisi che stiamo vivendo, è sbagliato parlare di declino per il nostro paese. Il tessuto produttivo italiano ha saputo rinnovarsi negli anni, raggiungendo il primato mondiale in molti settori. Per accelerare la ripresa è fondamentale investire nella ricerca e nelle risorse umane: le imprese hanno bisogno di giovani preparati e capaci di adattarsi alle diverse situazioni di lavoro. L’investimento nella formazione è fondamentale per non perdere competitività.”
Dello stesso avviso anche Pietro Franco Tali, Presidente Saipem, che aggiunge: “Innovazione per Saipem significa sia dotarsi degli asset, delle tecnologie e delle competenze per operare nei vari mercati di frontiera: acque ultra profonde, artico, floating LNG, ecc., sia rivedere i processi operativi e di procurement per recuperare efficienza nei settori più esposti alla concorrenza asiatica. In questo secondo campo appare cruciale la piena valorizzazione del ruolo e delle competenze dei produttori italiani di componentistica per l’industria dell’Oil and Gas.”
In merito alla competitività, Nello Uccelletti, Amministratore Delegato di Technip Italy sottolinea: “Il contesto competitivo per gli Engineering Contractor e per la filiera ad essi facente capo, sta cambiando ormai rapidamente. Siamo quindi obbligati a mettere in discussione il nostro modo di operare nei mercati internazionali ed uscire dalla logica del “si è fatto sempre così!”. La tecnologia è chiaramente un elemento fondamentale della continua crescita delle nostre Aziende. Ma per innovazione dobbiamo intendere anche la nostra capacità di modificare ed adattare alle richieste dei nostri clienti i prodotti, i metodi e gli strumenti di lavoro, le competenze delle nostre risorse umane, le aree geografiche di intervento. L’obiettivo ultimo della filiera è quello di migliorare costantemente la competitività agendo sulle competenze e sulla capacità di creare valori tangibili per i nostri clienti.”
A introdurre un altro importante tema affrontato nel corso del Convegno è Livio Vido, Presidente Enel Ingegneria e Innovazione che dichiara: “La massimizzazione della ricaduta industriale in Italia, che è uno degli obiettivi strategici dell’accordo con EdF, sarà un fattore chiave per il successo della rinascita nucleare. Con il nuovo programma nucleare italiano la nostra industria avrà l’opportunità di recuperare il gap di know-how e capacità produttiva accumulato negli ultimi anni. Al mercato è richiesto oggi uno sforzo di aggregazione e di sviluppo per poter rispondere in modo competitivo al programma di gare che verranno bandite nel prossimo futuro. E’ altresì necessario un importante sforzo di informazione per ricostruire una cultura nucleare che passa attraverso la comprensione dei vantaggi e la trasparenza sui rischi.”
Mentre Giuseppe Zampini, Amministratore Delegato Ansaldo Energia, afferma: “Ansaldo Energia ha accettato la sfida della crescita e dell’internazionalizzazione decidendo di continuare a produrre a Genova, concentrandosi sullo sviluppo tecnologico ed abbandonando tutte le licenze in essere. L’amplissimo spettro di competenze necessarie hanno suggerito l’utilizzo di uno strumento fortemente innovativo quale quello dell’Open Innovation. Il potenziale dell’Open Innovation è notevole poiché consente di conoscere lo stato dell’arte mondiale su problematiche puntuali. Il tutto con indubbi possibili vantaggi economici, di tempo e di qualità e delle soluzioni prospettate.“
Ha concluso i lavori il Senatore Roberto Castelli, Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti, evidenziando come: “In un momento di oggettiva difficoltà per il Paese, diventa più che mai necessario confrontarsi su quello che probabilmente è il perno di ogni azione finalizzata a sostenere la competizione del nostro sistema: la ricerca e l’innovazione. Soltanto chi se ne è occupato in prima persona sa quanto sia difficile, dispendioso e faticoso raggiungere risultati concreti, ma non vi è altra via. Tutti, aziende, università, soggetti privati e pubblici, dobbiamo lavorare insieme per affrontare la competizione globale.”

La seconda parte del dibattito, moderato da Teodoro Chiarelli, inviato de La Stampa, ha affrontato il tema de “La ricerca attraverso la filiera e il ruolo dei diversi attori”. Partendo quindi dalla qualità del prodotto, caratteristica fondamentale per la redditività dell’impresa, si è valutata l’importanza di dare una risposta alle richieste provenienti dal mercato attraverso investimenti in tecnologia e innovazione grazie agli interventi di: Armando Brandolese, Preside II Facoltà di Ingegneria Politecnico di Milano; Alessandro Castellano, Amministratore Delegato Sace; Claudio Andrea Gemme, Chief Executive Officer Ansaldo Sistemi Industriali; Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato Wind Italia; Marco Moresco, Chief Executive Officer Foster Wheeler Italiana; Sergio Polito, Amministratore Delegato Syndial e Luca Tosto, Amministratore Delegato Walter Tosto. Hanno chiuso i lavori Cesare Trevisani, Vice Presidente per le Infrastrutture, Logistica e Mobilità Confindustria e Fabrizio Di Amato, Presidente Federprogetti.
Al centro del dibattito, secondo Armando Brandolese, Preside II Facoltà di Ingegneria Politecnico di Milano, è ancora una volta la formazione: “Il tema della collaborazione nella ricerca tra Università e Industria ci sta particolarmente a cuore. Crediamo che sia di fondamentale importanza proseguire nell’implementazione di questo binomio soprattutto a livello legislativo. La Fondazione Politecnico, creata nel 2003 in unione con gli enti locali e le imprese, solo nel triennio 2006-2008 ha gestito 181 progetti coinvolgendo 460 enti tra università, centri di ricerca e imprese. Un successo che può essere ripetuto solo se si continua nella ricerca di nuovi spunti e forme di cooperazione.”
Alessandro Castellano, amministratore delegato di Sace, ha confermato l’impegno a sostenere la crescita delle imprese associate a Federprogetti sui mercati internazionali, non solo come destinazioni dell’export, ma come aree in cui investire in filiere e joint venture produttive e distributive. “L’innovazione – ha dichiarato Castellano – riguarda in particolare le modalità concrete con cui effettuare una strategia d’internazionalizzazione verso quei paesi più lontani dove esistono le condizioni di maggiore crescita per le nostre imprese.”
A proposito della ricerca e dello sviluppo, Claudio Andrea Gemme, Chief Executive Officer Ansaldo Sistemi Industriali dichiara: “Investimenti in ricerca e sviluppo e in attività produttive legate alla nuova era nucleare sono fondamentali per la filiera al seguito delle società di ingegneria italiane e per la filiera nucleare. Una possibilità grande per le industrie italiane, ma impossibile senza interventi con fondi governativi che possono essere reperiti dalla defiscalizzazione degli investimenti. Consapevoli dell’eccellenza dei prodotti, delle tecnologie e delle competenze delle aziende associate a Federprogetti, l’incontro di oggi con esperti del settore, politici e rappresentanti della ricerca, è propedeutico al raggiungimento degli obiettivi 20-20-20 fissati dalla Comunità Europea.”
Per Marco Moresco, Chief Executive Officer Foster Wheeler Italiana: “In Foster Wheeler la ricerca si concentra principalmente sulle tecnologie di proprietà, sia per i componenti del settore power, ovvero la combustione pulita di biomassa e di materie prime di bassa qualità, e dell’oxycombustion, sia per i processi di produzione di coke da petrolio e idrogeno, privilegiando obiettivi quali alto contenuto tecnologico, miglioramento di prestazioni, impatto ambientale e riduzione dei costi. Ci si avvale sia di risorse interne, sia della collaborazione con il mondo dell’università e della ricerca. Foster Wheeler possiede quell’efficace combinazione di conoscenze tecniche, organizzazione e competenze manageriali perché l’innovazione, intesa come adattamento dei processi produttivi all’evoluzione del mercato, si traduca in un effettivo aumento di competitività.”
In merito alla tecnologia riferita al risanamento ambientale Sergio Polito, Amministratore Delegato Syndial, afferma: “La crescente domanda di risorse, gli impatti ambientali e la protezione dell’ambiente sono i fattori principali per uno sviluppo sostenibile. Le attività di bonifiche, come ogni fase di un processo industriale, dovranno essere progettate e realizzate tenendo conto di questi aspetti affrontando nuove sfide tecnologiche e di innovazione.”
Non solo innovazione ma anche cooperazione, questa è la ricetta di Luca Tosto, Amministratore Delegato Walter Tosto: “La nostra azienda, come altre realtà imprenditoriali italiane del nostro settore è cresciuta molto negli ultimi dieci anni, grazie allo spirito di iniziativa, l’impegno, l’innovazione e le risorse umane. Le nuove sfide che il mercato ci sta lanciando non sono più affrontabili con successo dal singolo imprenditore ma è necessario fare gioco di squadra, che coinvolga le eccellenze italiane della filiera dell’impiantistica. Il nostro impegno nel futuro dovrà essere indirizzato ad “alzare la sbarra”, ovvero il livello del mercato in modo da essere sempre più competitivi rispetto ai concorrenti extraeuropei.”
Cesare Trevisani, Vice Presidente per le Infrastrutture, Logistica e Mobilità Confindustria, dichiara al termine del dibattito: “Ricerca ed Innovazione sono essenziali per uscire dalla crisi, con una maggiore capacità produttiva e con migliori strumenti per fronteggiare la concorrenza. Per il settore delle infrastrutture, investire su R&I vuol dire potenziare i processi tecnologici della filiera, dando un significativo contributo al processo di modernizzazione. Inoltre, bisogna intervenire sul sistema di qualificazione delle imprese, che sia centrato sulla verifica dell’effettiva esistenza di requisiti sostanziali e non formali. Per farlo, è necessario migliorare i profili operativi e normativi connessi, puntando ad una maggiore efficienza del mercato degli appalti pubblici: c’è bisogno di una domanda pubblica qualificata cui far corrispondere un’offerta adeguata.”
A conclusione del Convegno Federprogetti, il Presidente Fabrizio Di Amato afferma: “Federprogetti ha avanzato in soli due anni molte proposte: dal contratto open book, in grado di snellire le procedure di assegnazione ai contraenti privati di contratti ad evidenza pubblica, alla normativa sulla defiscalizzazione internazionale, dall’impegno profuso per la formazione alla promozione della ricerca, fino al grande tema del nucleare. Raccogliamo con entusiasmo la proposta del Vice Ministro Castelli di istituire un tavolo di lavoro congiunto al fine di analizzare il problema dei costi delle infrastrutture nel nostro Paese.”

Federprogetti
Federprogetti presieduta da Fabrizio Di Amato, è formata da ANIMP (Associazione Nazionale di Impiantistica Industriale), OICE (Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica), UAMI (Associazione Aziende di Costruzione e Montaggio di Impianti Industriali), ASSISTAL (Associazione Nazionale Costruttori di Impianti), ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche), ANIMA (Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia ed Affine) e ASSOMINERARIA Beni e Servizi (Associazione delle società fornitrici di beni e servizi al settore petrolifero e minerario). Federprogetti rappresenta: 375.000 addetti (tra ingegneri e tecnici specializzati); oltre 4.000 società, (tra cui grandi contractor, società di ingegneria, fornitori di componenti e tecnologia, società di costruzione e montaggio; enti di ricerca attivi nel settore; una produzione di circa 145
miliardi di euro, di cui quasi il 55% realizzati all’estero sotto forma di export diretto e di grandi progetti engineering & contracting. Dallo scorso settembre è la prima federazione “di scopo” di Confindustria in Italia.

Federprogetti: II Convegno Nazionale “Ricerca e innovazione per l’ingegneria e l’impiantistica italiana”
Strumenti e percorsi per competere in un mercato globale
Roma, 20 maggio 2010.

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