Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
A cura di: Raffaella Capritti Indice degli argomenti Toggle Italia leader nel mercato europeo del sistema a cappottoVantaggi e flessibilità del sistema a cappottoLa qualità del sistema a cappottoI risultati del sondaggio Cortexa: la parola a 700 progettisti italianiCertificazioni e formazione per la sostenibilità La direttiva Case Green chiede ai Paesi europei di ridurre il consumo di energia e le emissioni di CO2 degli edifici, con l’obiettivo di arrivare alle 0 emissioni al 2050. Per l’Italia adeguarsi alla normativa sarà piuttosto complesso considerando che, degli oltre 12 milioni di edifici presenti nel nostro paese (responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra), più della metà sono termicamente inefficienti. L’isolamento a cappotto rappresenta probabilmente la soluzione capace di garantire i maggiori vantaggi per la riqualificazione energetica degli edifici e la riduzione dei consumi energetici, offrendo benefici in termini di risparmio e sostenibilità. Il Centro Studi Cortexa – associazione di riferimento in Italia che riunisce le più importanti aziende del settore dell’Isolamento a Cappotto – ha presentato nei giorni scorsi i dati aggiornati su andamento e potenzialità del settore in Europa e in Italia, mostrando punti di forza e criticità a partire dai risultati del sondaggio, cui hanno risposto oltre 700 progettisti, da cui sono emersi dati interessanti sullo stato della sostenibilità in edilizia e sull’adozione del sistema di isolamento termico a cappotto. Iniziamo con il dire che si tratta di un mercato in costante crescita negli ultimi anni, specialmente in Italia, grazie al sostegno dei bonus. Italia leader nel mercato europeo del sistema a cappotto L’Italia si attesta oggi come il più grande mercato europeo per il sistema a cappotto, con ben 50 milioni di metri quadri di facciate isolate solo nel 2023 (un dato enorme ma comunque leggermente in calo rispetto al 2022), equivalenti a circa 83.300 condomini di quattro piani. Certamente, come dicevamo, si tratta di numeri legati agli effetti del Superbonus. Ma, a prescindere dagli incentivi, il sistema a cappotto si conferma essenziale nelle politiche di riqualificazione per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Secondo i dati di EAE, l’associazione europea dei produttori di Sistemi a Cappotto, l’isolamento termico delle pareti esterne consente di ottenere fino al 30% del risparmio energetico complessivo derivante dalle ristrutturazioni edilizie, risultando il sistema più efficace in termini di rapporto costo-beneficio rispetto ad altre soluzioni. L’energia risparmiata grazie al cappotto costa meno rispetto a qualsiasi altro intervento incentivato, rendendolo una scelta economicamente sostenibile, oltre che ecologicamente responsabile. Vantaggi e flessibilità del sistema a cappotto Il sistema di isolamento a cappotto non offre solo protezione dal freddo invernale, ma è altrettanto efficace contro il caldo estivo, fattore fondamentale considerando le estati sempre più torride che caratterizzano gran parte dell’Italia. Questo duplice beneficio ha portato ad un aumento significativo della percezione positiva del sistema tra i progettisti e i committenti. Secondo un sondaggio di Cortexa su 700 progettisti italiani, il 30% dei rispondenti ha sottolineato il comfort abitativo come principale motivo di adozione del cappotto, un salto culturale rispetto a qualche anno fa, quando prevaleva il risparmio energetico come principale incentivo all’installazione. Oltre a migliorare il benessere degli abitanti, il cappotto termico contribuisce alla riduzione della povertà energetica, un tema particolarmente sensibile in Italia, dove circa 2,6 milioni di famiglie non riescono a riscaldare adeguatamente le proprie case. Intervenire sull’involucro dell’edificio con un cappotto ben progettato e posato significa migliorare la qualità della vita e ridurre i costi delle bollette. La flessibilità del sistema lo rende adatto sia per edifici di nuova costruzione che per interventi di riqualificazione su immobili esistenti. In molti casi, è possibile il “raddoppio” applicando un nuovo strato di isolamento sopra un vecchio sistema già esistente, senza dover rimuovere il precedente. Il sistema di isolamento termico a cappotto correttamente progettato e posato con prodotti certificati è un intervento che vanta un’ottima durabilità e garantisce massima sicurezza: i cappotti certificati, realizzati con qualsiasi materiale (polistirene espanso (EPS), lane minerali…) non bruciano e sono progettati per garantire una reazione al fuoco conforme agli standard europei. La qualità del sistema a cappotto Stefano Deri, presidente di Cortexa, ha sottolineato l’importanza di garantire un sistema a cappotto di qualità. Per Cortexa, che da anni è impegnata su questo fronte, ciò significa garantire un insieme integrato e certificato di materiali e processi che, nel loro complesso, offrono prestazioni superiori e durature nel tempo. “Lavoriamo direttamente con progettisti e con applicatori per formarli e devo dire che ormai il manuale Cortexa è diventato Indubbiamente il punto di riferimento per il mercato italiano”. La qualità inizia con l’adozione di un sistema fornito da un unico produttore, certificato con ETA (European Technical Assessment) e marcatura CE, assicurando che tutti i componenti – dall’isolante alle finiture – siano progettati per lavorare in sinergia. Federico Tedeschi, Presidente commissione tecnica di Cortexa, ha sottolineato che il cappotto non è semplicemente l’assemblaggio di singoli materiali, ma un sistema certificato nel suo complesso, installato da professionisti formati secondo le norme UNI/TR 11715 e UNI 11716, – prodotte proprio a partire dai tavoli tecnici promossi da Cortexa – che garantiscono la corretta progettazione e posa in opera. “Per noi sono fondamentali le ‘Tre P‘: un buon prodotto, una buona posa e un buon progetto, se ne manca una il risultato è scadente e non c’è garanzia per il consumatore né per gli investimenti a livello industriale”. Solo un sistema a cappotto di qualità assicura efficienza energetica, durabilità e sicurezza, contribuendo in modo decisivo alla riduzione dei consumi energetici e all’aumento del comfort abitativo. I risultati del sondaggio Cortexa: la parola a 700 progettisti italiani Un’indagine condotta dal Centro Studi Cortexa su 700 progettisti italiani ha fatto emergere dati importanti sullo stato della sostenibilità in edilizia e sull’adozione del sistema a cappotto. Il 90% dei partecipanti, principalmente ingegneri, architetti e geometri, ha una vasta esperienza nel campo della riqualificazione energetica e ha lavorato in prevalenza su abitazioni indipendenti (55%) e condomini (27%). Uno dei dati più significativi è il riconoscimento del sistema a cappotto come la misura più proposta dai progettisti (88%) per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, confermando che il concetto di rendere l’involucro edilizio efficiente è ormai acquisito. Il comfort abitativo è il motivo principale per cui i committenti scelgono questa soluzione (30%), soprattutto al Sud e nelle isole, dove le alte temperature estive hanno reso prioritario proteggersi dal caldo. Nonostante questi progressi, il sondaggio ha evidenziato alcune criticità: il 44% dei progettisti segnala il costo percepito come il principale ostacolo all’adozione del sistema a cappotto. Certificazioni e formazione per la sostenibilità L’indagine ha anche messo in luce l’importanza di adottare sistemi certificati. Per il 73% dei progettisti, la qualità e la certificazione del sistema a cappotto, incluse ETA e marcatura CE, sono fondamentali per il successo degli interventi. Inoltre, il 41% dei progettisti richiede più formazione e consulenza tecnica dai produttori per garantire una corretta progettazione e posa in opera. Per promuovere una diffusione capillare del sistema a cappotto e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità energetica, è necessario che gli incentivi fiscali siano stabili e a lungo termine. L’incertezza legata alla discontinuità degli incentivi, rende difficoltosa una pianificazione strategica sia per i progettisti che per i committenti. Infine, la la scarsità di posatori qualificati (45%) sono considerate le principali barriere per la diffusione del sistema a cappotto e per il raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Case Green. Stefano Deri ha sottolineato: “è necessario effettuare una programmazione di lungo termine per realizzare il piano ambizioso previsto dalla Direttiva EPBD. In assenza di questo piano, stimiamo una decrescita del mercato del 30%, sia nel 2024 che nel 2025″. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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