Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
A cura di: Pierpaolo Molinengo Il disegno di Legge di Bilancio 2025 prevede l’estensione del sismabonus fino al 2027. Ma già a partire dal prossimo anno sono previsti dei cambiamenti, che ne modificano un po’ il volto. Le novità riguardano sia i lavori per la messa in sicurezza antisismica degli edifici che le agevolazioni a cui sarà possibile accedere per l’acquisto di immobili antisismici. L’obiettivo intrinseco del sismabonus continuerà ad essere sempre lo stesso: sostenere la riduzione del rischio sismico in Italia, ma, almeno dal prossimo anno, le aliquote inizieranno ad essere più basse e saranno introdotti dei nuovi criteri per accedere alla misura, che si basano sul reddito dei contribuenti. Ma cerchiamo di capire cosa cambia a partire dal 1° gennaio 2025 e quali impatto avranno sui lavori le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025. Sismabonus, la riduzione delle aliquote Le detrazioni previste dal sismabonus – che riguardano lavori per la messa in sicurezza antisismica degli edifici – dal 1° gennaio 2025 saranno strutturate con delle aliquote fisse e decrescenti. Nel caso in cui gli interventi vengano effettuati sulla prima casa il bonus sarà pari al 50%, mentre scenderà al 36% per gli immobili diversi dalla prima casa e per quelli non residenziali. Nel 2026 e nel 2027, invece, le aliquote si abbasseranno ulteriormente, passando al 36% per le prime case e al 30% per tutti gli altri tipi di immobili. La decisione di ridurre progressivamente, nel corso dei prossimi tre anni, le aliquote del sismabonus rappresenta un vero e proprio cambiamento rispetto agli incentivi che sono stati in vigore fino a questo momento. L’obiettivo è quello di ridurre gradatamente il sostegno finanziario garantito ai soggetti che hanno intenzione di aumentare la sicurezza antisismica, ma permettendo di accedere lo stesso alle agevolazioni. Quanti abbiano intenzione di effettuare dei lavori di questo tipo, quindi, devono muoversi con la massima rapidità, in modo da poter accedere a delle agevolazioni migliori. I limiti di spesa e le agevolazioni per chi ha dei redditi bassi Il tetto massimo per il calcolo delle detrazioni fiscali rimane sempre 96.000 euro. Ma vi possono accedere unicamente i contribuenti con un reddito fino a 75.000 euro. Quanti, invece, dovessero superare questa soglia, possono accedere a delle agevolazioni fiscali personalizzate, condizionate da elementi come il numero di figli a carico o la presenza di figli con disabilità. Il legislatore ha introdotto queste eccezioni in modo da permettere alle famiglie numerose o con delle esigenze particolari di poter accedere a dei benefici più adeguati alle proprie esigenze per la messa in sicurezza antisismica degli immobili. Il sismabonus tiene conto delle possibilità economiche del singolo nucleo familiare, diventando, in un certo senso, più equo nella distribuzione delle agevolazioni fiscali. La personalizzazione dello strumento, almeno nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe riuscire ad incentivare le famiglie ad intraprendere degli interventi di messa in sicurezza, soprattutto di quelle che hanno la necessità di un maggiore supporto finanziario o sono più vulnerabili. Sismabonus, le aliquote differenziate per gli acquisti Alla stessa logica delle aliquote decrescenti per i lavori sono sottoposte le detrazioni per l’acquisto di immobili antisismici nelle aree a rischio 1, 2 e 3. Nel 2025 l’acquisto della prima casa beneficerà di una detrazione del 50%; per gli altri immobili (quelli non residenziali o quelli diversi dalla prima abitazione) la percentuale scende al 36%. Le aliquote scenderanno al 36% per le prime case e al 30% per le altre nel 2026 e nel 2027. Le agevolazioni si possono ottenere per quegli edifici che siano stati demoliti e ricostruiti con dei criteri antisismici. Devono, inoltre, essere venduti entro 30 mesi dalla conclusione dei lavori: l’iniziativa serve a stimolare la domanda di immobili sicuri dal punto di vista sismico nelle aree a più alto rischio di terremoto. È importante segnalare, inoltre, che, a differenza del passato, per riuscire ad ottenere le agevolazioni legate al sismabonus non è necessario garantire il miglioramento della classe sismica. L’immobile, molto semplicemente, deve rispettare i requisiti di costruzione antisismica. Il miglioramento della classe sismica Le aliquote del sismabonus, almeno fino al 31 dicembre 2024, sono variabili, oscillando tra il 70% e l’85%, condizionate dal miglioramento della classe di rischio sismico. A partire dal prossimo anno, invece, i contribuenti hanno la possibilità di ottenere il bonus anche senza aver ottenuto un salto di classe sismica. Siamo davanti ad un’importante semplificazione per i contribuenti, che in questo modo avranno la possibilità di ottenere delle detrazioni per quegli interventi che modificano la struttura dell’edificio, senza determinare una modifica della classificazione del rischio. Il fatto che questo requisito sia stato cassato rende, indubbiamente, più semplice accedere al bonus per piccoli interventi di consolidamento. Ma soprattutto serve a stimolare la messa in sicurezza di immobili che necessitano di manutenzione, ma per i quali i proprietari non puntano ad un radicale cambiamento della loro resistenza sismica. 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