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Il Consiglio Nazionale dei Geologi lancia un appello per una nuova legge che disciplini un settore strategico per la sicurezza del nostro Paese. Sono oltre 6.600 i comuni, in Italia, con costruzioni ed infrastrutture soggette a forte rischio idrogeologico, il 90% del territorio italiano è a rischio sismico, 2 regioni presentano estese aree a rischio vulcanico e praticamente nessun comune ha in organico un geologo. E’ necessaria una legge che disciplini la presenza di un geologo nell’organico di ogni comune o, per quelli più piccoli, nelle unioni o nelle associazioni dei Comuni, come già avviene per altri profili tecnici quali geometra, architetto o ingegnere. È questo l’appello che è stato lanciato da Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, in modo tale da garantire la sicurezza del costruito e delle persone nelle aree a maggior rischio, come adeguata misura da affiancare soprattutto in tempi di pace a Casa Italia e a Italiasicura per realizzare la Prevenzione Civile come auspicato dallo stesso Governo. Ad oggi, in Parlamento, sono fermi ben due disegni di legge che prevedono il ‘geologo di zona’ o il ‘presidio territoriale’, perché entrambe presuppongono l’impegno di ingenti risorse economiche. Tuttavia se l’entrata in vigore della norma venisse pianificata nel tempo, dando ai comuni alcuni anni per adempiere, l’attuazione di tale misura potrebbe essere quasi a costo zero. È un’idea che stiamo illustrando a tanti parlamentari e ai ministri competenti. Si potrebbe partire dall’approvazione del disegno di legge ‘Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni’, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni – aggiunge Raffaele Nardone, tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi – fermo al Senato della Repubblica Italiana. Anche per quanto riguarda il rischio sismico sarebbero tante le cose da fare – continua Nardone – e più geologi sarebbero necessari sia nei comuni che negli enti locali sovraordinati. Ad esempio, per l’esecuzione dei lavori in zona sismica non è sufficiente il solo titolo abilitativo edilizio, ma è indispensabile il rilascio della specifica autorizzazione, come previsto dagli articoli 93 e 94 del DPR n. 380/2001, ma in Italia su circa 152 sedi preposte al rilascio delle autorizzazioni sismiche/depositi sismici, sono presenti solo 35 geologi. In dieci Regioni viene rilasciata l’autorizzazione sismica solo per opere strategiche, mentre in cinque si procede con il solo deposito sismico dei progetti. Solo sei Regioni prevedono la dichiarazione di conformità anche da parte del geologo, al pari degli altri progettisti”. Mettere in sicurezza l’Italia deve necessariamente essere una priorità e non può non vedere i comuni protagonisti, i quali non possono farsi trovare impreparati per svolgere l’importante ruolo di comprendere e governare la fragilità e la vulnerabilità del territorio, garantendo le esigenze di sviluppo e di salvaguardia del patrimonio storico-architettonico dei centri abitati. Per questo, è necessario che gli uffici tecnici si dotino anche di quei profili tecnici necessari per definire, con maggiore efficacia, la programmazione e la priorità degli interventi di messa in sicurezza, il controllo del territorio e della progettazione, la gestione e il monitoraggio, contribuendo anche ad aumentare nel tessuto sociale la cultura della fragilità del proprio territorio ed educare la popolazione verso la prevenzione proprio attraverso l’attuazione delle buone pratiche. Un’altra esigenza fondamentale, che viene rafforzata dal nuovo codice degli appalti, riguarda l’attivazione urgente del fondo di rotazione per la progettazione, che permetterebbe ai comuni di dotarsi di un parco progetti da candidare a finanziamento. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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