Il 2024 si conferma un anno spartiacque per la transizione energetica globale. Secondo il nuovo rapporto “Renewable Capacity Statistics 2025” pubblicato da IRENA (International Renewable Energy Agency), la capacità installata globale di energia rinnovabile ha raggiunto i 4.448 GW, grazie a un incremento annuale di 585 GW.
Si tratta della crescita più elevata mai registrata, con un tasso del +15,1% rispetto al 2023. Un dato che riflette non solo il vantaggio ambientale delle rinnovabili, ma anche la loro crescente competitività economica. Tuttavia, dietro questo record si cela una realtà più complessa: il mondo è ancora lontano dal target di triplicare la capacità rinnovabile entro il 2030.
Fotovoltaico protagonista, Asia al comando e fossili in calo
Il motore principale di questa espansione è il solare fotovoltaico, che da solo rappresenta il 77,3% delle nuove installazioni rinnovabili del 2024. Con un incremento di quasi 452 GW, il solare ha raggiunto una capacità globale di 1.865 GW, dimostrandosi ancora una volta la tecnologia più scalabile e conveniente.
La competitività del fotovoltaico è stata ulteriormente rafforzata da una riduzione del 12% del costo medio ponderato globale dell’energia prodotta da nuovi impianti FV, il calo più marcato tra tutte le fonti rinnovabili.
Contestualmente, le fonti fossili rallentano. Nel 2024, il 92,5% dell’espansione totale della capacità energetica mondiale è stato costituito da fonti rinnovabili. Si tratta di un ulteriore salto rispetto all’85,8% del 2023, favorito non solo dalla crescita delle rinnovabili, ma anche dalla netta decrescita della nuova capacità installata da fonti fossili e da consistenti dismissioni di centrali a carbone e gas in molte aree del mondo.
Geograficamente, l’Asia ha consolidato la sua leadership, contribuendo al 72% delle nuove aggiunte globali.
La Cina, da sola, è responsabile di oltre 88% di questa crescita asiatica, installando più di 278 GW in un solo anno. Una performance straordinaria, ma che amplifica le profonde disparità regionali.
L’Africa, per esempio, ha aggiunto solo 4,2 GW, mentre l’America Centrale e i Caraibi si sono fermati a un modesto 3,2% del totale globale. Ancor più preoccupante è il calo delle installazioni nei Small Island Developing States (SIDS), che sono passate da 1,1 GW nel 2023 a soli 0,7 GW nel 2024. Anche il Medio Oriente segna un’espansione contenuta, con 3,3 GW aggiunti. Queste differenze geografiche, se non colmate, rischiano di compromettere la transizione energetica a livello globale.
Verso il 2030: un target ambizioso che richiede accelerazione
Il successo del 2024 non basta a garantire il raggiungimento dell’obiettivo stabilito durante la COP28: triplicare la capacità rinnovabile globale entro il 2030. Secondo le stime di IRENA, per arrivare a 11,2 terawatt (TW) installati in tempo, il mondo dovrebbe crescere a un ritmo annuale del 16,6% da oggi in avanti. Al ritmo attuale del 15,1%, invece, si raggiungerebbero soltanto 10,4 TW, lasciando un gap di circa 800 GW.
Colmare questo divario richiede un salto di qualità nelle politiche energetiche. È fondamentale che i paesi aggiornino i loro NDCs, introducendo obiettivi più ambiziosi, chiari e quantificabili per le rinnovabili. Serve un rafforzamento degli investimenti in infrastrutture, una maggiore cooperazione internazionale e un accesso facilitato alla tecnologia, soprattutto nelle regioni meno sviluppate.
“La crescita continua delle rinnovabili che osserviamo ogni anno è la prova che le rinnovabili sono economicamente vantaggiose e facilmente implementabili”, ha dichiarato Francesco La Camera, Direttore Generale di IRENA. “Ogni anno superano i propri record di espansione, ma affrontiamo anche le stesse sfide di grandi disparità regionali e il tempo che scorre in vista della scadenza del 2030”.
Il 2024 ha mostrato il potenziale delle rinnovabili. Il prossimo passo sarà trasformare questo slancio in un cambiamento sistemico, equo e duraturo.
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