Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
L’ormai più che discusso tema inerente la “sicurezza sul lavoro” non può trascurare gli aspetti inerenti la qualità dell’aria. È indispensabile abituare i lavoratori, che si trovano in situazioni nocive alla salute, all’uso di maschere protettive. In quest’ottica UNI ha pubblicato la norma UNI EN 12419 “Apparecchi di protezione delle vie respiratorie – Respiratori ad adduzione di aria compressa dalla linea, di costruzione leggera, con maschera intera, semimaschera o quarto di maschera – Requisiti, prove e marcatura”. Questa norma definisce i requisiti per i respiratori che consentono il passaggio d’aria compressa destinati all’uso in ambienti inquinati da gas, particelle nocive o da una loro combinazione. Per respiratore si intende un dispositivo, da azionare manualmente, nel quale una fonte di aria compressa fornisce alla persona che lo indossa aria respirabile a una pressione massima di 10 bar. La fonte d’aria compressa è collegata al respiratore per mezzo di un tubo che può avere una lunghezza massima di 10 metri. L’aria espirata e quella in eccesso vengono espulse nell’ambiente. La norma definisce due tipi di respiratore: – Maschera intera (facciale) – copre interamente il viso dell’utilizzatore, pertanto è dotata di occhialoni (inseriti nella maschera) per garantire un ampio campo visivo e di fasce elastiche per la regolazione sulla nuca; – Semimaschera – copre solo naso e bocca ed anche in questo caso per la regolazione sono previste delle fasce elastiche. I materiali utilizzati per la fabbricazione dei respiratori e dei tubi di collegamento devono avere requisiti ben precisi: un’adeguata resistenza meccanica (cioè una sufficiente robustezza) e al deterioramento da calore (devono sopportare una temperatura compresa tra 60°C e -15°C), devono essere anallergici se in contatto diretto con la pelle dell’utilizzatore (per evitare irritazioni o effetti nocivi), non devono essere infiammabili (possono bruciare per un tempo massimo di 5 secondi) devono resistere ai detergenti usati per la pulizia e ladisinfezione. Il respiratore, compreso il tubo di alimentazione, verrà considerato a norma solo dopo aver superato le prove pratiche durante le quali viene indossato da diverse persone che ne verificano la sicurezza e la comodità. Inoltre, l’attrezzatura a norma dovrà essere corredata del resoconto di prova contenente il nome o il marchio chiaro ed indelebile del laboratorio, la norma di riferimento e la data delle prove. Immancabile, come garanzia d’idoneità, la marcatura dovrà essere riportata su ogni componente del respiratore e dovrà contenere: – il nome o il marchio del fabbricante chiaro e indelebile, – il numero della norma di riferimento, – l’anno di fabbricazione, – il tipo di respiratore, – la descrizione degli usi a cui è destinato. A completamento del prodotto finito vengono fornite le informazioni del fabbricante che contengono le istruzioni per l’uso, la manutenzione e la cura dei respiratori che comprendono anche i consigli pratici inerenti i controlli da effettuare prima di indossare i respiratori e la frequenza delle revisioni da attuare per garantire il buon funzionamento. L’uso di respiratori a norma permetterà di salvaguardare la salute e di tutelare il lavoro anche in ambienti che diversamente sarebbero considerati impraticabili. Per informazioni: Diffusione UNI tel. 02 70024.200, fax 02 70105992 diffusione@uni.com Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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