Più che triplicati in un anno i bandi di gara BIM

Più che triplicati in un anno i bandi di gara BIM

Il Rapporto sulle gare BIM presentato dall’OICE mostra che se queste coprono ad oggi la quota minima dell’1,4% sul totale, è però triplicato in un anno il numero dei bandi Building Information Modeling. 

Più che triplicati in un anno i bandi di gara BIM

E’ forse arrivato l’anno della svolta per le gare BIM, il Rapporto presentato dall’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e di architettura italiane che fa parte di Confindustria, se infatti da una parte sottolinea che solo l’1,4% del totale dei bandi per Servizi di ingegneria e architettura è coperto da gare BIM, d’altra parte segnala che nel 2017 la quota è triplicata, passando dalle 26 gare del 2016 alle 86 del 2017; nel 2015 erano invece solo 4. Cresce dunque l’interesse verso la digitalizzazione, anche se timidamente rispetto ad altri paesi.

Il dato è emerso dall’analisi delle 86 procedure di gara per opere pubbliche emesse nello scorso anno in Italia. Il Presidente OICE Gabriele Scicolone presentando l’Osservatorio ha evidenziato che  il mercato si trova di fronte a un cambio epocale e che è necessario che i progettisti si sappiano adeguare a questa trasformazione cogliendo le opportunità che possono rendere il nostro paese più competitivo ed efficiente. Si tratta – ha continuato Scicolone- di un radicale cambiamento nel modo di intendere la progettazione e la filiera stessa dell’appalto e della collaborazione tra gli attori del processo ideativo-costruttivo.

Dal Rapporto emerge che le amministrazioni più attive sono state i Comuni, seguiti dalle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, le Province e gli Ospedali. Molte delle gare sono state bandite per opere puntuali, fra queste oltre il 30% nell’edilizia scolastica. “Il BIM è stato prevalentemente richiesto come elemento premiale in sede di offerta, in particolare nella valutazione delle caratteristiche metodologiche dell’offerta, con un punteggio variabile da 1 a 20, quando è stato puntualmente individuato come sub­ elemento di valutazione al BIM sono stati assegnati in media da 4 a 5 punti”.

Perché ci possa essere una reale trasformazione è necessario, secondo Giuseppe Di Giuda, Professore dipartimento architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito del Politecnico di Milano, che ci sia più chiarezza sull’utilizzo del BIM nelle gare, attraverso una chiara definizione del BIM Use. “Non basta sapere usare un software per essere Project Manager del BIM. L’appalto integrato sarebbe necessario perché favorisce l’integrazione”.

Il Provveditore alle opere pubbliche di Lombardia e Emilia Romagna, Pietro Baratono, ha presentato i contenuti del d.m. 560/2017 che prevede l’obbligo di appaltare con richiesta di BIM dall’anno prossimo per le opere oltre 100 milioni sottolineando che “il BIM conviene a tutti , è richiesto dalle direttive Ue e ha una forte valenza politica: costruire più opere con le stesse risorse, con tempi e costi certi”.

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