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I rifiuti inerti provenienti dall’attività di costruzione e demolizione (C&D) producono in Italia oltre 40 milioni di tonnellate all’anno di scarti e residui. Una quantità enorme di rifiuti da smaltire che può invece trasformarsi in uno straordinario giacimento di manufatti da riusare e di materiali da riciclare, con evidenti vantaggi per l’ambiente e interessanti opportunità occupazionali. Sfruttare questo giacimento è possibile, se si riesce ad organizzare e rendere efficiente un “mercato del riuso” di componenti e materiali da costruzione, ambientalmente conveniente ed economicamente sostenibile, a cui i produttori di scarti e i potenziali riutilizzatori e riciclatori possano accedere in modo facile e rapido. L’obiettivo del progetto VAMP (VAlorizzazione Materiali e Prodotti da demolizione), sostenuto dall’Unione Europea nell’ambito del programma LIFE-Ambiente e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna coincide con l’iniziativa della “Filiera RI-inerte” rientrante negli Accordi Volontari promossi dal Gruppo di Lavoro dell’Associazione “STUDI AMBIENTALI” ed avviati nelle regioni centro-meridionali. E’ ormai noto e diffuso che le problematiche dei rifiuti inerti creano serie difficoltà sia agli operatori (imprese e produttori) che alla Pubblica Amministrazione. La carenza di normativa, una limitata cultura ed educazione ambientale e la scarsità di impianti preposti al conferimento contribuiscono ad alimentare l’abbandono ed il degrado ambientale del territorio, disperdendo notevoli risorse. Adesso gli strumenti normativi sono disponibili, è sufficiente la capacità nell’ applicazione e la buona volontà. Un esempio concreto viene dall’esperienza nelle regioni meridionali (Basilicata,Molise e Puglia), infatti l’Accordo Volontario detta le linee guida sull’attività di recupero dei rifiuti inerti e macerie edilizie dando la possibilità di effettuare un controllo incrociato sulla produzione del rifiuto e la sua specifica destinazione. Il Decreto del Ministero dell’Ambiente n. 203 del 8/5/2003 e la Legge Regionale Puglia n. 23/2006 obbligano gli Enti e le Amministrazioni a coprire il proprio fabbisogno di beni e prodotti con almeno il 30% provenienti dall’attività di recupero. L’obiettivo delle novità introdotte, in particolare con la Circolare Ministeriale sull’utilizzo degli aggregati riciclati n. 5205/05, è quello di superare il concetto di distinguere gli aggregati in base alla loro natura d’origine garantendo, di contro, una produzione di aggregati riciclati con specifiche caratteristiche prestazionali. La Circolare 5205/05 impone che le caratteristiche dell’aggregato rientrino nei limiti imposti in funzione alla destinazione d’uso. La necessità di assicurare un sito per il conferimento di rifiuti inerti e la produzione di aggregati riciclati idonei, consente agli Enti di poter facilmente rispettare gli obblighi dettati dal Decreto del Ministero dell’Ambiente 8/5/2003 n. 203 ottenendo, tra l’altro, notevoli benefici economici dal riutilizzo risolvendo anche il problema di un corretto conferimento. L’iniziativa della “Filiera RI-inerte”, prevista dalla recente normativa in materia ambientale (Decreto 3/4/2006 n° 152) è in linea con le disposizioni contenute nei Regolamenti Regionali per la gestione dei materiali edili e prevede la realizzazione di Centri di Raccolta e Recupero di rifiuti inerti da C. & D. e macerie edilizie su tutto il territorio regionale mediante l’attuazione di Piani Territoriali provinciali. E’ rivolta ad imprese locali e soggetti che operano nel settore edile/stradale e/o movimento terra. Non si tratta di un’operazione isolata, destinata, come spesso accade, ad estinguersi perché non strutturata e senza definizione di ruoli e settori coinvolti, bensì del progetto di un’unica filiera regionale che una volta a regime sarà in grado di gestire l’intero processo: dalla raccolta alla trasformazione, dal recupero al riutilizzo di aggregato riciclato conforme agli standard richiesti dalla Circolare MinAmbiente numero 5205 nel settore edile stradale per la realizzazione di opere edili pubbliche e private, che gli Enti (Comuni, Amministrazioni Pubbliche e società a prevalente capitale pubblico) hanno l’obbligo di impiegare nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno, ai sensi del D.M. n° 203 del 8/5/2003. Oltre ad una notevolissima rilevanza economica ed occupazionale sul piano locale, l’iniziativa tende a risolvere l’annoso problema dell’abbandono dei rifiuti edili ed il recupero in materiali idonei al riutilizzo e crea notevoli prospettive di investimento per gli operatori. Tutto questo adesso, con l’avvio e la partecipazione alla “Filiera RI-inerte”, diventa anche una ottima opportunità occupazionale ed una prospettiva di investimento per gli operatori. Per ulteriori informazioni www.recinert.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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