Via libera alla norma contro il ‘caro materiali’, e ora più semplificazioni per il superbonus

Via libera alla norma contro il ‘caro materiali’, e ora più semplificazioni per il superbonus

I costruttori dell’Ance non fanno in tempo a cantare vittoria per la norma sul caro materiali approvata alla Camera, con il via libero definitivo al decreto Sostegni bis, che già si trovano di fronte un altro fronte, lo snellimento delle procedure per il 110%. Per il presidente Buia “ora bisogna occuparci di tutti gli altri cantieri privati, compresi quelli della ricostruzione nelle zone terremotate. Il Paese non può rischiare uno stop sulla tabella di marcia del Pnrr, e per farlo serve un lavoro di squadra tra imprese e istituzioni per non fallire l’obiettivo della ripartenza”

di Tommaso TetroDecreto Sostegni Bis, caro materiali e superbonus

Indice degli argomenti:

I costruttori non fanno in tempo a cantare vittoria per la norma sul caro materiali approvata alla Camera con il via libero definitivo al decreto Sostegni bis, che già si trovano di fronte un altro fronte. Già conosciuto. E’ il superbonus 110% e il necessario snellimento delle procedure

Le misure contro il rincaro delle materie prime

I costruttori infatti hanno espresso soddisfazione per la misura che nel provvedimento sugli aiuti alle famiglie e alle imprese “introduce un meccanismo di revisione prezzi e istituisce un Fondo per compensare i maxi aumenti delle materie prime che mettono a rischio migliaia di cantieri”. In questo modo – ha osservato il presidente dell’Ance Gabriele Buia – “possiamo tirare un sospiro di sollievo e scongiurare la chiusura di migliaia cantieri”.

La misura – ha spiegato – scatterà a partire da rincari oltre l’8% relativi al primo semestre del 2021, evitando così che un’impennata improvvisa dei costi dei materiali possa mettere in difficoltà la prosecuzione dei lavori pubblici. Un meccanismo di ristoro che mette l’Italia “alla pari con gli altri Paesi Ue che già prevedono nel loro ordinamento misure di compensazione”.

Nello specifico è prevista l’emanazione di “un decreto del ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili che rilevi entro il 31 ottobre 2021 le variazioni percentuali, in aumento o in diminuzione, superiori dell’otto%, relative al primo semestre dell’anno 2021, dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi. Inoltre, l’istituzione “nello stato di previsione del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili di uno specifico Fondo per l’adeguamento dei prezzi, con una dotazione di 100 milioni di euro” per “soddisfare, in caso di insufficienza delle risorse previste dalle stazioni appaltanti, gli appaltatori che sono tenuti al rispetto delle norme del previgente e del vigente Codice dei contratti pubblici, ad esclusione dei concessionari di lavori pubblici”.

Ma non basta. Per Buia “ora bisogna occuparci di tutti gli altri cantieri privati, compresi quelli della ricostruzione nelle zone terremotate. Il Paese non può rischiare uno stop sulla tabella di marcia del Pnrr, e per farlo serve un lavoro di squadra tra imprese e istituzioni per non fallire l’obiettivo della ripartenza”.

La semplificazione del Superbonus

Per una norma che arriva, ce n’è un’altra che proprio non si decide a portare a casa: quella sul superbonus 110% nel decreto Recovery e semplificazioni. “Ci sono troppe resistenze a inserire ulteriori misure di snellimento delle procedure per i superbonus nel decreto – ha rilevato l’Ance – così si rischia di frenare l’efficacia di un’indispensabile misura di crescita economica. Abbiamo accettato lo slittamento dell’annunciata proroga del superbonus 110% alla Legge di Bilancio per ragioni di copertura finanziaria, ma ora non si capisce perché debbano essere rimandate anche alcune nuove misure di semplificazione”. Sulla misura e sulla necessità di semplificare le procedure di accesso, non dovrebbero esserci dubbi: è “determinante per lo sviluppo in chiave sostenibile delle città”.

Sostegni Bis, le altre misure per l’edilizia

Intanto nel decreto Sostegni bis altre misure prendono il via. Come il nuovo credito d’imposta destinato alla manutenzione e al restauro degli immobili di interesse storico e artistico vincolati che sarà finanziato con un Fondo allo stato attuale con una dotazione di 2 milioni di euro. Il credito di imposta sarà riconosciuto nella misura massima del 50%, fino ad un importo massimo di 100mila euro. L’agevolazione non potrà essere cumulata con altri contributi o finanziamenti. Si tratta di una misura che ricorda il bonus ristrutturazioni, che però consiste in una detrazione fiscale da ripartire in 10 anni. Il suo funzionamento dovrà essere chiarito con un decreto attuativo del ministero dei Beni culturali, di concerto con il ministero dell’Economia.  L’emendamento per il riuso e la valorizzazione degli immobili storici piace all’Associazione Dimore Storiche Italiane. Il suo Presidente, Giacomo di Thiene sottolinea infatti che la misura “evita di lasciare i beni vincolati imbrigliati in una serie di regole e rigidità normative che avrebbero impedito loro di essere parte di quella ripresa economica che vede nei centri storici e nei piccoli borghi uno degli elementi principali della ripartenza del Paese”. Molti di questi edifici sono stati costruiti prima del 1975 e non rispettano i parametri aero-illuminanti definiti per legge dal decreto ministeriale del 5 luglio dello stesso anno. Grazie al nuovo emendamento approvato per tali edifici “saranno validi i nuovi parametri, previsti già da diversi anni da tante regioni italiane in materia di recupero dei sottotetti, ma sempre mantenendo al centro del processo decisionale le Soprintendenze”.

Sono contemplate anche misure sui trasporti, in particolare quelli sostenibili, con la nascita del ‘mobility manager per imprese, Pa e scuole. Per sostenere imprese, pubbliche amministrazioni e istituti scolastici, nella nomina del ‘mobility manager’ è previsto un fondo da 50 milioni di euro presso il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Il ‘mobility manager’ aiuterà nella predisposizione di un piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale, con l’obiettivo di alleggerire la pressione dei lavoratori sul trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, considerando le limitazioni anti-contagio Covid-19. Le risorse del Fondo sono anche destinate al finanziamento di iniziative di mobilità sostenibile, incluse quelle di car-pooling, di car-sharing, di bike-pooling e di bike-sharing, coerenti con le previsioni dei piani degli spostamenti casa-lavoro.

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