
Dal 25 al 29 marzo, l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata ha ospitato, nella sua Macroarea di Ingegneria, l’intensa attività convegnistica de La Settimana del Legno. Un’edizione, la quarta, che ha saputo consolidarsi come uno degli appuntamenti più autorevoli nel panorama nazionale dell’edilizia sostenibile. La proposta formativa si è articolata in otto sessioni e dieci seminari, che hanno confermato che il legno è un materiale d’elezione per l’architettura del presente e del futuro, dalla scala urbana al dettaglio costruttivo.
La narrazione si è mossa lungo tre assi tematici – Sostenibilità, Patrimonio e Innovazione – con un approccio fortemente interdisciplinare. Si è parlato di intelligenza artificiale, digitalizzazione, integrazione impiantistica, industrial design, durabilità, LCA (Life Cycle Assessment), DFMAD (Design for Manufacturing and Assembly & Disassembly), retrofit e normative evolutive. Una cornice teorica densa, supportata da casi studio, analisi tecniche e visioni progettuali che hanno alimentato il confronto tra ricerca, professione e industria.
Un focus particolare è stato dedicato al ruolo del legno nelle costruzioni ibride e nella rigenerazione del patrimonio storico, con approfondimenti su efficienza energetica, comfort acustico, risposta sismica e riduzione dell’impatto ambientale. La manifestazione si è chiusa con la Masterclass presso la Casa dell’Architettura, all’Acquario Romano, dove esperti, progettisti e studenti hanno condiviso idee progettuali concrete per un futuro low-carbon.
Il legno come attivatore di una nuova cultura progettuale
Più che un semplice materiale da costruzione, il legno è stato presentato come vettore di un cambiamento culturale e ambientale. «L’adozione di legno ingegnerizzato nelle costruzioni – ha dichiarato la biologa Federica Gasbarro – potrebbe ridurre le emissioni globali di CO₂ di 16-44 miliardi di tonnellate entro il 2060, un valore equivalente alla rimozione di miliardi di veicoli dalle strade per un anno». Una prospettiva che evidenzia non solo il potenziale tecnico del legno, ma anche il suo valore simbolico e strategico nell’ambito della transizione ecologica, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.
Non è mancata la riflessione critica sull’”arretratezza culturale” che ancora affligge il nostro Paese rispetto all’uso del legno strutturale. L’architetto Alfonso Femia ha sottolineato come l’Italia sia carente di una cultura progettuale matura sul tema, auspicando una svolta: «La narrazione del legno è ancora troppo tecnologica e poco architettonica. Serve una nuova attitudine di pensiero, capace di superare la “cosmesi” etica per abbracciare una progettualità autenticamente responsabile».
In questo scenario, la Settimana del Legno ha saputo farsi anche spazio di educazione e formazione. Attraverso workshop, presentazioni e scambi multidisciplinari, ha valorizzato il legno come materiale “fertile”, vivo, universale. Un materiale capace di conciliare bellezza e prestazione, tradizione e innovazione, tracciando una via concreta verso un’architettura circolare.
La IV edizione si chiude dunque con una visione chiara: costruire in legno non è solo una scelta tecnica, ma un atto etico, un investimento culturale e un’opportunità sistemica per l’intero settore delle costruzioni.
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